Anche sulle riforme del Pnrr ci sono difficoltà e ritardi Governo e parlamento

Anche l’approvazione delle riforme è indispensabile per realizzare il Pnrr. Nella seconda parte dell’anno sono previsti alcuni passaggi delicati come la legge sulla concorrenza e la spending review. Ciò nell’attesa della revisione complessiva del piano.

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Come noto, il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si suddivide in investimenti da un lato e riforme normative dall’altro. Nonostante sia un po’ passato in sordina nelle ultime settimane, anche questo secondo aspetto è fondamentale. Non solo per modernizzare e rendere più efficiente il paese ma anche, più concretamente, per ricevere i fondi, subordinati alla realizzazione di tutti gli interventi previsti, compresi quelli normativi.

Da questo punto di vista quindi il governo e il parlamento hanno un ruolo fondamentale. Sono infatti chiamati a pubblicare atti normativi primari (leggi, decreti legge, decreti legislativi) e secondari (i cosiddetti decreti attuativi) per implementare il piano.

73,4% il livello di completamento delle riforme del Pnrr secondo il nostro indicatore originale

L’avanzamento delle riforme è meno difficoltoso di quello degli investimenti – di cui si è parlato molto – ma non è privo di criticità. Innanzitutto entro la fine dell’anno devono essere completate 9 scadenze, con passaggi tutt’altro che semplici come quello dell’approvazione della legge annuale sulla concorrenza. In secondo luogo anche qui si registrano dei ritardi, tanto che il governo nella sua proposta di modifica del Pnrr è dovuto intervenire rivedendo al ribasso alcuni degli obiettivi iniziali. Non ultimo quello sulla lotta all’evasione fiscale

A che punto sono le riforme del Pnrr

Prima di vedere nel dettaglio a che punto sono le varie riforme, è necessaria una premessa. Gli interventi normativi in alcuni casi sono propedeutici alla realizzazione degli investimenti. È il caso ad esempio degli incentivi all’utilizzo dell’idrogeno. In altri invece le riforme sono slegate sono slegate, talvolta con dei propri target quantitativi da raggiungere. È il caso ad esempio della riforma sugli alloggi per gli studenti (maggior numero di posti letto disponibili) o di quella della giustizia (processi più rapidi e smaltimento dell’arretrato). Per questo motivo alcune riforme terminano il loro iter nei primi anni del Pnrr, lasciando spazio agli investimenti correlati. Mentre altre hanno un cronoprogramma che si conclude nel 2026.

I target sono indicatori di realizzazione quantitativi, come il numero di imprese che usufruiscono di determinati incentivi o l’incremento di personale nei tribunali. Vai a “Che cosa si intende per scadenze del Pnrr”

Non deve sorprendere quindi il fatto che, in generale, il cammino delle riforme si trovi in uno stato molto più avanzato rispetto a quello degli investimenti: semplicemente il loro percorso è iniziato prima.

In base anche alle informazioni rilasciate dalla camera dei deputati e dal nostro portale OpenPNRR possiamo osservare che sono 63 le misure e sottomisure normative che hanno già iniziato il loro iter.

In particolare 30 (47,6%) risultano aver già concluso il loro iter. Sono cioè già state completate al 100%. Da notare però che tra queste ve ne sono 8 che sono state approvate definitivamente in ritardo rispetto a quanto previsto dal cronoprogramma del Pnrr. Altre 25 sono invece ancora in corso.

Inoltre 9 misure durante il loro iter hanno incontrato alcuni elementi di difficoltà che le hanno poste in ritardo, rispetto alla tabella di marcia. Difficoltà che però, almeno per il momento, non hanno impedito al nostro paese di ricevere i fondi assegnati.

5 le riforme che devono ancora essere avviate.

Come noto, ogni misura del Pnrr deve essere realizzata rispettando un rigido cronoprogramma che prevede il completamento di diversi adempimenti con cadenza trimestrale. Considerando le riforme già avviate, le scadenze totali a cui adempiere tra il 2021 e il 2023 sono 89. Oltre l’80% di queste sono già state portate a conclusione (73, di cui 5 in ritardo). Mentre sono 9 le scadenze a cui adempiere entro la fine dell’anno. A queste se ne aggiungono 7 che risultano essere in ritardo dai semestri precedenti.

L’area tematica più toccata da questi adempimenti è quella legata alla pubblica amministrazione con 18 adempimenti programmati, di cui 5 ancora da completare. Seguono la transizione ecologica (17 scadenze di cui 2 in ritardo) e scuola, università e ricerca (11 di cui 2 da completare).

FONTE: elaborazione openpolis su dati OpenPNRR, governo e parlamento
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Agosto 2023)

Le prossime scadenze

Come anticipato, un terzo delle scadenze legate alle riforme previste per quest’anno è già stato portato a compimento. Sono invece 3 quelle che avrebbero dovuto essere completate entro il primo semestre ma che ancora mancano all’appello. La prima è l’aggiudicazione degli appalti pubblici per la realizzazione di stazioni di rifornimento. In questo caso il passaggio normativo propedeutico è stato portato a compimento con il decreto legislativo 199/2021 ma il traguardo previsto dalla scadenza non è stato raggiunto a causa delle poche domande presentate dagli operatori economici. Per questo motivo, peraltro, tale scadenza rientra nelle 10 per cui il governo ha presentato una prima richiesta di modifica del Pnrr.

Gli altri due interventi sono invece legati all’entrata in vigore della riforma della giustizia e a quella degli appalti e dei contratti pubblici. In questi ultimi 2 casi a mancare all’appello sono alcuni decreti attuativi.

