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Dichiarazione di Giovanni RUSSO SPENA


 

Rai. Villari perde la poltrona Pd e Pdl rilanciano Zavoli

  • (22 gennaio 2009) - fonte: Il Manifesto - Giacomo Russo Spena - inserita il 22 gennaio 2009 da 31

    Ha lottato e resistito. Ma alla fine, Riccardo Villari, è stato costretto a mollare la poltrona. Con una lettera inviata dai presidenti di Camera e Senato; Gianfranco Fini e Renato Schifani, ai quaranta commissari, di cui ben 37 già dimissionari, finisce così la telenovela sulla vigilanza Rai.

    «Al fine di consentire il rinnovo integrale si deve considerare revocata la sua nomina - recita la nota mandata dalla seconda e terza carica dello Stato a ciascun membro - Conseguentemente, si procederà alla scelta dei componenti sulla base delle nuove indicazioni dei gruppi parlamentari ed alla successiva convocazione dell’organo, da svolgersi in una seduta che sarà appositamente convocata».

    Una decisione presa dopo che le giunte del Regolamento di entrambi i rami del parlamento hanno proposto un intervento urgente per porre fine allo stallo esistente. La situazione, in effetti, era surreale: coi commissari di Pd e Pdl dimissionari, il presidente Riccardo Villari era rimasto solo coi fedelissimi Marco Beltrandi (radicale) e Luciano Sardelli dell’Mpa. Proprio l’esponente pannelliano, che da giorni occupava palazzo San Macuto e l’altroieri accusava il presidente Napolitano di «assoluto silenzio», annuncia che ricorrerà «in ogni sede» contro questo provvedimento: «Fini smentisce se stesso - denuncia - Appena due mesi fa, in occasione delle annunciate dimissioni di Orlando e Pardi dell’Idv, aveva subordinato l’effettività delle dimissioni alla contestuale nomina dei nuovi componenti. Ora invece la nomina avverrà in un tempo futuro». Poi si augura che i suoi compagni di sventura (Sardelli e Villari) lo accompagnino nel gesto.

    Dal canto suo l’«irremovibile» Riccardo risponde con un «aspettiamo, vedremo», convocando, con sorpresa generale, per domani alle 13,30 la commissione. All’ordine del giorno ci sarebbero le «comunicazioni del presidente». «Sono sereno - aggiunge Villari - una cosa mi ha insegnato questa vicenda, quella di giudicare dopo aver capito». Sono le ultime cartucce sparate in una vicenda che adesso dovrebbe andare a conclusione senza grossi intoppi, visto che Pdl e Pd sembrano voler accelerare i tempi rispolverando quell’intesa tra Walter Veltroni e Gianni Letta sul nome di Sergio Zavoli, giornalista decano della Rai, come nuovo presidente di vigilanza.

    Marina Sereni, vicecapogruppo alla Camera del Pd, nel primo pomeriggio è la prima ad uscire allo scoperto: «Ripartiamo dalla convergenza trovata su Zavoli». Trova l’immediato plauso della maggioranza. «Abbiamo già dato il nostro assenso sul suo nome, visto il profilo del personaggio», replica il nazional-alleato Italo Bocchino che vede nello scioglimento dell’attuale commissione «un gesto dovuto».

    Le giunte del Regolamento riconoscono esclusivamente ai presidenti delle due Camere il potere di procedere al rinnovo integrale della commissione «da esercitare tempestivamente». Nessun problema. Maggioranza e opposizione sembrano voler bruciare le tappe dando una mano a Fini e Schifavi. Già ieri sera i capigruppo di Pd e Pdl indicano i propri componenti alla prossima commissione. Nessuna novità, tutti confermati. Tranne Riccardo Villari, espulso dal gruppo dei «democratici». Al suo posto il senatore di Cremona Mauro Ceruti, docente universitario di filosofia della scienza. Confermato invece il deputato radicale Beltrandi.

    Chi invece non vuol sentir parlare di inciuci sulla Rai è Antonio Di Pietro, il quale considera lo scioglimento della commissione di vigilanza come «una soluzione peggiore del male». «Villari - sottolinea l’ex magistrato - è stato eletto per fare un torto all’Italia dei Valori. Ora chi l’ha voluto vorrebbe mandarlo via, ma non si può aggiungere illegittimità a illegittimità». Poi ammette che Villari «si deve dimettere, ma deve essere una sua decisione»: «Non si può stravolgere - conclude - la legge costituzionale e la prassi per rimediare a una coltellata politica». Ancor più rancoroso è il commento dell’altro esponente dell’Idv, Leoluca Orlando, fatto fuori come papabile presidente dopo il veto della maggioranza e prima di esser scaricato dal Pd: «Quella della commissione di vigilanza Rai è una storia esemplare di corruzione politica e di eversione istituzionale».

    Intanto con la revoca della nomina di Villari, si appresta a concludersi, salvo nuove sorprese, la vera partita che interessa ai due poli: quella sul consiglio d’amministrazione della Rai. Ben sette dei nove membri devono infatti esser scelti dalla vigilanza che poi deve esprimere almeno i due terzi del proprio gradimento per l’elezione del presidente del Cda.

    Fonte: Il Manifesto - Giacomo Russo Spena | vai alla pagina

    Argomenti: di pietro, radicali, Rai, mpa, Corruzione dei politici della II repubblica, commissione di vigilanza, Presidenti Camera e Senato, cda Rai, Villari Riccardo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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