Nuovo governo, riprendono i cambi di gruppo Equilibri di aula

Con la nascita del governo Conte II ci sono stati già 7 cambi di gruppo. Il nuovo esecutivo ha avuto molte ripercussioni sullo scenario politico nazionale, ed è ripreso il valzer parlamentare.

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Se questa legislatura aveva segnato un forte rallentamento nel fenomeno dei cambi di gruppo, le ultime settimane hanno decisamente cambiato le cose.

Possiamo parlare di conseguenze indirette della crisi di governo estiva che si è conclusa con la nascita del secondo governo Conte, un evento che ha lasciato il segno in parlamento. Il passaggio dall’alleanza 5stelle-Lega a quella 5stelle-Partito democratico ha infatti dato il via ad una serie di cambi di casacca nei gruppi parlamentari di Palazzo Madama e Montecitorio. Fino ad agosto i cambi di gruppo per scelta politica nella XVIII legislatura erano stati solo 7, da quando il presidente della repubblica ha affidato il secondo incarico a Giuseppe Conte il numero è raddoppiato.

Raddoppiati i cambi di gruppo politici con il governo Conte II.

L’on. Bignami ha lasciato Forza Italia per entrare in Fratelli d’Italia. Il partito di Silvio Berlusconi ha anche subito le perdite degli onorevoli Benigni, Gagliardi, Pedrazzini ed Sorte, tutti passati nel neo-nato movimento Cambiamo! di Giovanni Toti. Il siciliano Lo Monaco lascia la Lega per entrare nel gruppo Misto. Stessa destinazione di Matteo Richetti, che dopo la nascita dell’alleanza 5stelle-Pd ha deciso di lasciare il partito di Zingaretti e seguire Calenda nell’avventura di Siamo Europei.

Dopo quasi 2 anni di relativa tranquillità per i partiti in parlamento sembra ricominciare quella crisi che aveva contraddistinto la scorsa legislatura.

Il valzer dei cambi di gruppo

Come abbiamo avuto modo di raccontare nel corso della scorsa legislatura, il tema dei cambi di gruppo è fortemente attuale nel dibattito politico italiano.

Nel parlamento non esiste il vincolo di mandato, dando la possibilità a deputati e senatori di svolgere il loro incarico senza obblighi nei confronti di partiti, programmi elettorali o dei cittadini stessi. Un diritto che permette loro pure di cambiare gruppo politico di appartenenza in corso di legislatura. Vai a "Che cos’è il vincolo di mandato"

La scorsa legislatura (2013-2018) ha registrato un numero record di cambi di gruppo, ben 569, quasi 10 ogni mese. Un valore che aveva raddoppiato quanto accaduto nel quinquennio precedente (2008-2013), quando i cambi di casacca erano stati 261, circa 4 al mese.

Con l’avvio della XVIII legislatura, e del governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte, il fenomeno dei cambi di gruppo ha avuto un forte ridimensionamento. Fino alle dimissioni presentate dal presidente del consiglio lo scorso 20 agosto i cambi di gruppo erano stati solamente 28. Nelle ultime settimane appena passate però il dato è salito a 35. Parliamo di cifre ben lontane da quelle fatte registrare nelle legislature precedenti, ma il cambio di passo appare evidente.

Sono stati contati tutti i cambi di gruppo avvenuti nelle ultime 3 legislature.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis

Ancora più interessante è analizzare le diverse cause che hanno portato a questi cambi di gruppo. Quattordici di essi sono imputabili alla nascita in corso di legislatura del gruppo alla camera di Liberi e uguali, causando il passaggio di 14 deputati originariamente iscritti al gruppo misto, nel neo nato raggruppamento politico. Altri 7 cambi, di cui 4 alla camera e 3 al senato, sono stati "forzati", in quanto espulsioni imposte dal collegio dei probiviri del Movimento 5 stelle a quei parlamentari che hanno violato lo statuto e il codice etico del partito guidato da Luigi di Maio.

20% la percentuale di cambi di gruppo causati da espulsioni interne al Movimento 5 stelle.

Solamente 14 cambi, sui 35 totali, possono essere considerati politici, riconducibili cioè a scelte autonome prese da parlamentari in contrasto con il proprio gruppo politico di appartenenza. Di questi, 7 erano avvenuti nei primi 17 mesi di legislatura, e altri 7 da fine agosto ad oggi. Questo di fatto certifica come la crisi politica estiva abbia scombussolato non poco gli equilibri all'interno del parlamento, toccando un po' tutti gli schieramenti presenti alla camera e al senato.

+25% i cambi di gruppo in parlamento con il nuovo governo Conte.

Chi ha cambiato gruppo con l'inizio del governo Conte II

Le conseguenze per il cambio di governo non si sono fatte attendere a Montecitorio e Palazzo Madama. Da quando a Giuseppe Conte è stato affidato nuovamente l'incarico per formare un nuovo governo, 7 parlamentari hanno cambiato gruppo di appartenenza: 6 alla camera e 1 al senato.

