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Quello che gli adolescenti stanno apprendendo oggi, in che misura stanno sviluppando le proprie conoscenze e interessi, determinerà la direzione del paese tra pochi anni. Per questo è necessario monitorare la capacità del sistema educativo di investire su di loro. Fornendo gli strumenti per coltivare le potenzialità di ragazze e ragazzi.

La conoscenza è la chiave per scelte consapevoli.

Questo passa soprattutto dalle conoscenze e competenze che i più giovani acquisiscono nel proprio percorso educativo. Dalla capacità di leggere con spirito critico un testo, agli apprendimenti nelle scienze e in matematica. Dalla padronanza nelle lingue straniere a quella nell’utilizzo delle nuove tecnologie.

In una società che richiede sempre più competenze è fondamentale che il sistema educativo sia in grado di garantire a tutti – a prescindere dall’origine – questo tipo di strumenti cognitivi.

Molti dei problemi che minano il futuro dei più giovani hanno la loro radice in una mancanza di questi strumenti. Non a caso, molto spesso i fenomeni legati alla dispersione scolastica (abbandoni, bocciature, assenze, ritardi, sfiducia verso la possibilità di riuscire nel percorso di studi) sono correlati ai livelli di apprendimento.

Dati 2018 per le competenze in lettura della Spagna non disponibili.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat e Ocse-Pisa
(ultimo aggiornamento: giovedì 23 Aprile 2020)

Se il percorso educativo - a scuola e fuori - offre vere possibilità di apprendimento, per tutti, anche la motivazione degli studenti migliora. Per gli adolescenti, ciò significa una maggiore fiducia in sé stessi e nel sistema educativo, e anche un minor rischio abbandono.

Anche se (...) le ragioni di fondo che determinano l’abbandono precoce da parte degli studenti sono estremamente individuali, esistono alcuni elementi comuni: difficoltà di apprendimento, problemi socioeconomici o mancanza di motivazione, di orientamento o di sostegno.

Per questo il livello di istruzione degli adolescenti di oggi va considerata una priorità dell'intera società. Perché significa investire sulla prossima generazione che accederà all'età adulta. E quindi, in un tempo non troppo lungo, contenere i rischi connessi alla disoccupazione giovanile, alla precarietà, all'emarginazione sociale.

Dare agli adolescenti gli strumenti per scegliere

In ambito internazionale, il livello delle competenze degli adolescenti viene monitorato periodicamente con le ricerche di Ocse-Pisa. Nella capacità di comprendere un testo scritto, gli adolescenti italiani si trovano indietro rispetto ai maggiori paesi dell'Unione europea e alla media Ocse.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Ocse-Pisa
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Dicembre 2019)

Pur in una tendenza generale alla flessione, il divario con la media Ocse si è allargato nell'ultima rilevazione disponibile (2018). Ciò porta a riflettere sugli strumenti in possesso degli adolescenti italiani, rispetto ai loro coetanei di altri paesi. E quindi anche sulle loro opportunità in futuro.

Anche perché, a fronte delle medie nazionali, all'interno di ciascun paese è necessario monitorare anche i divari interni nell'acquisizione delle competenze. In questo modo si può valutare quanto un sistema educativo sia equo.

Purtroppo sembra ancora lontano l'obiettivo di offrire a tutti, indipendentemente dall'origine sociale, la capacità di comprendere un testo, conoscere una lingua, di avere gli strumenti per coltivare i propri interessi.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Invalsi
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Luglio 2019)

 

Da questi dati emerge una forte compromissione del diritto alla scelta. Se questa è una prerogativa essenziale dell'adolescenza, simili divari sono destinati a limitare le scelte che i ragazzi potranno fare. Purtroppo, il primo vero divario resta ancora oggi quello legato all'origine sociale.

Come il diritto alla scelta può essere compromesso da disuguaglianze sociali

Se non hai gli strumenti per investire sulle tue aspirazioni le tue possibilità sono limitate. Ciò è ancora più grave se consideriamo che, guardando agli apprendimenti Invalsi, questi sono sistematicamente inferiori tra i figli delle famiglie con status socio-economico-culturale più basso.

Tra gli alunni di terza media, all'ultimo anno prima della scelta dell'indirizzo da prendere, i divari sociali sono molto ampi. Chi ha alle spalle una famiglia con status socio-economico-culturale alto, nel 54% dei casi raggiunge risultati buoni o ottimi nelle prove di italiano. Per i loro coetanei più svantaggiati, nel 54% dei casi il risultato è insufficiente.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Invalsi
(ultimo aggiornamento: venerdì 2 Agosto 2019)

Nell'adolescenza i divari di partenza si allargano.

