Cambiano i dirigenti ma rimane la disparità di genere nei ministeri Mappe del potere

Presso i ministeri e la presidenza del consiglio sono poco meno di un terzo le donne a ricoprire incarichi amministrativi di vertice. Un dato in leggero calo rispetto allo scorso anno.

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I ministri sono le figure a cui la legge attribuisce il potere d’indirizzo dei rispettivi dicasteri. Sono loro, infatti, i responsabili politici dell’azione di queste strutture. Ma a conoscere realmente i ministeri e i loro meccanismi sono i dirigenti amministrativi. A questi compete la direzione dell’attività amministrativa e sono loro a esserne responsabili.

Proprio per questo, nonostante la loro attività sia meno esposta all’attenzione pubblica, è importante monitorare le varie dinamiche che li riguardano e tra queste anche quella di genere. Se pur in termini generici infatti la legge garantisce la parità nella presenza di uomini e donne in queste strutture. Un principio che tuttavia, fatica ad affermarsi.

Le pubbliche amministrazioni garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione

Le donne infatti hanno più difficoltà rispetto ai loro colleghi a vedersi riconoscere posizioni di vertice e, almeno nell’ultimo anno, su questo aspetto non si sono registrati miglioramenti. Al contrario tra novembre 2020 e novembre 2021 il numero di donne al vertice dei ministeri si è addirittura ridotto.

Segretari generali, direttori generali e capi dipartimento

Alcuni ministeri sono organizzati tramite direzioni generali e in questo caso è prevista anche la figura del segretario generale. Gli altri ministeri invece sono suddivisi in dipartimenti. In ogni caso a capo di queste strutture siedono dirigenti di prima fascia della pubblica amministrazione.

Tolta la presidenza del consiglio, cui corrisponde un ordinamento autonomo, le strutture amministrative di vertice di ciascun ministero possono essere organizzate alternativamente in dipartimenti o direzioni generali. Vai a "Come sono organizzati i ministeri"

Per verificare quante donne siedono ai vertici amministrativi dei ministeri abbiamo circoscritto l’analisi ai segretari generali, ai capi dipartimento e, nei ministeri in cui non sono previsti dipartimenti, ai direttori generali. Per la presidenza del consiglio invece sono stati inclusi il segretario generale, i vice, i capi dipartimento e i capi degli uffici. Quanto al ministero della difesa, cui corrisponde un ordinamento particolare previsto dal codice militare, sono stati considerati il segretario generale e i capi di stato maggiore.

La nomina a dirigenti di prima fascia deve seguire il principio generale di parità di genere (Art. 19 comma 4bis del D.Lgs 165/2001). Tuttavia non tutti i dirigenti di prima fascia ricoprono il ruolo di segretario generale, direttore generale o capo dipartimento. Le decisioni riguardanti questi incarichi infatti stanno in primo luogo in capo al ministro anche se poi, a seconda dei casi, la nomina avviene tramite decreto del presidente della repubblica o del presidente del consiglio.

3. Gli incarichi di Segretario generale di ministeri, gli incarichi di direzione di strutture articolate al loro interno in uffici dirigenziali generali e quelli di livello equivalente sono conferiti con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente, a dirigenti della prima fascia.
4. Gli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale sono conferiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente.

Si tenga presente inoltre che il meccanismo dello spoil system (Art. 19 comma 8 del D.Lgs 165/2001) prevede che dopo il voto di fiducia a un governo i segretari generali e i capi dipartimento cessino dal loro incarico se non rinnovati. Tuttavia questo non incide sul loro contratto di lavoro ma solo su quel particolare incarico.

Le donne ai vertici della pubblica amministrazione

Nei vertici dei ministeri e della presidenza del consiglio così considerati, sono poco meno di un terzo le donne che ricoprono incarichi di vertice. Con una considerevole variabilità tra le diverse strutture.

32,5% la quota di donne che ricoprono incarichi di vertice nei ministeri e presso la presidenza del consiglio, a novembre 2020 erano il 34,86%.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 19 Novembre 2021)

Il ministero in cui la presenza femminile si esprime maggiormente è quello della transizione ecologica. Qui infatti siede una donna al vertice di tutti e tre i dipartimenti di cui il ministero è composto.

Al secondo posto il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. In questo caso sono donne 2 dei 3 capi dipartimento.

Subito dopo il ministero del lavoro e delle politiche sociali, dove il ruolo di direttore generale è ricoperto da 5 donne e 3 uomini. A questi ultimi però va aggiunto il segretario generale, che in questo caso è un uomo.

3 i ministeri ai cui vertici amministrativi siedono più dirigenti donne che uomini.

Sia il ministero dell'economia che quello della giustizia invece hanno 4 dipartimenti e in entrambi i casi le posizioni di vertice sono equamente distribuite tra i due generi.

