Quanto conta la presenza delle palestre nelle scuole #conibambini

Lo sport ha una funzione educativa riconosciuta da tutti i sistemi scolastici Ue, che difatti lo prevedono come materia didattica. Vediamo quante sono in Italia le scuole dotate di una palestra o di una piscina.

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Sono tanti gli aspetti della crescita del bambino su cui incide l’attività sportiva. Dal diritto del minore a uno sviluppo fisico equilibrato, alla possibilità di instaurare relazioni positive in un contesto di gioco. Senza considerare la valenza educativa dello sport, l’apprendimento delle regole del gioco e il rispetto verso avversari e compagni.

Caratteristiche che ne fanno a pieno titolo una materia educativa, non a caso prevista dall’offerta didattica di tutti i sistemi scolastici dell’Ue, come rilevato dalle analisi di Eurydice.

Tutti i paesi europei riconoscono l’importanza dell’educazione fisica a scuola. La materia è parte di tutti i curricoli centrali ed è obbligatoria nell’istruzione primaria e secondaria inferiore di tutta l’Europa.

L’importanza delle palestre scolastiche

Queste ragioni hanno portato in Italia a riconoscere anche dal punto di vista normativo l’importanza che rivestono le palestre nella programmazione dell’edilizia scolastica. In primo luogo per assicurare a ragazze e ragazzi che le ore di educazione fisica si svolgano in un contesto idoneo.

Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali. La programmazione degli interventi (…) deve garantire (…) la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base.

Le palestre delle scuole possono essere utilizzate per attività pomeridiane.

La presenza di palestre non è importante solo per le attività curricolari della scuola. Gli impianti sportivi degli istituti possono essere valorizzati anche per attività pomeridiane, diventando un punto di riferimento per le famiglie del territorio. Ad esempio, a partire dagli anni ’70 in alcune città le palestre scolastiche sono state utilizzate per promuovere lo sport a prezzi accessibili. Possono diventare quindi un presidio sociale e educativo per il territorio, sia la periferia di una grande città o un comune interno. Un ruolo particolarmente importante per le famiglie con meno possibilità economiche.

Ma in Italia, e nei singoli territori, quante sono le scuole con la palestra?

Quante scuole hanno la palestra

Questo dato è raccolto dal Ministero dell’istruzione (Miur) e ci aiuta a capire quanti edifici scolastici hanno una palestra o una piscina annessa. Ciò ovviamente non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non abbiano accesso alla palestra, in altri istituti o in impianti sportivi del territorio.

Stando ai dati 2017, mediamente in Italia 4 scuole su 10 sono dotate di impianti sportivi, come palestre o piscine.

40,7% gli edifici scolastici in Italia che hanno una palestra o una piscina.

Questa quota varia molto a seconda dell’area del paese. Tra le regioni, quelle dove più edifici scolastici hanno la palestra sono Friuli Venezia Giulia e Piemonte. In queste due regioni la quota supera il 50%. Si collocano al di sopra della media nazionale anche altre 8 regioni, tra cui Toscana, Lazio e Marche.

Il dato indica quanti edifici scolastici hanno una palestra o una piscina annessa. Ciò non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non abbiano accesso alla palestra, in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. Non sono disponibili i dati per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

Le regioni con meno palestre nelle scuole al contrario sono Calabria (22,32%) e Campania (25,7%).

Scendendo a livello di province, nel centro-nord, oltre a Varese (57%) e Monza (56%), spiccano alcune province delle regioni in cima alla classifica. Nel Friuli Venezia Giulia 3 su 4 superano o si avvicinano alla quota del 60% di scuole con la palestra: Pordenone (65%), Trieste (61%), Udine (58%). In Piemonte il dato più alto si raggiunge nella città metropolitana del capoluogo, Torino, con il 58%. In Toscana i valori più alti a Prato (59%), Firenze e Massa Carrara (55%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

Da segnalare il dato abbastanza elevato di alcune province collocate in regioni al di sotto della media. Caltanissetta (55% a fronte di una media siciliana del 37%) e Savona (53% rispetto al 40% della Liguria). Al netto di questi casi, la percentuale più alta di palestre nelle scuole si riscontra nelle 3 province friulane, a Prato e Torino.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

Le 10 province dove meno scuole hanno una palestra o una piscina annessa in 9 casi appartengono al mezzogiorno. Fa eccezione Rimini con il 23,2%, al di sotto della media della media regionale pari al 34,64%. Da notare che in cima alla classifica ci sono 4 delle 5 province calabresi. Nella città metropolitana di Reggio Calabria poco più di un edificio scolastico su 5 (20,42%) è dotato una palestra o di una piscina. Cifre simili, e solo di poco superiori, a Vibo Valentia, Cosenza e Crotone. L'altra provincia calabrese (Catanzaro) sfiora il 25%.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati utilizzati per l'articolo è il Miur.

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