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«Il Pdl è una Forza Italia allargata e da Fini scelta opportunistica» - INTERVISTA
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(24 marzo 2009) - fonte: La Repubblica - Edoardo Buffoni - inserita il 24 marzo 2009 da 31
Il Pdl? Una Forza Italia allargata. Il Pd? Un insieme di contraddizioni. Fini? Ha fatto una scelta opportunista. Così Pier Ferdinando Casini: equidistante dai poli, ma pronto ad alleanze locali (sì a Renzi a Firenze) e a convergenze in Parlamento (non è contrario al piano casa). Una strategia illustrata dal leader dell´Udc nel videoforum in diretta su Repubblica Tv, rispondendo alle domande, quasi duecento, dei lettori. Si parte con lo scioglimento di An e l´imminente congresso del Pdl. «Che cosa sia il Pdl è sotto gli occhi di tutti - dice Casini - Nasce sotto la leadership totalizzante di Berlusconi. Sta per nascere una Forza Italia allargata. È difficile pensare che ci sia pari dignità. È il partito del predellino. Allora anche io ironizzai, poi però è diventato realtà». E del discorso di Fini che pensa? «Lo rispetto, fa il presidente della Camera in modo serio. Ma ho visto che il primo a elogiarlo è stato Pannella. La cosa mi ha preoccupato». E in serata Casini, a Porta a Porta, rincara la dose: «Credo che Fini abbia fatto una scelta opportunista. Sta facendo di necessità virtù: evita la competizione altrimenti sarebbe perdente».Ma se il Pdl non è l´approdo dell´Udc, non lo è nemmeno il Pd. Un lettore chiede se Casini potrebbe essere in futuro il leader del Pd. «Non potrei essere leader di un progetto politico in cui non credo. Pieno di contraddizioni. Il Pd sta con la Cgil in piazza o con la Cisl che concerta con il governo? Sul Medio Oriente sta con Rutelli o con D´Alema? Sui temi etici sta con la Binetti o con i radicali?». Casini però difende Veltroni. «È stato ingeneroso scaricarlo come se fosse la causa di tutti i mali. In fondo ha preso il 33%. Voglio vedere quale leader del Pd avrà un risultato del genere». Casini conferma il no al referendum: «Siamo contrari al contenuto di quel referendum. Non andate per forza al mare, state anche a casa, ma non andate a votare».
Il leader Udc conferma la linea di "opposizione costruttiva". Al no al federalismo («saremo gli unici a votare contro») si affianca un "sì forse" al piano-casa del governo: «Se è serio, non realizza scempi e permette una riconversione energetica, può rilanciare l´economia. Diciamo: portate le carte in Parlamento e vediamo». Altra domanda: non facevate meglio ad andare con Berlusconi? «Abbiamo fatto una scelta di coerenza che ci è costata molti posti. Forse dopo il federalismo ne perderemo altri. Però siamo il partito della ragionevolezza, perché con le ronde o rifiutando le cure agli immigrati non si manda avanti un paese». Farete alleanze a sinistra? «Sì a chi rompe col passato, come Renzi a Firenze. No a chi ripropone alleanze come l´Unione che sostenne Prodi.». E le Europee? «Andremo bene, come anche Lega e Di Pietro. Io sono paziente, tra qualche anno il voto di centrodestra si scongelerà, ed entreremo in gioco noi. Nonostante i sondaggi, il dopo-Berlusconi è già iniziato».
Fonte: La Repubblica - Edoardo Buffoni | vai alla pagina » Segnala errori / abusi