Negli altri 10 ministeri, oltre che presso la presidenza del consiglio, sono gli uomini a ricoprire la maggior parte degli incarichi di vertice.

I ministeri in cui la presenza femminile è sotto rappresentata

Tra questi comunque la presidenza del consiglio, il ministero della cultura e quello dell'interno mantengono una quota di donne dirigenti pari o leggermente superiore al 40%.

Peggio invece fanno il ministero dell'università (33,33%), quello dello sviluppo economico (20%) e quello della salute (16,67%). Dati come questi dovrebbero già essere considerati troppo bassi, ma ancora più grave è che in vari altri ministeri non è presente nessuna donna tra i vertici amministrativi.

5 i ministeri in cui non è presente alcuna donna negli incarichi amministrativi di vertice, lo scorso anno erano 3.

Si tratta in particolare dei ministeri degli esteri, del turismo, dell'istruzione, della difesa e delle politiche agricole. Nel caso della difesa questo è chiaramente legato al fatto che le figure di vertice sono militari, un settore in cui la predominanza maschile è ancora molto netta. Lo stesso però non si può dire per gli altri ministeri.

Quali incarichi per le donne

Nei 7 ministeri in cui è prevista la presenza di un segretario generale solo presso il ministero dell'università è una donna a ricoprire l'incarico.

1 il numero di donne a ricoprire l'incarico di segretario generale nei 7 ministeri in cui è previsto.

Anche presso la presidenza del consiglio è previsto il ruolo di segretario generale che, solo in questo caso, è affiancato da 3 vice, di cui 2 sono donne.

Più equilibrato è invece il dato che riguarda i capi dipartimento. In questo caso infatti sono quasi la metà le donne che ricoprono incarichi di questo tipo (47,83%).

Le donne tendono ad essere maggioranza nelle strutture che si occupano di personale, risorse umane e organizzazione.

I ruoli di vertice in cui è più frequente trovare una donna sono invece quelli legati all'organizzazione, al personale e alle risorse umane. Nelle 16 strutture analizzate infatti (15 ministeri più la presidenza del consiglio) 13 hanno direzioni generali o dipartimenti che indicano già dal nome che la struttura si occupa di questo tipo di attività. Ben 7 di queste strutture (il 53,8%) sono gestite da dirigenti donne.

I cambiamenti dell'ultimo anno

A novembre 2020 avevamo pubblicato un'analisi che prendeva in considerazione lo stesso perimetro. Nel corso dell'anno tuttavia varie cose sono cambiate. Innanzitutto è stato istituito il ministero del turismo, mentre è venuta meno la relativa direzione generale che fino allo scorso anno era in capo al ministero dei beni e delle attività culturali, che ora ha preso il nome di ministero della cultura. Inoltre lo scorso novembre non erano ancora stati nominati i vertici del nuovo ministero dell'università.

Il ministero della transizione ecologica e quello delle infrastrutture inoltre sono stati riformati e, oltre al cambio di nome, in entrambi i casi è stato aggiunto un dipartimento e sono state ridefinite le relative competenze. Alcuni incarichi vacanti lo scorso anno infine sono stati attribuiti.

Ma non solo le strutture hanno visto delle modifiche nel corso dell'anno. Tramite il meccanismo dello spoil system infatti il nuovo governo ha dovuto confermare o assegnare ad altro dirigente buona parte degli incarichi. In particolare sono 67 i dirigenti rimasti nella loro posizione, 10 quelli che hanno ricevuto un diverso incarico di vertice e 42 ad essere nuovi in queste posizioni.

Con tutti questi cambiamenti dunque ci si sarebbe potuti attendere dei miglioramenti anche nella composizione di genere. Al contrario nella maggior parte dei ministeri il numero di donne in posizione di vertice si è ridotto.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Novembre 2021)

Sono 3 infatti i ministeri che hanno visto crescere la percentuale di dirigenti donne e 6 quelli in cui la quota si è ridotta. Tra i primi troviamo innanzitutto il ministero della transizione ecologica che lo scorso anno, quando ancora aveva il nome di ministero dell'ambiente, aveva 2 uomini a capo dei suoi dipartimenti. Oltre a questo ci sono poi il ministero dell'interno e quello delle infrastrutture che passano da 1 a 2 capi dipartimento donne.

Tra le strutture in cui le donne al vertice sono meno invece si trovano i ministeri della cultura (-2), quello della giustizia (-1) e quello dello sviluppo economico (-1). Inoltre sia il ministero degli esteri che quello dell'istruzione avevano una sola donna al vertice lo scorso anno e nessuna nell'ultima rilevazione. Quanto al ministero della salute il numero totale di donne dirigenti non è cambiato, tuttavia l'assegnazione di due direzioni generali che lo scorso anno erano vacanti a due uomini ha abbassato la percentuale di donne al vertice.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 22 Novembre 2021)

 

Foto Credit: Wikimedia (Ministero dell'istruzione)

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