Questi dati ci dicono come la condizione sociale si trasmetta di generazione in generazione. Nascere in una famiglia con meno opportunità da offrire significa generalmente partire già svantaggiato anche sui banchi di scuola. Uno svantaggio che nei primi anni, solo in apparenza, può sembrare limitato. Ma che proprio con la crescita, e in particolare tra le medie e i primi anni delle superiori, emerge con forza.

Ed è proprio durante l'adolescenza che il divario tra alunni svantaggiati e non si acuisce.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Invalsi
(ultimo aggiornamento: venerdì 2 Agosto 2019)

Nel corso delle superiori, e in particolare in quinta superiore, l'ampiezza del divario torna in linea con quella registrata in quinta elementare. Ma a quel punto è anche probabile che molti di coloro che provenivano da una famiglia svantaggiata siano già rimasti indietro. E che sia l'effetto degli abbandoni precoci a ridurre (solo in apparenza) le distanze.

Una tendenza che ha conseguenze anche sui divari territoriali interni al paese.

Divari negli apprendimenti che diventano disuguaglianze territoriali

Il livello di educazione, di competenze e conoscenze è strettamente collegato allo sviluppo di un territorio. Nelle sue analisi sul ruolo dell'istruzione sul sistema economico-sociale, Ocse ha più volte sottolineato come le economie dei paesi membri dipendano dalla presenza di lavoratori altamente qualificati.

The economies of OECD countries depend upon a supply of highly skilled workers.

Questo vale non solo nel confronto tra stati, ma anche tra aree diverse di uno stesso paese.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Invalsi
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Luglio 2019)

Perciò gli ampi divari tra regioni del nord e regioni del sud in termini di apprendimenti non vanno assolutamente sottovalutati. Né del resto è indifferente il fatto che questi divari territoriali emergano soprattutto nell'adolescenza, e in particolare nelle rilevazioni delle scuole medie e superiori.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Invalsi
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Il fatto che intere aree del paese siano sistematicamente al di sotto delle medie nazionali ha due conseguenze. La prima è una compromissione del diritto alla scelta per gli adolescenti che vivono in questi territori. La seconda è anche economica, perché con questa tendenza i territori già svantaggiati sono destinati a rimanere svantaggiati.

Per queste ragioni è una priorità monitorare gli apprendimenti degli adolescenti, e i motivi per cui è proprio in questa fase che i divari diventano così ampi.

(...) è una significativa cartina al tornasole della scuola italiana poiché ci permette di supporre che al crescere degli anni di istruzione le disuguaglianze territoriali in termini di risultati, con un meccanismo “accumulativo” anziché “compensativo”, si fanno più nette e marcate, anziché annullarsi o, quantomeno, diminuire

Arrivati in seconda superiore, il gap tra i risultati dei ragazzi diventa molto ampio, anche confrontando i dati dei comuni capoluogo di provincia. Come si osserva dalla mappa, i risultati superiori alla media nazionale si concentrano soprattutto nell'Italia settentrionale. Mentre nel mezzogiorno solo poche eccezioni mostrano un livello di apprendimento sopra la media.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat e Invalsi
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Il contrasto è stridente. L'87% dei capoluoghi del nord Italia presenta un risultato superiore alla media italiana (200). Nell'Italia meridionale e centrale la quota di comuni che superano questa soglia scende rispettivamente al 25% e al 36%.

Un dato che, oltre a confermare i profondi divari territoriali tra gli adolescenti italiani, sembra essere legato alla quota di famiglie in disagio nelle città. I capoluoghi che hanno i migliori rendimenti sono generalmente anche quelli dove il disagio incide meno.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat e Invalsi
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

Ciò conferma la forte relazione tra famiglia d'origine, territorio e apprendimenti scolastici. Una relazione pericolosa per gli adolescenti, perché indica che in molti casi quello che apprenderanno non è indipendente da dove vivono e da quale famiglia provengono. Dal momento che i risultati decidono il percorso successivo, il rischio è una compressione del diritto alla scelta degli adolescenti.

I divari attuali non sono inevitabili.

Ma è una relazione pericolosa anche per la coesione del paese, perché sottintende la difficoltà nel riscatto per i territori già deprivati. Se oggi il sistema educativo non è ancora equo però, questo non significa che tali tendenze vadano date per scontate. Anzi, motivano un impegno ancora maggiore nell'istruzione e nello sviluppo di solide comunità educanti, in grado di accompagnare ragazze e ragazzi nelle proprie scelte.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. Le fonti dei dati sulle competenze sono Invalsi e Istat (statistiche sperimentali).

Foto credit: PhotoMIX-Company (Pixabay) - Licenza

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