Il disagio delle famiglie nelle città metropolitane di Milano, Genova e Torino #conibambini

In Italia settentrionale le regioni a ovest sono le più colpite dal disagio economico. Per ricostruire la diffusione del fenomeno nell’area, abbiamo visto la presenza di famiglie in disagio nelle città metropolitane e nei singoli comuni che le compongono.

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In Italia 27 persone su 100 vivono in condizioni a rischio di povertà o esclusione sociale. Una situazione che si aggrava ulteriormente nel sud del paese, dove tutte le regioni presentano valori di disagio economico e sociale superiori alla media nazionale.

43,8% le persone a rischio povertà o esclusione sociale nel sud Italia, nel 2018.

Le percentuali di rischio povertà o esclusione sociale sono quindi più alte nelle regioni del sud. Tuttavia, non va sottovalutato l’impatto di questo fenomeno anche in altre aree del paese.

Il dato considera l’insieme di persone: a rischio povertà (guadagnano meno del 60% del reddito mediano nazionale), in condizioni di deprivazione materiale (non riescono a pagare affitto, riscaldamento), che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (gli adulti lavorano meno del 20% del proprio tempo di lavoro potenziale).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: venerdì 30 Agosto 2019)

Le grandi regioni del nord-ovest Liguria, Piemonte e Lombardia hanno le più alte percentuali di rischio povertà o esclusione sociale, superate solo dalla provincia autonoma di Trento, a quota 20,6%.

Al fine di analizzare in modo dettagliato la presenza del fenomeno in queste tre regioni, è necessario approfondire il livello di osservazione.

L'assenza di dati comunali aggiornati pone limiti alle analisi.

Purtroppo, mentre a livello nazionale e regionale i dati sul rischio di povertà sono recenti (2018) e relativi a tutta la popolazione, per le province, le città metropolitane e i comuni la disponibilità dei dati è più limitata. Innanzitutto l'indicatore è diverso: non si parla di persone a rischio povertà o esclusione sociale, ma di famiglie in potenziale disagio economico. Inoltre, i dati comunali e provinciali relativi a tale indicatore risalgono al 2011, anno in cui è stato effettuato l'ultimo censimento.

Nonostante queste problematiche, i dati locali sono il presupposto per indagare l'effettiva frequenza di un fenomeno sul territorio. Nel nostro caso, per approfondire l'analisi sulle regioni del nord-ovest, abbiamo considerato l'incidenza delle famiglie in potenziale disagio economico nelle tre città metropolitane di Genova, Torino e Milano.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

La città metropolitana di Torino registra la maggiore incidenza di famiglie in potenziale disagio economico: 1,5 su 100. Seguono, a una distanza molto limitata, Genova (1,4%) e Milano (1,1%).

Considerando la dimensione familiare del fenomeno, è necessario approfondire ulteriormente l'analisi a un livello di maggiore prossimità ai cittadini: il livello comunale. Abbiamo quindi indagato la presenza di famiglie in disagio nei singoli comuni che compongono le città metropolitane. Dal quadro complessivo, sono emersi i seguenti elementi:

  • i comuni capoluogo presentano dati in linea con la media della rispettiva città metropolitana;
  • dove il dato medio di disagio economico è più alto, il divario tra comuni sull'incidenza del fenomeno è più ampio;
  • in tutte e tre le città metropolitane, i comuni con un'elevata percentuale di famiglie in disagio registrano anche un alto tasso di giovani neet.

Milano

Tra le città metropolitane considerate, Milano registra il livello più basso di disagio economico, pari a 1,1%. Un fenomeno che, tuttavia, coinvolge in misura diversa tutti i comuni del territorio.

100% i comuni della città metropolitana di Milano dove sono presenti famiglie in disagio economico, nel 2011.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Milano è il capoluogo con il più basso tasso di famiglie in disagio, rispetto a Genova e Torino.

