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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

Accanimento democratico - INTERVISTA

  • (30 gennaio 2009) - fonte: L'Espresso - Daniela Minerva - inserita il 31 gennaio 2009 da 31

    Il testo di legge sul testamento biologico presentato il 27 gennaio scorso dalla maggioranza azzera ogni discussione. Niente libertà di decidere se essere o meno alimentati e idratati a forza e quindi tenuti in vita oltre ogni definizione di vita stessa. Per molti, anche cattolici militanti, se sarà legge sarà una sconfitta, e peggiorerà di gran lunga il quadro legislativo. Ma il Pd si è dileguato davanti alla delicatezza del tema, e c’è da giurarci che questo testo non incontrerà ostacoli in Parlamento. Chi non rinuncia a opporsi è Emma Bonino, vicepresidente del Senato, che accusa il Partito democratico e lancia due proposte.

    Come valuta il disegno di legge presentato dal senatore della Pdl Leonardo Calabrò?

    Il testo della maggioranza è contro il testamento biologico perché afferma che nessuno può rinunciare all’alimentazione e all’idratazione forzate in quanto non sarebbero prestazioni mediche ma "forme di sostegno vitale" e quindi fuori dalla sfera decisionale dell’individuo. Su questa posizione convergono i teodem del Pd, facendo sì che in Parlamento la maggioranza abbia amplissimi numeri per portare a casa questa controriforma. Ma se il testamento biologico non può servire a decidere su nutrizione e idratazione artificiale è persino controproducente, perché è un passo indietro rispetto a quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione e a quanto già riconosciuto dalla magistratura nei confronti di Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli ed Eluana Englaro.

    L’assemblea dei gruppi parlamentari dei Pd tenuta lunedì 19 gennaio ha evitato un voto di maggioranza e ha preferito esprimere un "orientamento prevalente". Così, ha lasciato libertà di voto. Ha rinunciato a fare opposizione?

    L’unico modo per bloccare maggioranza e teodem, non essendo la loro posizione una novità, sarebbe stata una grande mobilitazione popolare, attorno e a partire dalla "rivoluzione di un padre", come l’ha chiamata Roberto Saviano su "Repubblica", che sta compiendo Beppino Englaro. Optare invece per una pura battaglia parlamentare, visti i numeri, è una complicità oltre che una resa. Aggravata da un atteggiamento elusivo perché altro non è se ci aggiungiamo l'"orientamento prevalente" su di un testo d’indirizzo, soprattutto di fronte al fatto che 88 senatori del Pd su 118 hanno firmato un testo legislativo, articolato e puntuale, a prima firma Ignazio Marino e che noi radicali abbiamo sottoscritto. Semmai è questo l’unico "orientamento prevalente" a essere emerso in maniera trasparente.

    Un atteggiamento pilatesco su questioni come il testamento biologico o le unioni di fatto è l’unico modo per tenere insieme il Pd. Le sembra un prezzo possibile?

    Dopo mesi di silenzio, Walter Veltroni ha pronunciato una sola frase, ma quanto mai significativa: "Meno la politica si occupa di queste cose, meglio è". Ovviamente seguito a ruota da autorevoli dirigenti che hanno dichiarato che non è attorno a "queste cose" che si costruisce l’identità del Pd. Viene da domandarsi: di grazia, se non su queste cose, su cosa si costruisce l’identità di un partito? Quello che è certo è che su questa grande battaglia laica non c’è stato alcun Circo Massimo o piazza San Giovanni.

    Di chi è la colpa?

    Di Veltroni e di tutto il gruppo dirigente del Pd, e di coloro che hanno posizioni magari non troppo distanti dalla mia, ma che non muovono un dito per affermarle.

    Come valuta il gesto del ministro Maurizio Sacconi, ex socialista, che ha sbarrato la strada con un ricatto alle strutture disponibili a dar seguito alla sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro?

    Come radicali abbiamo denunciato Sacconi per violenza privata nei confronti dei titolari della clinica. Aggiungo che è grave per Sacconi invocare la convenzione Onu sui disabili: Eluana non è "disabile", ma in stato vegetativo. Ed è paradossale che si sfrutti la sua infermità e incapacità d’intendere e di volere per sottrarle, in nome dei disabili, un diritto costituzionale, quello d’interrompere i trattamenti sanitari.

    Umberto Veronesi ha scritto che il disegno di legge è anticostituzionale e che è meglio non avere alcuna legge che questa legge.

    Sono d’accordo con Veronesi su tutta la linea, perché la libertà personale è un diritto non negoziabile.

    Fonte: L'Espresso - Daniela Minerva | vai alla pagina

    Argomenti: unioni civili, testamento biologico, pd, radicali, Costituzione, accanimento terapeutico, teodem, autodeterminazione, Veronesi, Eluana Englaro, Sacconi Maurizio, diritto costituzionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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