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Dichiarazione di Ignazio Roberto Maria MARINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Inaudito Sacconi che minaccia come i Bravi... » - INTERVISTA

  • (17 gennaio 2009) - fonte: L'Unità - Maria Zegarelli - inserita il 17 gennaio 2009 da 31

    Un pericolosissimo precedente, attacco frontale ai diritti dei singoli da un ministro integralista e illiberale

    Ignazio Marino, senatore Pd, è un esperto di trapianti del fegato che per 18 anni ha lavorato negli Usa. È un politico e un medico «allibito da quanto sta accadendo in Italia».

    Senatore, una sentenza inappellabile non trova applicazione. Siamo di fronte all’eutanasia del diritto?

    «È evidente che rispetto a quanto è accaduto c’è da rimanere sbigottiti. Non voglio parlare di Eluana Englaro, voglio parlare di un precedente che si è creato ed è pericolosissimo. Il ministro Sacconi ha scritto una lettera, che di fatto è personale, ai presidenti di regione, facendo una analisi di un concetto che è largamente condivisibile: bisogna garantire l’assistenza ai disabili come stabilisce una risoluzione delle Nazioni Unite.Ma da qui ne fa derivare una conseguenza che nessun altro paese accetterebbe: e cioè che un cittadino non può avere la libera scelta rispetto alle terapie alle quali essere o non essere sottoposto».

    Il punto è questo: in Italia non c’è una legge, ma una sentenza.

    «Ci sono una sentenza dei giudici e un ministro che di fatto la rende inattuabile. Sacconi con il suo atteggiamento crea un conflitto tra le istituzioni. Si è comportato come i Bravi che hanno incontrato don Abbondio nell’angolo della strada. Dal momento che non può mettere per iscritto «se esegui una sentenza della Corte suprema italiana, che io ministro non condivido, ti chiuderò i rubinetti», glielo dice a voce. Gli dice «ti farò passare dei guai».

    Ha letto le motivazioni della clinica di Udine? Temono ripercussioni.

    «È evidente che si è creata una grave interferenza tra il potere esecutivo dello Stato e il diritto di una famiglia che non ha pensato di usare scorciatoie per ottenere il rispetto delle volontà espresse dalla loro amata figlia, ma di ricorrere alla magistratura. Siccome il ministro nella sua visione integralista e antiliberale della vita non può condividere l’idea che un cittadino la pensi diversamente da lui e segua un percorso lineare rivolgendosi ai giudice, interviene direttamente. È un attacco frontale verso i diritti dei singoli. Mi chiedo cosa succede se domani un altro cittadino, per un’altra questione, si rivolge ad un tribunale, raggiunge una sentenza inappellabile, e poi un ministro competente in quella materia, non è d’accordo e minaccia l’interlocutore del cittadino stesso».

    La certezza del diritto può subire deroghe davanti a fatti eticamente sensibili per mano della politica?

    «Se mettiamo in dubbio anche le sentenze definitive mettiamo in dubbio un fondamento dello Stato. Penso che sia un precedente di una straordinaria gravità. L’ho già detto a Beppino Englaro e lo ripeto: potevo impegnarmi per una legge sul testamento biologico, ma una legge avrebbe potuto risolvere situazioni per il futuro, non quelle retroattive. Beppino non ha altre strade al di fuori di quella che ha intrapreso. Se la magistratura avesse detto che non si dovevano interrompere idratazione e alimentazione lui avrebbe rispettato quella sentenza. Ma sua figlia era stata chiara: non avrebbe voluto vivere se non poteva recuperare le sue funzioni intellettive. Il signor Englaro ha compiuto una scelta difficilissima, nel rispetto dell’impegno preso con Eluana. Se oggi accettiamo che di fronte ad una sentenza possa intervenire un ministro con una minaccia, mettiamo a rischio uno dei pilastri su cui si fonda la Repubblica: le sentenze della Consulta sono inappellabili».

    Mario Riccio, l’anestesista di Welby,dice «siamo in un regime teocratico e l’opposizione è inesistente».

    «Il Pd si è opposto in maniera forte quando nell’estate 2008 la maggioranza di centrodestra voleva intervenire contro la sentenza Englaro, sostenendo che quella era materia del Parlamento e non della Cassazione. Il Pd, io per primo con un intervento durissimo in aula, abbiamo combattuto contro quella posizione e la Consulta gli ha dato torto».

    Di fronte alle minacce di ritorsioni, come pensa che un’altra clinica possa dire si alla famiglia Englaro?

    «Non è detto che debba essere una clinica privata, potrebbe essere un grande ospedale italiano. Che fa Sacconi, scrive un decreto e lo chiude?».

    Fonte: L'Unità - Maria Zegarelli | vai alla pagina

    Argomenti: testamento biologico, legge, accanimento terapeutico, sentenza, Cassazione, Eluana Englaro, diritto, Sacconi Maurizio, violenza contro donne, integralismo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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