Il primo è stato Galeazzo Bignami, deputato dell'Emilia-Romagna al suo primo incarico parlamentare, che ha deciso di lasciare Forza Italia per passare a Fratelli d'Italia:

La linea politica di FI è sotto gli occhi di tutti. Sempre più spesso, autorevoli esponenti del partito marcano la distanza dal centrodestra e immaginano un dialogo con il Pd. Legittimo che lo vogliano. Io no. Non sarei coerente con la storia politica mia e della mia famiglia

Gli abbandoni all'interno del partito fondato da Silvio Berlusconi però non si sono fermati lì. Il 9 settembre gli onorevoli Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini ed Alessandro Sorte hanno deciso di lasciare il gruppo parlamentare di Forza Italia alla camera per passare al gruppo Misto. I 4 deputati sono considerati molto vicini a Giovanni Toti, il politico di centrodestra, nonché governatore della regione Liguria, che proprio in contrasto con Forza Italia ha recentemente lanciato il suo nuovo soggetto politico chiamato "Cambiamo!".

Nel Misto della camera nasce la componente di Cambiamo!, il neo nato movimento politico di Toti.

Non raggiungendo la soglia minima per creare un gruppo parlamentare, come neanche quella per creare una componente all'interno del gruppo Misto, i 4 fuoriusciti da Forza Italia si sono aggregati alla componente di 10 volte meglio, formando così "Cambiamo! - 10 volte meglio". Questi movimenti di fatto rafforzano l'asse Salvini-Toti-Meloni, tagliando sempre più fuori Forza Italia e Berlusconi dalle future dinamiche del centrodestra.

-5 deputati per Forza Italia a causa dei cambi di gruppo delle ultime settimane.

Sempre nel centrodestra, anche la Lega di Salvini ha subito una perdita. Parliamo nello specifico del deputato Carmelo Lo Monte, siciliano, alla sua quarta legislatura e da anni uno degli uomini più in vista del Carroccio in Sicilia. La rottura è stata causata dall'atteggiamento assunto dalla Lega nell'ultimo periodo, rea, a detta sua, di non interessarsi del sud. Una decisione che è stata presa dopo che la Lega ha deciso di commissariare anche la provincia del deputato, quella di Messina:

Ho dovuto prendere atto che questi di adesso sono più nordisti dei leghisti della prima ora, in tutto il Mezzogiorno c'è un commissario, tutti provenienti dal Nord, dalla Lombardia. [...] Domenica, alla vigilia del voto di fiducia in Aula al governo Conte, ho letto dai giornali, senza che ne sapessi nulla, che il giullare da due soldi di Salvini in Sicilia "Stefano Candiani" aveva commissariato anche la mia provincia, quella di Messina, così ho lasciato la Lega per il gruppo Misto

Anche nella neo nata maggioranza i dissensi non sono mancanti. In sede di dichiarazioni di voto sulla fiducia al nuovo governo, i senatori Gianluigi Paragone (M5s)Matteo Richetti (Pd) hanno dichiarato che avrebbero votato in dissenso con i relativi gruppi di appartenenza, trovandosi in forte disaccordo con il nuovo accordo parlamentare. Entrambi infatti si sono astenuti sul voto di fiducia a Palazzo Madama, e non hanno seguito la linea dettata da Movimento 5 stelle e Partito democratico.

Per ora solo Richetti ha ufficializzato il suo passaggio al gruppo Misto. Un'azione, quella del senatore, che segue anche la rottura, per i medesimi motivi, dell'europarlamentare Carlo Calenda con il partito di Zingaretti. Il rilancio di Siamo Europei rappresenta un primo, per quanto contenuto, segnale di crisi all'interno del Partito democratico. A questo evento si aggiungono le continue voci di una scissione dei Renziani, con la nascita di nuovi gruppi parlamentari.

1/2 dei cambi di gruppo politici sono avvenuti nelle ultime settimane.

Torna la crisi dei partiti?

Il boom di cambi di gruppo nella scorsa legislatura era stato causato da una vera e proprio esplosione di tutti i principali partiti politici che avevano partecipato alle elezioni politiche del 2013.

Il Partito democratico, in seguito all'avvento della segreteria Renzi, testimoniò la scissione interna di Articolo 1-Mdp, con l'uscita dal partito di esponenti storici come Bersani e D'Alema. Il Popolo delle libertà dopo i primi mesi di legislatura smise di esistere, con la nascita del Nuovo centrodestra, sotto la guida di Angelino Alfano, e la rinascita di Forza Italia con Silvio Berlusconi. Discorso ancora più complicato per Scelta civica per l'Italia, il partito creato dall'ex presidente del consiglio Mario Monti. Il movimento ebbe una storia molto travagliata, con prima la rottura tra Scelta Civica da un lato e Per l'Italia dall'altro, poi la trasformazione in Civici e innovatori.

Tornano i cambi di gruppo: ricomincia la crisi dei partiti?

Insomma l'alto numero di cambi di gruppo fu causato da una vera e propria crisi del sistema partitico italiano, con la continua nascita di nuovi soggetti politici, che rivoluzionarono completamente lo scenario parlamentare del paese rispetto alle elezioni politiche. Con l'avvio dell'attuale legislatura le cose sembravano cambiate, e il basso numero di cambi di gruppo per molti mesi ha dimostrato quanto il sistema partitico dato dai nuovi equilibri parlamentari stesse reggendo. La scissione di Toti da Forza Italia con il lancio di Cambiamo!, la rottura di Siamo Europei, e forse di Renzi, con il Partito democratico, e le ricorrenti voci di dissenso interno al Movimento 5 stelle di fatto segnano un cambio di tendenza.

Il sistema non sembra più reggere, e l'impennata nel numero di cambi gruppo ne è la conferma. Sarà quindi interessante monitorare l'evoluzione delle dinamiche politiche nei prossimi mesi, per vedere se e come continuerà a cambiare l'equilibrio politico tra i partiti italiani.

Foto credit: Twitter ufficiale di Matteo Richetti

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