Il comune di Milano ha un tasso di famiglie in disagio pari a 1,2%, a soli 0,1 punti percentuali in più rispetto alla media (1,1%). Per quanto riguarda il resto della città metropolitana, le percentuali più alte di famiglie in disagio si registrano in comuni diversi tra loro. Da un lato, si tratta di territori poco popolosi e ai confini della città metropolitana, come Bubbiano e Besate che, con 2 famiglie in disagio ogni 100, sono i primi per incidenza del fenomeno in tutta la città metropolitana. Dall'altro, anche territori più centrali e vicini al capoluogo presentano percentuali di famiglie in disagio superiori alla media (1,1%). Tra questi Basiglio (1,8%) e Rozzano, a quota 1,6% insieme a Pioltello.

1,8 il divario in punti percentuali tra il tasso più alto e il più basso di famiglie in disagio, nei comuni della città metropolitana di Milano.

È bene ricordare che, a parità di valori percentuali, in un comune con più abitanti il tasso di famiglie in disagio corrisponde a un maggior numero di famiglie in valore assoluto. Al fine di comprendere meglio la portata del fenomeno, abbiamo dunque circoscritto la nostra analisi ai comuni più popolosi della città metropolitana.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Per tasso di famiglie in disagio, Rozzano e Pioltello sono sia i primi tra i territori con più residenti, sia il sesto e il settimo tra tutti i comuni della città metropolitana. Da notare invece che, tra i comuni polo di provincia, è il capoluogo insieme a Legnano a registrare il livello più alto: 1,2%, seguiti da Rho a quota 1,1%.

I poli sono comuni baricentrici sul territorio in termini di servizi, come scuole, ospedali e stazioni ferroviarie. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Il disagio economico delle famiglie ha conseguenze sulla condizione dei giovani.

Una condizione di potenziale disagio ha conseguenze che vanno oltre la carenza di risorse economiche. I giovani che provengono da contesti svantaggiati sono tra quelli che più spesso incontrano difficoltà a completare il percorso di studi e che, anche per questo motivo, faticano a entrare nel mercato del lavoro.

Al fine di verificare la relazione tra disagio economico e condizione giovanile, vediamo per ogni comune della città metropolitana, la percentuale di famiglie in disagio e la percentuale di giovani neet. I neet sono i giovani tra i 15-29 anni di età che non sono occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione.

A ogni punto corrisponde un comune della città metropolitana. Sull’asse orizzontale le rispettive percentuali di famiglie in disagio economico, su quello verticale le percentuali di neet (giovani tra i 15-29 anni non occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione). La linea rappresenta il trend della relazione tra i due indicatori.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Milano: il comune di Besate è al secondo posto sia per tasso di neet, che per tasso di famiglie in disagio.

La linea mostra come ad alte percentuali di famiglie in disagio economico tendono a corrispondere alte percentuali di neet. Questa relazione non vale per ciascun comune della città metropolitana, ma in molti casi si verifica questa ricorrenza. Se si osservano i comuni con più neet e i comuni con più disagio, è possibile notare che Pioltello, Besate, Baranzate e Grezzago sono tra i territori con le più alte percentuali di entrambi i fenomeni.

Genova

Sono 1,4 le famiglie su 100 in potenziale disagio economico nella città metropolitana di Genova. Un fenomeno che, anche in questo caso, riguarda la quasi totalità del territorio.

97% i comuni della città metropolitana di Genova dove sono presenti famiglie in disagio economico, nel 2011.

È da sottolineare che gli unici due comuni che non registrano nessuna famiglia in disagio, Gorreto e Fascia, sono territori poco popolosi, con circa 100 residenti in totale.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Genova è l'unico capoluogo a non superare la media di famiglie in disagio, a differenza di Milano e Torino.

Con 1,3% di famiglie in potenziale disagio economico, il comune di Genova è in linea con la media della città metropolitana (1,4%) ma non la supera, anche se solo per 0,1 punti percentuali. I comuni che invece registrano le percentuali più alte di famiglie in disagio sono perlopiù poco popolosi e appartenenti alle aree interne della città metropolitana. Tra questi, il livello più alto si registra a Rondanina, un comune con meno di 100 residenti e il 4% di tasso di disagio. Seguono Portofino (3,9%) e Coreglia Ligure (2,4%). Insieme a questi territori, è il 46% dei comuni a superare la media dell' 1,4%.

