Piano nazionale di ripresa e resilienza

I paesi membri dovranno direttamente restituire i prestiti, cosa che non avverrà con le sovvenzioni. Ma per finanziare il Pnrr c'è stato anche il ricorso al mercato libero, con titoli che verranno ripagati dall'Unione.

Il piano energetico europeo, da integrare nei Pnrr, prevede l'invio di risorse agli stati membri per finanziare progetti sull'energia. Lo scopo, tra gli altri, è quello di ridurre al minimo la dipendenza europea dalle importazioni russe.

Sono gli obiettivi e i traguardi da conseguire ogni trimestre fino al 2026, per completare tutte le misure del Pnrr.

È il programma di riforme e investimenti con cui l'Italia prevede di gestire i fondi europei del Next generation Eu, per la ripresa economica e sociale dei paesi europei.

Nessuna misura inclusa nei Pnrr europei deve arrecare danni significativi (do no significant harm, Dnsh) all'ambiente o al clima.

I governi nazionali possono modificare i propri piani di ripresa e resilienza solo a fronte di condizioni oggettive.

L'invio di risorse dall'Unione europea ai paesi membri è vincolato al conseguimento delle scadenze previste dai piani nazionali di ripresa e resilienza, e non solo.

Le norme attribuiscono alle camere il potere di richiedere tutte le informazioni e i documenti utili per esercitare il controllo sull’attuazione del Pnrr e del fondo complementare. Un ruolo di primo piano è svolto dalle commissioni.

Il ministero dell'economia e delle finanze assegna le risorse ai soggetti coinvolti ma è la ragioneria di stato a gestire concretamente i flussi finanziari legati al piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il soggetto incaricato delle valutazioni è la commissione europea che per questo scopo si è avvalsa di 11 criteri. Tra questi la stima dell'incremento dei posti di lavoro e gli investimenti previsti in transizione ecologica e digitalizzazione.