Come l’Europa valuta il Pnrr degli stati membri

Il soggetto incaricato delle valutazioni è la commissione europea che per questo scopo si è avvalsa di 11 criteri. Tra questi la stima dell’incremento dei posti di lavoro e gli investimenti previsti in transizione ecologica e digitalizzazione.

Definizione

Il soggetto incaricato della valutazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) degli stati membri è la commissione europea. Mentre il via libera definitivo compete al consiglio europeo.

Per la valutazione dei progetti la commissione si è avvalsa in particolare di 11 criteri indicati nell’articolo 19 del regolamento Ue 2021/241. I principali richiedevano al Pnrr di contribuire alla creazione di posti di lavoro e prevedere investimenti in transizione ecologica (almeno il 37%) e digitalizzazione (almeno il 20%). Inoltre era richiesto che i progetti nazionali contribuissero ad affrontare le raccomandazioni che la commissione europea aveva rivolto ai singoli paesi in ambito macroeconomico per il 2019 e il 2020 e che non arrecassero un danno significativo agli obiettivi europei in tema di ambiente. Oltre a ciò era necessario anche riportare una stima realistica dei costi e prevedere sistemi di controllo per arginare la corruzione.

La commissione ha poi attribuito un rating da A a C per ognuno di tali criteri. Il piano italiano ha ricevuto tutte A salvo che per la voce legata alla stima totale dei costi in cui è stata assegnata una B. Tale rating è lo stesso assegnato a quasi tutti i piani fin qui valutati dalla commissione. Nessuno stato membro infatti ha ottenuto 11 A.

Dati

La commissione europea ha finora valutato 17 Pnrr. Grazie al lavoro di sintesi svolto dall’ufficio rapporti con l’Unione europea, sappiamo che quasi tutti gli stati hanno individuato nella transizione ecologica e nella digitalizzazione i punti di intervento centrali (come previsto del resto dal regolamento Ue). Altre voci molto ricorrenti riguardano investimenti sulla sanità, sulla pubblica amministrazione e sulle infrastrutture.

La commissione europea non ha ancora espresso una valutazione sui Pnrr di Romania, Polonia, Estonia, Finlandia, Irlanda, Malta, Svezia, Ungheria e Bulgaria. Al momento della pubblicazione i Paesi bassi non avevano ancora inviato il loro Pnrr.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ufficio per i rapporti con l'Unione europea della camera dei deputati.
(ultimo aggiornamento: martedì 21 Settembre 2021)

17 i Pnrr degli stati membri che hanno già ottenuto il via libera dalla commissione europea.

Il fatto che tutti i piani nazionali presentino a grandi linee gli stessi temi non deve stupire. Nel regolamento che istituisce il Recovery and resilience facility infatti erano già stati indicati anche i 6 pilastri per cui sarebbe stato possibile richiedere finanziamenti. Tali pilastri sono:

  1. transizione verde;
  2. transizione digitale;
  3. occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
  4. coesione sociale e territoriale;
  5. salute e resilienza;
  6. politiche per la prossima generazione.

Al netto della declinazione degli interventi in base alle caratteristiche dei singoli paesi quindi le possibilità di manovra per quanto riguarda la richiesta di finanziamenti erano abbastanza limitate.

Analisi

La creazione del progetto Next generation Eu rappresenta un importante passo in avanti nella storia dell'Unione europea. Mai finora infatti gli stati membri avevano deciso di costituire un debito comunitario con l'obiettivo di finanziare progetti per il rilancio dell'economia. Ciò rappresenta una grande opportunità dopo la crisi causata dal Covid-19.

Con il "freno di emergenza" l'Ue può bloccare le risorse Ngeu se non saranno raggiunti i target stabiliti.

Essendo il principale beneficiario delle risorse il nostro paese sarà costantemente sotto osservazione. Il regolamento del Ngeu prevede anche uno strumento definito come “freno di emergenza” con il quale il consiglio europeo può decidere di bloccare l’erogazione delle risorse qualora fossero registrati dei gravi scostamenti dal raggiungimento dei target intermedi e finali. Un’eventualità però che il nostro paese deve assolutamente evitare.

Per questo è fondamentale non solo che i progetti contenuti nel Pnrr siano realizzati in maniera efficace e rispettando i tempi ma anche che sia garantita la massima trasparenza. In modo che cittadini e analisti possano contribuire al monitoraggio delle azioni e a individuare eventuali criticità.

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