3,7 il divario in punti percentuali tra il tasso più alto e il più basso di famiglie in disagio, nei comuni della città metropolitana di Genova.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Con quasi 2 famiglie su 100 in potenziale disagio economico, Lavagna è al primo posto tra i più popolosi e ottava in tutta la città metropolitana, per incidenza del fenomeno. Seguono Rapallo (1,7%), Chiavari (1,6%) e Santa Margherita Ligure (1,5%), tutti al di sopra della media dell' 1,4%.

A ogni punto corrisponde un comune della città metropolitana. Sull’asse orizzontale le rispettive percentuali di famiglie in disagio economico, su quello verticale le percentuali di neet (giovani tra i 15-29 anni non occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione). La linea rappresenta il trend della relazione tra i due indicatori.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Genova: Coreglia Ligure e Rondaina sono tra i primi tre comuni sia per neet che per famiglie in disagio.

Anche nei comuni della città metropolitana di Genova, si conferma la ricorrenza tra questi due fenomeni: ad alte percentuali di famiglie in disagio economico corrispondono alte percentuali di neet.

Inoltre, la maggiore pendenza della linea di trend in questo grafico, rispetto a quello visto prima per Milano, suggerisce che nei comuni del genovese tale relazione è ancora più diretta.

Torino

La città metropolitana di Torino presenta un tasso di famiglie in disagio economico pari all' 1,5% , superiore sia al dato di Genova che a quello di Milano.

93% i comuni della città metropolitana di Torino dove sono presenti famiglie in disagio economico, nel 2011.

Per stimare l’incidenza delle famiglie in potenziale disagio economico, viene calcolato il rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie. I dati più recenti per province e comuni risalgono al censimento del 2011.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat censimento 2011
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2012)

Il comune di Torino ha un tasso di famiglie in disagio più alto di quello di Milano e Genova.

Nel capoluogo, 1,7 famiglie su 100 sono in condizione di disagio. Un dato che supera di 0,2 punti percentuali la media della città metropolitana, pari a 1,5%. Percentuali maggiori di famiglie in disagio economico si registrano perlopiù in territori totalmente montani, poco popolosi e appartenenti alle aree interne della città metropolitana. Tra questi, Claviere è al primo posto con 5,8 famiglie su 100 in potenziale disagio, seguito da Trausella (4,8%) e Cinzano (4,5%). Superano la media dell'1,5% anche i comuni polo di Torino, Pinerolo, Chivasso e Moncalieri. Solo Ivrea resta al di sotto di questa soglia, con 1,2 famiglie in disagio su 100.

5,6 il divario in punti percentuali tra il tasso più alto e il più basso di famiglie in disagio, nei comuni della città metropolitana di Torino.

Rapporto percentuale tra il numero di famiglie con figli con la persona di riferimento in età fino a 64 anni nelle quali nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro e il totale delle famiglie.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Così come i comuni di Nichelino e Pinerolo, Torino registra 1,7 famiglie su 100 in potenziale disagio economico, il livello più alto tra i territori più popolosi della città metropolitana. Al di sopra della soglia dell'1,5% anche il comune di Moncalieri, a quota 1,6%.

A ogni punto corrisponde un comune della città metropolitana. Sull’asse orizzontale le rispettive percentuali di famiglie in disagio economico, su quello verticale le percentuali di neet (giovani tra i 15-29 anni non occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione). La linea rappresenta il trend della relazione tra i due indicatori.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Torino: Claviere è primo sia per neet che per famiglie in disagio.

Anche nei comuni della città metropolitana di Torino, esiste una ricorrenza tra alto tasso di famiglie in disagio e alta percentuale di neet.

Se si considerano i 10 comuni con la maggiore presenza di neet, infatti, 4 di loro sono anche tra i primi 10 comuni per incidenza di famiglie in disagio. Si tratta di Claviere, Cinzano, Sestriere e Pragelato.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sugli asili nido e servizi prima infanzia è Istat.

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