Le scadenze sono riportate in ordine cronologico. Sono stati inseriti anche alcuni adempimenti legati a riforme che prevedono il loro completamento nel 2024. Questo per dare evidenza delle proposte di modifica presentate dal governo alla commissione europea nell’ambito del processo di revisione del Pnrr. Nella proposta di modifica è inoltre presente anche una misura completamente nuova: quella per l’introduzione di una zona economica speciale unica nel mezzogiorno.

FONTE: elaborazione openpolis su dati OpenPNRR, governo e parlamento
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Agosto 2023)

Per quanto riguarda invece le scadenze che dovranno essere completate entro la fine dell’anno (al netto della revisione del Pnrr di cui parleremo nel prossimo paragrafo) possiamo osservare che tra queste ve ne sono alcune tutt’altro che banali da raggiungere. La più rilevante riguarda probabilmente la definizione della legge annuale per la concorrenza per il 2022. Il disegno di legge si trova attualmente in discussione al senato e dovrà poi passare all’esame della camera per l’approvazione definitiva. Tema centrale della legge sarà l’energia ma saranno previsti interventi anche per quanto riguarda il commercio, sia fisico che digitale.

Tra le altre scadenze più significative troviamo poi l’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento delle guide turistiche. In questo caso l’iter è ancora più indietro. Sono presenti infatti diverse proposte di legge, tra cui una di iniziativa governativa, ma nessuna di queste ha ancora iniziato l’iter parlamentare. Entro la fine dell’anno infine il governo è chiamato anche a emanare un decreto legislativo di riforma del codice della proprietà industriale. Di questo decreto tuttavia ad oggi non si sa ancora niente. Il motivo è probabilmente da ricercare nel fatto che questa riforma rientra tra quelle oggetto di revisione.

Come cambiano le riforme con la proposta di revisione del governo

Come abbiamo anticipato, anche alcune riforme sono state inserite nella proposta di revisione del Pnrr che il governo ha presentato alla commissione europea. Com’è possibile vedere anche dalla tabella qui sopra, in alcuni casi le modifiche proposte riguardano aggiustamenti formali, non particolarmente rilevanti. In altri invece si vanno a modificare, anche in maniera significativa, gli obiettivi originari della misura. Con particolare riferimento ai target quantitativi.

In totale le proposte di modifica riguardano 26 scadenze complessive, alcune delle quali risalenti ai semestri precedenti, altre inizialmente previste per il 2024 e quindi ancora da avviare.

18 le riforme interessate dal processo di revisione del Pnrr.

Tra le modifiche più rilevanti vi è certamente quella relativa alla creazione di nuovi alloggi per studenti universitari. La proposta di modifica tocca diversi aspetti. Viene eliminato il vincolo legato alla realizzazione di sole camere singole. Inoltre il target finale della misura prevedeva inizialmente l’assegnazione di 60mila nuovi posti letto. Con la proposta di modifica invece ci si limiterà al solo requisito della creazione fisica degli alloggi. Per quanto riguarda invece la riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie, si propone di rinviare di 15 mesi tutte le scadenze previste originariamente per fine 2023 e fine 2024. Parliamo di ben 16 target in totale.

La proposta di revisione del Pnrr vede una riduzione degli obiettivi nella lotta all’evasione fiscale.

Relativamente alla riforma del codice degli appalti invece sono rivisti al ribasso gli obiettivi per il 2023 e il 2024 riguardanti la riduzione dei tempi per l’aggiudicazione dei lavori. Un ridimensionamento riguarderà degli obiettivi riguarderà anche la riforma della giustizia, in particolare rispetto alla riduzione degli arretrati nei tribunali che finora è stata inferiore alle attese. Tra gli elementi certamente più rilevanti delle proposte di modifica legate alle riforme vi è anche la lotta all’evasione fiscale. In questo caso si intende allentare gli obiettivi che originariamente prevedevano una riduzione della propensione all’evasione del 5% entro il 2025 e del 15% entro il 2026.

Un ultimo elemento degno di nota riguarda la proposta di introdurre una nuova riforma nel Pnrr. Si tratta della creazione di una nuova zona economica speciale unica del mezzogiorno che andrebbe a sostituirsi alle 8 attualmente esistenti.

Il capitolo RepowerEu

Nell’ambito della revisione del Pnrr, c’è anche la novità relativa al capitolo aggiuntivo sul RepowerEu. Il progetto con cui l’Unione europea ha voluto far fronte alla crisi energetica innescata dalla guerra tra Russia e Ucraina.

Il piano energetico europeo, da integrare nei Pnrr, prevede l’invio di risorse agli stati membri per finanziare progetti sull’energia. Vai a “Che cos’è il RepowerEu”

Così come il Pnrr, anche il Repower si compone di investimenti e riforme. Le misure normative previste dalla proposta del governo italiano sono 6. La maggior parte, logicamente, vede come organizzazione responsabile il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Ma sono coinvolti anche il ministero del lavoro e delle politiche sociali e il dipartimento della funzione pubblica.

Tra le innovazioni più rilevanti vi sono la creazione di un testo unico per l’autorizzazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Con tale innovazione si mira a semplificare e coordinare le disposizioni legislative vigenti e i relativi procedimenti amministrativi.

Altro passaggio particolarmente rilevante è quello legato alla definizione di una roadmap per la progressiva eliminazione dei sussidi inefficienti verso i combustibili fossili. Da notare infine significativi interventi normativi anche nel campo della formazione, sia nel settore pubblico che in quello privato. Ciò con l’obiettivo di dotare i lavoratori, inclusi quelli delle industrie tradizionali, delle necessarie competenze per la transizione ecologica.

Foto: GovernoLicenza

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