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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Berlusconi dice le stesse cose, usa gli stessi slogan dal 1994»

  • (28 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - M. Ant. - inserita il 28 marzo 2009 da 31

    Dietro le luci non c’è nulla di realmente nuovo.
    Bersani: ennesimo megashow, intanto la gente perde il lavoro

    Per l’opposizione di sinistra non c’è niente di realmente nuovo: anzi, la kermesse berlusconiana conferma piuttosto i limiti e i rischi che, secondo la sinistra, sono insiti nella visione politica del centrodestra.
    Dal palco, il Cavaliere non ha fatto sconti alla sinistra, attaccando piuttosto pesantemente i comunisti e i loro eredi. A reagire su questo piano, però, ci pensa un ex dc: «Un discorso pieno di odio e falsità, senza la forza di guardare al futuro. Di certo non degno di chi si trova a governare un Paese», protesta Pierluigi Castagnetti. Per l’ex ledaer dei popolari, infatti, «le parole di Berlusconi suonano come un invito ad imbracciare le armi, mentre il Paese soffre una crisi economica e sociale senza precedenti e non ha certo bisogno di un populismo capace solo di accendere micce e creare divisioni per nascondere l'incapacità nella risoluzione dei problemi».
    Gli altri, pur evitando di entrare in polemica diretta, svolgono comunque lo stesso tema: dietro lo show, il Cavaliere nasconde la pochezza della sua strategia politica. «Se il congresso di fondazione del Pdl si riduce all'ennesima apoteosi berlusconiana, potevano risparmiarselo, ne abbiamo già viste tante», commenta Bersani (Pd) ammonendo che «quello che bisogna fare è concentrarsi sulla crisi economica e sociale, e invece il premier fa battute su chi resta senza lavoro che deve trovarsi qualcosa da fare». Il responsabile delle campagne di comunicazione del Pd, Losacco, attacca: «Il partito unico della destra passa dal predellino al megashow. Giganteschi investimenti e grandeur dei mezzi: nulla di originale, ma tutto in dimensioni esagerate, necessarie a consacrare esclusivamente la grandezza di Berlusconi, più che del nuovo partito». Qualcuno, come per esempio Enrico Letta, è comunque disposto ad aprire una cauta linea di credito: «Da come nascerà, e da come si aggiusteranno le cose al suo interno, capiremo se il Pdl è un partito interamente votato al culto del capo oppure una formazione che porta in sè elementi di maggiore solidità rispetto alle aspettative che ci possono essere».

    Assai più scettico, il segretario del Pd, Franceschini, rimarca invece che «Berlusconi dice le stesse cose, usa gli stessi slogan dal 1994, quando avevano tre anni molti degli elettori che voteranno nelle prossime elezioni di giugno. Bisogna che si tolga dal linguaggio e dalla mente cose del passato e faccia uno sforzo di guardare avanti». Comunque, per Franceschini è positivo che «oggi nasca un grande partito di destra, che sarà il nostro avversario, il nostro interlocutore, ma che semplifica il sistema politico italiano. Vorrei però che Berlusconi guardasse un po’ avanti». Il segretario del Pd del Friuli Venezia Giulia, Bruno Zvech, giudica la nascita del Pdl «una semplificazione del quadro politico», ma mette in guardia da uno Statuto «senza regole democratiche», che quindi difficilmente eviterà «forme di plebiscitarismo». Anche per il sindaco di Torino, Chiamparino, il partito di Berlusconi è a un bivio tra il «populismo del predellino» o un «partito di iniziativa politica e di confronto».

    E mentre l’Idv, con Di Pietro e Donadi non lesina certo critiche al Cavaliere e al Pdl, Franceschini fa capire di non credere troppo al rispetto dichiarato da Berlusconi per le regole democratiche e la Costituzione: «Purtroppo non bastano le parole - commenta il segretario del Pd - dietro le parole di Berlusconi c'è in realtà un elenco continuo di fatti, comportamenti e anche di affermazioni che sembrano subire ciò che la Costituzione prevede, cioè un equilibrio di poteri, non il Paese nelle mani di una persona sola». E Bersani si preoccupa di smontare un altro dei cavalli di battaglia del Cavaliere: «Non è detto che chi ha il 40 per cento dei consensi nei sondaggi debba per forza avere ragione», ricorda l’ex ministro del governo Prodi.

    Fonte: Il Gazzettino - M. Ant. | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, partito democratico, centrodestra, Idv, Costituzione, Bersani Pier Luigi, elezioni amministrative 2009, sondaggi, crisi economica, crisi sociale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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