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Dichiarazione di Simonetta RUBINATO
Federalismo fiscale. «Tuteliamo le ragioni del Veneto»
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(07 marzo 2009) - fonte: Partito Democratico Veneto - inserita il 07 marzo 2009 da 862
Presentati 13 emendamenti per mettere al centro il cittadino contribuente utente. Entra nel vivo il dibattito sul Federalismo Fiscale. Il disegno di legge sarà esaminato la prossima settimana alla Camera dalle commissioni congiunte Bilancio e Finanze.La deputata del Partito democratico Simonetta Rubinato ha presentato una serie di emendamenti al progetto di Legge sul federalismo fiscale, cofirmati anche dall'on. Giampaolo Fogliardi.
Le proposte mirano a porre il cittadino al centro della manovra, per superare le ingiustizie tra i territori che oggi ricevono molto e quelli, come il Veneto, che ricevono poco, ed a regionalizzare il patto di stabilità. Inoltre, propongono che l'esclusione dell'Ici sulla prima casa sia fatta a spese dello Stato e non dei comuni e richiedono da subito il riequilibrio per i comuni sottodotati, da decenni ingiustamente penalizzati nei trasferimenti statali (lo sono quasi tutti i comuni del Veneto).
Al centro il Cittadino-contribuente-utente «Il cittadino, indipendentemente dal luogo di residenza, deve avere garantito l'accesso, in condizioni di uguaglianza, ai servizi pubblici essenziali - afferma l'on. Rubinato. Il testo di legge pone invece ancora i territori al centro e così facendo giustifica le attuali sperequazioni, anche con le regioni a statuto speciale . Per la nostra regione è un passaggio fondamentale: i trasferimenti statali ai nostri comuni sono ben al di sotto della media nazionale, a fronte di un residuo fiscale elevato. Per questo dobbiamo ragionare sul cittadino, garantendo uguaglianza, e non sul territorio, proseguendo nella disparità di trattamento»
Regionalizzare il patto di stabilità «Un patto, lo dice la parola stessa, è frutto di un accordo, non di una imposizione - prosegue l'on. Rubinato. Il patto di stabilità deve essere concordato tra la singola Regione e lo Stato. Oggi questa opzione vale solo per le regioni a statuto speciale. Inoltre, le regioni che hanno contribuito a ridurre il debito devono avere un patto di stabilità differente dalle altre, altrimenti leghiamo le mani ai comuni virtuosi che potrebbero investire in opere pubbliche. In tempi di crisi non è cosa di poco conto».
La detassazione dell'Ici sulla prima casa carico dello Stato «Il testo di legge esclude la possibilità di rimettere l'Ici sulla prima casa - spiega l'on. Fogliardi -. I trasferimenti che lo Stato ha promesso dopo averla tolta (ricordiamo che era l'unica imposta federale) non sono sufficienti a garantire i servizi ai cittadini. Si è creata una grande confusione. Proponiamo invece che l'Ici sulla prima casa venga detratta dall' IRPEF che si paga allo Stato. Scalandola dall'IRPEF si garantisce l'entrata al Comune senza aumentare l'imposizione per il cittadino. Ad esempio: Mario Rossi deve pagare 900 euro di IRPEF allo Stato ed ha pagato 200 di Ici al Comune di residenza? Pagherà solo 700 di IRPEF».
Riequilibrio da subito per i comuni sottodotati Afferma l'on. Fogliardi: «Molti comuni della nostra regione sono sottodotati, cioè ricevono trasferimenti pro capite dalla Stato in misura minore della media nazionale (secondo i dati Ancitel 2004, fatta 275 la media nazionale, il Veneto riceve 100 euro pro capite. Il Friuli e la Sicilia superano abbondantemente quota 500, i vicini Lombardi 130, i trentini 627). Il Veneto ha il ruolo di Cenerentola, e non solo rispetto alle regioni del sud o alle regioni a statuto speciale, ma anche rispetto alle altre regioni del Nord».
Per questo è stato presentato un emendamento ad hoc, come spiega l'on. Rubinato: «I nostri Comuni non possono attendere i tempi previsti oggi dal disegno di legge, oltre sette anni, tanto più che è dal 1992 che siamo "presi in giro" da leggi dello Stato che, riconoscendo questa ingiustizia, stabilivano che già da allora si dovesse diminuire ogni anno ai Comuni sovradotati una percentuale dei trasferimenti dello Stato per aumentare i trasferimenti agli enti sottodotati, come i nostri comuni . Norme che sono state sospese per non "danneggiare" i Comuni spendaccioni. Noi chiediamo che nel primo decreto delegato siano stabilite le regole e le modalità per far ripartire da subito il meccanismo di riequilibrio dei trasferimenti a favore dei nostri comuni e delle nostre province».
No a stesso trattamento nel periodo transitorio tra virtuosi e spendaccioni «Non si possono prevedere tagli per gli enti locali sottodotati. Usare la stessa forbice con chi si è comportato bene e ha poche risorse e con chi ha allargato i cordoni della borsa indiscriminatamente sarebbe una ingiustizia . Oggi invece il disegno di legge prevede che nel periodo transitorio sia ancora una volta penalizzato chi si è comportato bene, mantenendo le disparità che derivano dalla spesa storica», concludono i due parlamentari veneti.
Fonte: Partito Democratico Veneto | vai alla pagina » Segnala errori / abusi