Definizione
Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si compone di riforme normative e investimenti economici. Tutte queste misure devono essere portate a compimento rispettando una tabella di marcia che prevede per ognuna l’adempimento di alcune scadenze, divise per trimestre e anno di conseguimento fino al 2026.
Le scadenze possono essere di 2 tipi: i target (obiettivi) e le milestone (traguardi). Per valutare il raggiungimento dei primi si utilizzano indicatori quantitativi, come il numero di imprese che usufruiscono di determinati incentivi o l’incremento di personale nei tribunali. Le seconde invece si caratterizzano per una componente più qualitativa e rinviano generalmente all’approvazione di atti normativi o amministrativi. Le milestone precedono cronologicamente i target, perché le prime rappresentano delle tappe intermedie per il conseguimento dei secondi.
Un’ulteriore suddivisione è quella tra le scadenze di rilevanza europea e quelle di rilevanza italiana. Le prime sono quelle concordate con le istituzioni Ue, contenute nel Pnrr così come approvato da Bruxelles. Sono gli adempimenti su cui la commissione europea si basa per valutare l’operato del nostro paese.
Le seconde invece sono dei passaggi intermedi al raggiungimento delle scadenze europee, che definiscono in modo più puntuale il cronoprogramma. Si parla inoltre di scadenze italiane anche in riferimento a quelle previste per le misure finanziate unicamente dal fondo complementare.
Dati
Dal 2021 a oggi, il Pnrr italiano è stato modificato 4 volte. A seguito di queste modifiche possiamo osservare che le scadenze da conseguire in totale sono diventate 621, 93 in più rispetto alla versione originaria. Ciò anche in virtù dell’aggiunta del capitolo riguardante il RepowerEU.
Rispetto alla versione originale del piano si può notare che c’è stata una significativa riduzione delle scadenze che si prevedeva inizialmente di completare al fine di ottenere i fondi legati alla quinta rata, ovvero entro il 2023. Viceversa, si nota un aumento molto rilevante degli impegni cui adempiere per il versamento dell’ottava rata (40 scadenze da completare entro giugno 2025, il doppio rispetto al Pnrr originario) e dell’ultima (177 scadenze entro giugno 2026, 57 in più).
Sono 92 in totale le scadenze del Pnrr previste per il 2024
La distribuzione dei milestone e dei target a seguito della quarta modifica del Pnrr italiano
FONTE: Elaborazione Openpolis su dati commissione europea.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 20 Novembre 2024)
Analisi
Le risorse europee non sono erogate tutte insieme ma in rate semestrali. Ogni paese invia – al massimo due volte l’anno – la richiesta per ricevere una parte dei fondi. Insieme alla documentazione che dimostri di aver conseguito tutti i milestone e target previsti per il semestre precedente. Rispettare il cronoprogramma non è semplice: gli adempimenti sono numerosi e i tempi stretti a fronte di una realtà, quella italiana, dove le tempistiche burocratiche e amministrative seguono spesso tempi più dilatati.
Scopri
Come l’Ue verifica l’attuazione del Pnrr negli stati membri.
Fin dall’avvio del Pnrr nel 2021, cerchiamo di monitorare lo stato di avanzamento delle scadenze. Questo tuttavia non è sempre stato semplice per i gravi problemi di trasparenza che hanno contraddistinto il piano finora. Risulta abbastanza evidente la volontà politica di non diffondere informazioni che potrebbero mettere in cattiva luce l’operato dell’Italia e porre dubbi circa l’effettiva capacità del nostro paese di rispettare tutti gli impegni. D’altronde il fatto che il piano italiano abbia avuto bisogno di 4 revisioni è un indicatore molto rilevante delle difficoltà che il nostro paese sta incontrando nella sua attuazione.
L’obiettivo è non far fallire il Ngeu, per questo l’approccio adottato dalle istituzioni europee è stato molto permissivo.
In generale si può osservare che le modifiche, approvate dalle istituzioni europee, sono andate in due direzioni: da un lato rinviare alcune scadenze per guadagnare tempo e dall’altro allentare i vincoli che erano inizialmente previsti. Ciò con l’obiettivo di rendere più agevole il conseguimento degli adempimenti richiesti.
Il motivo di questo approccio conciliante è da ricercare intanto nell’importanza del piano italiano per tutto il dispositivo europeo di ripresa e resilienza. Il Pnrr del nostro paese è ampiamente il più costoso, con 194,4 miliardi di euro. Va da sé che la sua riuscita o il suo fallimento comporterebbero lo stesso destino per l’intero progetto a livello europeo.