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Dichiarazione di Marco CAPPATO

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Privacy. Il "milleproroghe" viola la direttiva europea. Depositata un'interrogazione urgente alla commissione.

  • (24 febbraio 2009) - fonte: radicali.it - inserita il 25 febbraio 2009 da 31

    E' paradossale che, proprio nel momento in cui il Governo si riempie la bocca con il diritto alla privacy, la Camera approvi nel "Milleproroghe" un dispositivo in patente violazione della Direttiva europea sulla privacy, autorizzando telefonate commerciali senza il consenso della persona. Ci auguriamo che ora la Commissione intervenga prontamente per intimare all'Italia il rispetto delle regole europee. Per questa ragione ho presentato la seguente interrogazione urgente alla Commissione.

    "Il Parlamento italiano ha adottato il cosiddetto decreto legge "Milleproroghe". Questo prevede all’articolo 44 un comma 1bis che afferma - in deroga al regime sulla privacy in vigore in Italia e che prevede che gli utenti abbiano il diritto di essere informati (art. 13) ed esprimere il consenso (art. 23) alle chiamate di tipo commerciale e pubblicitario - che "i dati personali presenti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1° agosto 2005, sono lecitamente utilizzabili per fini promozionali sino al 31 dicembre 2009”. La direttiva 2002/58/CE sul trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche prevede che gli Stati membri debbano assicurare che «gli abbonati abbiano la possibilità di decidere se i loro dati personali – e, nell'affermativa, quali – debbano essere riportati in un elenco pubblico» (art. 12), nonché di adottare «le misure appropriate per garantire che, gratuitamente, le comunicazioni indesiderate a scopo di commercializzazione diretta […] non siano permesse se manca il consenso degli abbonati interessati oppure se gli abbonati esprimono il desiderio di non ricevere questo tipo di chiamate» (art. 13).

    Non ritiene la Commissione europea che, come peraltro affermato dal garante per la privacy italiano, la direttiva europea 2002/58/CE sia violata dal decreto legge summenzionato, prevedendo questo che le comunicazioni indesiderate siano permesse anche senza il consenso degli abbonati e anche verso chi ha espresso il desiderio di non ricevete tali chiamate? Non ritiene la Commissione europea che sia necessario intimare all'Italia di rispettare la direttiva europea ed il diritto comunitario, e se questo non accadesse di portare l'Italia davanti alla Corte di Giustizia, e di chiedere l'immediata sospensione del decreto legge ed il blocco delle operazioni che sono in contrasto con il regime sulla privacy italiano ed europeo?"

    Fonte: radicali.it | vai alla pagina

    Argomenti: radicali, privacy, Governo Berlusconi, commissione europea, comunicazione, decreto legge, informazione pubblica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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