Quanto si deve preoccupare il governo al senato Equilibri in parlamento

Un numero sempre più basso di senatori vota la fiducia. Tra cambi di gruppo e assenze strategiche, vediamo nel dettaglio le sorti del governo a Palazzo Madama. Con un nuovo scostamento di bilancio all’orizzonte.

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Due parametri in particolare possono aiutare per testare lo stato di salute di una maggioranza parlamentare: i cambi di gruppo e i voti di fiducia. Negli ultimi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane, è ripreso il valzer parlamentare e, soprattutto, la fiducia è diventata un elemento irrinunciabile per l’approvazione delle leggi.

Fatti che stanno rendendo la situazione al senato, da tempo oggetto di attenzione, ancora più preoccupante. L’equilibrio su cui si regge la maggioranza di governo è particolarmente instabile. I bassi numeri con cui vengono approvate le leggi ne sono una prova, dando all’opposizione la possibilità di essere padrona delle sorti del governo. Da monitorare quindi le votazioni in cui è necessaria la maggioranza assoluta (es. scostamento di bilancio), ultimamente raggiunta di rado.

Voti di fiducia e cambi di gruppo

Da inizio anno ci sono stati 26 cambi di gruppo in parlamento, portando il totale da inizio legislatura a quota 116. Dopo i 3 cambi di gruppo ad aprile, i 4 di maggio, a giugno ci sono stati altri 3 cambi di casacca. Due senatrici sono passate nel gruppo Lega al senato (Riccardi dal Movimento 5 stelle e Testor da Forza Italia), mentre alla camera l’onorevole Ermellino (ora ex 5stelle) è passata al Misto.

26 cambi di gruppo al mese da inizio anno.

Come abbiamo avuto modo di raccontare a fine maggio i cambi di gruppo del nuovo anno stanno soprattutto riguardando il Movimento 5 stelle. Il partito infatti sta subendo un costante flusso di deputati e senatori in uscita. Elemento che rende i numeri della maggioranza al senato ancora più preoccupanti. Motivo per il quale per l’approvazione finale dei provvedimenti clou il governo, soprattutto a Palazzo Madama, sta facendo un forte affidamento sui voti di fiducia.

Al senato tutti i provvedimenti Covid19 sono stati approvati con la fiducia.

Questo perché al senato la fiducia può essere utilizzata come voto finale sui provvedimenti. Non è un caso quindi se tutti i decreti Covid19 sono stati approvati così. Da febbraio il governo ha posto 13 volte la fiducia su provvedimenti in discussione, di cui 8 volte solo a Palazzo Madama.

Sono state considerate solamente le questioni di fiducia poste sui provvedimenti in discussione.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.

Come sono andati i voti al senato

Analizzando i voti di fiducia proprio al senato emergono tutte le debolezze dell'attuale maggioranza di governo. Da quando è stato dichiarato lo stato d'emergenza (31 gennaio) si sono tenuti 8 voti di fiducia a Palazzo Madama. Considerando i 6 senatori a vita, l'attuale maggioranza assoluta del ramo è di 161 voti. Ovviamente non è necessario raggiungerla per ottenere la fiducia, visto che basta avere il consenso della maggioranza dei presenti, e non degli aventi diritto.

Nelle 8 votazioni prese in considerazione il governo non ha mai raggiunto la soglia della maggioranza assoluta, ottenendo sempre un consenso inferiore ai 161 voti. In attesa che venga votato il decreto rilancio, il provvedimento più corposo discusso in parlamento è stato senza dubbio il cura Italia. Il testo, che prevede uno scostamento di bilancio di oltre 20 miliardi di euro, ha ottenuto la fiducia con soli 142 senatori favorevoli. Anche il decreto scuola, tra i più controversi, ha ottenuto un numero molto basso di consensi, 148 sì.

Sono state considerate solamente le questioni di fiducia poste sui provvedimenti in discussione.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.

Maggioranza, assottigliata e frammentata

Non è una novità che il governo approvi i provvedimenti con un numero basso di voti favorevoli. Una dinamica che aveva caratterizzato anche la scorsa legislatura, dove soprattutto il governo Gentiloni (Pd-Ncd) aveva un margine sulla soglia di maggioranza molto esiguo.

154 senatori, è la consistenza dei gruppi parlamentari al governo (M5s, Pd, Iv, Leu e Maie). A questi poi bisogna aggiungere sostegni più o meno stabili: dai rappresentanti delle autonomie ai senatori a vita.

