Definizione
La legge annuale sulla concorrenza ha lo scopo di rimuovere le barriere normative alla concorrenza, promuovere l’apertura dei mercati ai piccoli imprenditori e tutelare i consumatori. In pratica, si analizzano i settori economici cercando di capire se ci sono degli ostacoli che vincolino la libera iniziativa imprenditoriale.
Sul piano nazionale, la concorrenza è materia di competenza dello stato, come è scritto nell’articolo 117 della costituzione. Questo come altri ambiti deve essere gestito entro i limiti posti dall’ordinamento comunitario. I pilastri principali sono definiti negli articoli che vanno dal 101 al 109 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfeu). Su queste premesse, si poggia la legge 99/2009 che tra le altre cose introduce la redazione di questo documento annuale.
La legge viene proposta dal ministero dello sviluppo economico (Mise) al consiglio dei ministri. Va approvata in Cdm entro sessanta giorni dalla data di trasmissione della relazione annuale dell’autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm). Dopo aver interpellato la conferenza unificata e tenuto conto delle ulteriori note trasmesse dall’Agcm, il disegno di legge viene presentato in parlamento.
Dati
La legge si divide in sezioni che trattano temi diversi. All’inizio si spiegano le finalità concrete della legge, in seguito si definiscono gli ambiti in cui andare ad operare per favorire la concorrenza. C’è una parte finale legata al rafforzamento dei poteri antimonopolisitci e la clausola di salvaguardia, che garantisce l’ufficialità dell’atto normativo e permette l’applicazione della legge anche nei territori autonomi.
La legge annuale sulla concorrenza in sintesi
Capi, descrizioni e articoli della legge sulla concorrenza del 2021
FONTE: legge annuale sulla concorrenza 2021
(consultati: venerdì 21 Ottobre 2022)
9 i capi che raccolgono i 36 articoli della legge sulla concorrenza 2021.
Nel caso specifico della legge annuale per il 2021, tra gli argomenti trattati vi sono:
- eliminazione degli ostacoli al controllo delle concentrazioni;
- incentivi alle regioni per il ricorso al principio della concorrenza nei contratti di servizio pubblico locale (rifiuti, Tpl);
- semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di smaltimento dei rifiuti;
- introduzione di gare competitive per l’assegnazione dei contratti per le concessioni idroelettriche e portuali oltre che per la distribuzione del gas;
- revisione della regolamentazione degli spazi pubblici per la ricarica delle auto elettriche;
- riduzione dei tempi per l’avvio di un’attività imprenditoriale.
Vi sono inoltre anche una serie di iniziative relative al settore dell’energia. Tra cui:
- eliminazione graduale dei prezzi regolamentati per le microimprese e le famiglie a partire dal 1° gennaio 2023;
- adozione di misure di accompagnamento per sostenere la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’energia elettrica;
- aumentare la trasparenza della bolletta dell’energia elettrica consentendo ai consumatori di accedere alle sotto-componenti delle “spese per oneri di sistema”;
- eliminare l’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell’energia.
Da notare infine che, a seguito di proteste non sempre pacifiche, è stata eliminata dalla legge la parte relativa alla revisione della disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea (taxi, noleggio con conducente e forme simili).
Analisi
Da quando è stata introdotta nell’ordinamento italiano, la legge annuale sulla concorrenza è stata pubblicata una volta sola, nel 2017. Anche per questo motivo tale norma è stata inserita tra gli obiettivi legislativi previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Finora, la legge annuale sulla concorrenza è stata pubblicata una sola volta.
Questa è stata un’esplicita condizione posta dalle istituzioni europee ai fini dell’approvazione del piano italiano. Infatti nelle raccomandazioni di maggio 2020 si evidenzia la necessità per l’Italia di una semplificazione delle norme settoriali. L’obiettivo finale è quello di aumentare la capacità della pubblica amministrazione di rispondere alle esigenze delle imprese e ridurre gli ostacoli alla concorrenza. Uno strumento per raggiungere questo obiettivo è proprio questa legge, che dovrebbe essere approvata annualmente.
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Come si può vedere dal nostro monitoraggio sulla piattaforma OpenPNRR, l’approvazione della legge annuale del 2021 rappresenta una delle scadenze da completare entro la fine del 2022, indispensabili per richiedere alle istituzioni europee l’erogazione della terza rata di fondi. Lo stesso vale anche per le leggi sulla concorrenza dei prossimi anni. Almeno fino al 2026, anno in cui si chiuderà il Pnrr.
Da notare a questo proposito che la semplice approvazione della legge non basta per conseguire la scadenza. Per l’implementazione delle norme infatti si rendono necessari, in base a quanto si legge nella seconda redazione per il parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, anche 11 decreti attuativi. Inoltre, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative e sportive.
Dati che fanno capire quanto sia complessa l’applicazione di questa misura e che forse contribuiscono a spiegare, almeno in parte, perché finora è stata adottata così poco.