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Dichiarazione di Michele Giuseppe VIETTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

Federalismo fiscale. «Questa legge è solo una scatola vuota» - INTERVISTA

  • (18 marzo 2009) - fonte: Il Mattino - Maria Paola Milanesio - inserita il 18 marzo 2009 da 31

    «È una preoccupazione che proprio non abbiamo». Il voto di ieri a Montecitorio non segna alcun rischio di isolamento per l’Udc assicura Michele Vietti, vicecapogruppo dei deputati centristi alla Camera. «Corriamo un unico rischio: di trovarci di fronte qualcuno che, fra qualche anno, ci ringrazierà per aver messo in guardia dalle conseguenze di questo federalismo fiscale. Speriamo almeno che i danni prodotti non siano diventati irreparabili».
    Perché questa stroncatura senza appello?
    «Noi siamo federalisti e lo siamo da molto tempo prima della Lega. Nella nostra storia c’è Don Sturzo, la dottrina sociale della Chiesa; per questo vediamo tutti i limiti di questo federalismo, niente di più che una scatola vuota chiusa da un bel fiocco su cui è stato scritto ”Federalismo fiscale”. Un prodotto utile alla Lega per soli fini elettorali. Da che mondo è mondo le riforme toccano prima l’aspetto ordinamentale e poi quello fiscale. Qui, invece, si è partiti dalla coda, visto che restano irrisolti i nodi delle competenze. Chi fa che cosa tra lo Stato, le Regioni, le Province? Tra l’altro, non dovevano essere abolite? Non solo: non vengono individuate le funzioni amministrative e restano vaghi i parametri dei cosiddetti costi standard».
    Non salva proprio nulla. Contesta il metodo e il merito.
    «È vero, non ci piace né l’uno né l’altro. Il rischio reale è che con questa legge vengano moltiplicati i centri di spesa e aumentino i costi. Costi che, tra l’altro, nessuno è in grado di stimare. Sia il ministro Tremonti sia il Ragioniere generale dello Stato hanno detto al Parlamento di non sapere quanto costerà la riforma. A questa enorme incognita si aggiunga l’emarginazione del Parlamento stesso. Stiamo dando una delega in bianco a un governo che avrà cinque anni di tempo per esercitarla, senza che ci sia una interlocuzione seria con le Camere e senza un Senato delle Regioni che possa fungere da stanza di compensazione delle spinte centrifughe».
    E se passasse qualche emendamento proposto dall’Udc, potreste rivedere il vostro giudizio?
    «In commissione abbiamo presentato un centinaio di proposte di modifica, adatte a limitare le carenze del testo. Purtroppo tutto è stato respinto. Che dire! Il tanto decantato dialogo non si è visto. Certo che se poi c’è il Pd che si accontenta degli emendamenti del relatore...»
    Come spiega l’atteggiamento assunto dai democratici?
    «Ignoro l’esistenza di contropartite di cui pure qualcuno parla. Mi è incomprensibile questa scelta di totale accondiscendenza su un tema che riguarda la tenuta delle istituzioni».
    Perché la Lega dovrebbe accontentarsi di una riforma che non è altro che una scatola vuota?
    «Per servirsene in campagna elettorale».
    Il voto sul federalismo inciderà sulle alleanze a livello locale?
    «Non mischierei le due questioni».
    Quindi non sono escluse intese col Pdl.
    «L’Udc ha sempre sostenuto di voler continuare a testimoniare l’esistenza di una alternativa vera al bipartitismo. Dopodiché le alleanze saranno decise valutando candidati e programmi. Senza pregiudizi e senza preclusioni».

    Fonte: Il Mattino - Maria Paola Milanesio | vai alla pagina
    Argomenti: alleanze, udc, federalismo fiscale, pd, lega, emendamenti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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