L’offerta di aree sportive all’aperto per bambini e ragazzi #conibambini

La giornata tipo dei bambini si svolge soprattutto in luoghi chiusi, e circa uno su 5 è sedentario. Ricostruiamo l’offerta di aree sportive all’aperto nelle città italiane rispetto ai minori residenti.

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Per i bambini e i ragazzi nell’età dello sviluppo praticare sport è fondamentale. Per molte ragioni: dagli effetti positivi sullo sviluppo fisico e mentale, all’occasione che offre per apprendere valori come il rispetto verso gli altri e il gioco di squadra. Aspetti che riguardano un diritto tutelato dalla convenzione sui diritti dell’infanzia: quello al gioco (art. 31).

Per questi motivi è importante che nelle città siano presenti impianti e aree sportive dove bambini e ragazzi possano fare sport. La carenza di strutture organizzate è infatti uno dei fattori che limita questa possibilità.

In Italia, negli ultimi anni, la pratica sportiva è aumentata tra i più giovani, almeno rispetto alle generazioni precedenti. Rispetto all’inizio dello scorso decennio, bambini e ragazzi sedentari sono diminuiti in tutte le fasce d’età.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Gennaio 2019)

Allo stesso tempo però, nonostante la tendenza al calo, la quota di bambini e ragazzi che non praticano nessuno sport non va trascurata. Il 20% dei bambini tra 6 e 10 anni non fa alcuna attività. E così quasi il 15% di quelli tra 11 e 14 anni e il 17,3% dei giovani 15-17 anni.

1 su 5 i bambini tra 6 e 10 anni che non praticano nessuno sport.

 

I motivi per cui non viene praticato nessuno sport

Sulla sedentarietà possono incidere vari fattori, che variano a seconda dell'età del minore. Ad esempio, nella fascia 3-5 anni il motivo preponderante è l'età del bambino.

Nelle altre fasce, vengono citate molto spesso come cause per l'inattività la mancanza di tempo e interesse. Ma non sono infrequenti anche cause legate alla condizione economica del nucleo familiare. Queste riguardano il 20% dei ragazzi tra 11 e 17 anni e quasi il 30% dei bambini tra 6 e 10 anni.

I totali superano 100 perché erano possibili più risposte.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 19 Ottobre 2017)

 

Questi dati suggeriscono come, oltre alle motivazioni legate alla volontà, alla salute e alla conciliazione dei tempi, non di rado la causa risieda in disuguaglianze di tipo economico o territoriale.

Le raccomandazioni europee invitano gli stati membri a superare gli ostacoli legati al costo, che spesso sono una barriera insormontabile per le famiglie a basso reddito. Allo stesso tempo, molte volte il problema è anche nella mancanza di impianti e aree sportive, citata in circa il 10% dei casi.

Questa causa è stata identificata anche nelle analisi di Istat come una delle più importanti nel determinare la disparità di accesso all'attività sportiva.

L’attitudine alla pratica sportiva non è omogenea nelle diverse regioni del paese anche, verosimilmente, per una differente disponibilità di strutture organizzate.

I divari regionali nell'attività sportiva

Nella pratica sportiva infatti le differenze territoriali risultano piuttosto profonde. In 3 regioni (Lazio, Umbria e Toscana) oltre il 60% dei minori pratica sport con continuità. Le regioni al di sotto della media regionale sono tutte del mezzogiorno.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat per Gruppo Crc
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Dicembre 2019)

In particolare in Campania e Sicilia meno di un terzo dei bambini e ragazzi pratica sport con continuità.

Le aree sportive all'aperto nelle città italiane

La presenza di spazi aperti attrezzati per lo svolgimento di attività sportive è fondamentale per i minori che vivono nelle aree più urbanizzate. Non solo per la possibilità di praticare sport all'aria aperta, ma anche come occasione di socialità.

Osservando i dati sulla presenza di tali spazi nei capoluoghi di provincia, emergono ricorrenze rispetto a quanto visto in precedenza sulla pratica sportiva dei minori nelle regioni. Le città del sud hanno meno aree sportive, così come le regioni del mezzogiorno risultano quelle con meno bambini e ragazzi che praticano sport con continuità.

Le aree sportive all’aperto sono spazi a servizio ludico ricreativo adibite a campi sportivi, piscine, campi polivalenti, aule verdi etc. I dati mostrano i metri quadri di aree sportive disponibili, in rapporto al numero di residenti 0-17. Non sono disponibili i dati per le città di Verona, Roma, Salerno e Matera.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Con oltre 60 metri quadri per residente 0-17, Ferrara e Pordenone sono i comuni capoluogo con la maggior offerta di aree sportive. Al terzo posto invece Oristano, che con 58 metri quadri per minore si distingue dagli altri capoluoghi del sud, insieme a Benevento (36,4 mq).

Le altre città del mezzogiorno presentano quote ampiamente inferiori, per la maggior parte inferiori ai 10 metri quadrati per minore.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulle aree sportive sono i dati ambientali di Istat.

 

Foto credit: Flickr andrea castelli - Licenza

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