Il fatto che però avvenga in maniera così sistematica e ricorrente deve iniziare a destare preoccupazione. Questo soprattutto perché i numeri della maggioranza sono costantemente in calo. Il giorno dell'insediamento il governo Conte II ottenne 169 voti favorevoli, risultato mai più raggiunto. In sole 3 altre occasioni l'esecutivo ha poi ottenuto la fiducia con più di 161 voti: decreto crisi aziendali (168 voti, 23 ottobre 2019), legge di bilancio 2020 (166 voti, 12 dicembre 2019) e decreto fiscale (166 voti favorevoli, 17 dicembre 2019). Successivamente la soglia non è stata più superata.

Confronto tra insediamento e ultimo voto di fiducia che si è tenuto al senato (decreto elezioni 2020).

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Oltre ai numeri della maggioranza che si stanno assottigliando, c'è un altro elemento da considerare: la frammentazione della compagine. All'insediamento i gruppi a sostegno del governo erano 3: Movimento 5 stelle, Partito democratico e Liberi e uguali. Quest'ultimo come componente del gruppo Misto. A questi schieramenti poi si dovevano aggiungere alcuni membri di Per le autonomie, ed alcuni dei senatori a vita.

I 5stelle espulsi e ora nel Misto sono da considerare dei battitori liberi: continueranno a sostenere il governo?

Ora, oltre ai vari parlamentari che sono passati all'opposizione, la maggioranza deve affrontare una frammentazione delle forze a sostegno. Da una scissione interna al Partito democratico è nata Italia Viva, che può contare anche su dei membri del governo. In aggiunta molti parlamentari eletti con i 5stelle sono stati espulsi dal Movimento, e fanno ora parte del Misto. La maggior parte continua a sostenere il governo, ma ufficialmente possono essere considerati dei "battitori liberi". Evidentemente una frammentazione della maggioranza in più gruppi, rende le sorti dell'esecutivo più incerte.

12 senatori della maggioranza fanno anche parte del governo. Non sempre saranno presenti nei voti chiave.

Da non sottovalutare anche il fatto che 12 senatori sono anche membri del governo (3 ministri e 9 tra sottosegretari e vice ministri). Un doppio incarico permesso dal nostro assetto costituzionale, ma che chiaramente non permetterà a tutti i senatori in questione di partecipare assiduamente ai lavori dell'aula. Questo potenzialmente abbassa ulteriormente i numeri della maggioranza.

Le assenze strategiche

Il voto di fiducia sul decreto elezioni 2020 è stato particolarmente travagliato. Svoltosi in prima battuta il 18 giugno, dopo successivi controlli è emerso che mancava il numero legale. Il senato è stato così convocato anche il giorno successivo, per una nuova votazione.

L'opposizione può mettere in difficoltà il governo con assenze-presenze strategiche: tra numero legale e maggioranza assoluta.

L'evento ha naturalmente lasciato il segno sul dibattito nell'aula, e ha dimostrato la fragilità del governo a Palazzo Madama. Con numeri così bassi, l'opposizione può infatti decidere di alzare o abbassare la soglia del numero legale. Assenze strategiche che quindi possono mettere il governo in difficoltà sui provvedimenti più spinosi. Questo soprattutto per quei provvedimenti che necessitano della maggioranza assoluta.

Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

È il caso per esempio dello scostamento di bilancio, circostanza in cui il ricorso all'indebitamento necessità di un sostegno parlamentare ampio (art. 81 regolamento di Palazzo Madama). Situazione che si è già venuta a ripetere 2 volte dall'inizio della pandemia, prima per la discussione del cura Italia, e poi per il decreto rilancio.

Nuovo scostamento di bilancio a metà luglio, come andrà il voto al senato?

Come annunciato dal ministro dell'economia Roberto Gualtieri alla commissione bilancio della camera, il governo farà un ulteriore ricorso all'indebitamento con un decreto legge verso la metà di luglio. Visto quanto già successo sul decreto elezioni 2020, e gli ultimi cambi di gruppo, il voto al senato sullo scostamento di bilancio sarà certamente da monitorare con attenzione. Potrebbe infatti essere una nuova occasione per l'opposizione di mettere in forte difficoltà il governo.

 

Foto: Palazzo Chigi - Licenza

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