Come funzionano i flussi dei finanziamenti nel Pnrr

Il ministero dell’economia e delle finanze assegna le risorse ai soggetti coinvolti ma è la ragioneria di stato a gestire concretamente i flussi finanziari legati al piano nazionale di ripresa e resilienza.

Definizione

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è un documento che ha lo scopo di illustrare alla commissione europea la pianificazione degli investimenti dei fondi che verranno stanziati all’interno del programma Next generation Eu (Ngeu).

Il Ngeu si inserisce all’interno di un’operazione più ampia che ha l’obiettivo di incentivare la ripresa economica post-pandemica degli stati membri dell’unione. In contemporanea, infatti, è stato sospeso il patto di stabilità e crescita, un insieme di regole che hanno lo scopo di coordinare le politiche finanziarie dei paesi europei, e c’è stata l’adozione di ulteriori pacchetti di sostegno.

A questo fine, sono stati ideati due principali strumenti finanziari di sostegno agli investimenti:

  • il React-Eu, un programma legato al breve periodo (2021-2022) che ha lo scopo di aiutare le economie nel loro immediato rilancio;
  • il dispositivo Recovery and resilience facility (Rrf) che ha una durata di sei anni ed è stato istituito con l’obiettivo di strutturare dei cambiamenti duraturi, declinati nel Pnrr, legati principalmente a innovazione digitale, transizione ecologica e inclusione sociale.

Il Rrf prevede uscite pari a 672,5 miliardi di euro da dividere tra gli stati membri. Di questi, 360 miliardi di euro saranno erogati tramite prestiti a tassi agevolati mentre 312,5 saranno sovvenzioni a fondo perduto, ovvero contributi per i quali non verrà chiesto un rimborso. Il finanziamento di queste uscite per l’unione avviene tramite le classiche fonti di entrata per l’UE (dazi doganali, contributi dei paesi membri sull’Iva, contributi sul reddito nazionale lordo) e prestiti sui mercati finanziari a tassi più favorevoli rispetto a quelli che otterrebbero i singoli stati.

L’assegnazione delle sovvenzioni ai paesi viene definita da una serie di criteri:

  • il 70% dei fondi viene assegnato in base alla numerosità della popolazione dello stato, all’inverso del rapporto tra il suo prodotto interno lordo (Pil) pro capite e quello medio dell’Ue e al suo tasso di disoccupazione registrato tra il 2015 e il 2019 rispetto alla media dell’unione;
  • per il 30% si tiene invece in considerazione, al posto del tasso di disoccupazione, la perdita del Pil al netto dell’inflazione nel 2020 e la perdita cumulativa osservata del Pil reale nel periodo 2020-2021, basata su una previsione fatta nell’autunno del 2020 che verrà poi aggiornata entro il 30 giugno 2022 con gli effettivi valori registrati in quel periodo.

Ngeu cerca di supportare le economie caratterizzate da ampia disoccupazione e bassa crescita.

È possibile per gli stati membri richiedere anche i prestiti che non devono superare il 6,8% del reddito nazionale lordo registrato nel 2019.

Dal punto di vista tecnico, è stato istituito un fondo di rotazione per la gestione dei flussi finanziari tra le istituzioni europee e italiane. Si compone di due conti correnti infruttiferi (contributi a fondo perduto e contributi a titolo di prestito) che hanno amministrazione autonoma e costituiscono gestioni fuori bilancio. Le risorse europee confluiscono in uno di questi due conti a seconda della natura del contributo. Vengono poi trasferite alle amministrazioni o agli organismi titolari dei progetti attraverso un giroconto su conto corrente istituito per l’operazione. Tutto ciò viene gestito direttamente dalla tesoreria centrale italiana. Questa operazione serve per garantire passaggi contabili chiari ed efficienti: è importante specificare che il momento in cui l’Unione europea accetta di concedere la rata e l’effettivo trasferimento monetario sono momenti differenti dal punto di vista contabile, per cui è importante che questo fondo abbia abbastanza risorse per fare fronte a tutti gli imprevisti che potrebbero capitare durante il piano come bandi chiusi in anticipo oppure complicazioni di tipo tecnico.

Le regioni e gli enti territoriali hanno un ruolo fondamentale nel comprendere esigenze e bisogni della popolazione. Concorrono direttamente alla realizzazione del Pnrr in quanto soggetti attuatori di specifici progetti, destinatari finali di alcune opere e partecipando alla definizione e all’implementazione delle riforme previste. Per accedere ai fondi, è necessario partecipare ai bandi o agli avvisi emanati dai ministeri di competenza tramite i quali vengono selezionati i progetti da finanziare. Le risorse vengono poi stanziate direttamente dal Mef, tramite dei versamenti all’interno dei conti di tesoreria.

 

Dati

Il finanziamento principale degli investimenti è il Rrf, che prevede entrate pari a 191,5 miliardi di euro e rappresenta il 90% dell’importo. Il fondo React-Eu invece ammonta a 13 miliardi di euro e assieme ad una serie di fondi ulteriori compone il 10%. Per integrare il piano, il governo ha istituito un ulteriore fondo complementare di 30,6 miliardi di euro finanziato tramite lo scostamento di bilancio autorizzato dal parlamento il 22 aprile 2021.

235,1 mld di € il totale delle risorse previste dall’iniziativa Ngeu per l’Italia.

Il Rrf è stato istituito il 19 febbraio 2021. Per avere accesso ai finanziamenti, i paesi hanno dovuto inviare i loro piani di recupero e resilienza entro il 30 aprile 2021.

Il piano Next generation Eu prevede un’erogazione complessiva di 723,8 miliardi di euro suddivisi tra prestiti e sovvenzioni. I paesi che hanno fatto richiesta di prestiti sono solo 7. I piani di Polonia e Ungheria non sono ancora stati valutati mentre i Paesi bassi non hanno ancora presentato la loro proposta. Non è disponibile il dato per la Bulgaria.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ufficio rapporti con l'Unione europea.
(ultimo aggiornamento: venerdì 6 Agosto 2021)

Tra gli stati membri che hanno richiesto prestiti possiamo osservare che l’Italia si trova al primo posto con 122,6 miliardi di euro. Seguono la Grecia con 12,72 miliardi e il Portogallo con 2,69 miliardi. A livello percentuale, solo 2 paesi su 7 hanno richiesto una frazione di prestiti superiore al 50% delle risorse complessive: Italia e Romania. Anche in questo caso il nostro paese risulta al primo posto con una percentuale di prestiti sul totale delle risorse assegnate pari a circa il 64%.

Analisi

L'Italia può richiedere e ottenere i finanziamenti su base semestrale se viene rispettato il cronoprogramma, quindi se vengono effettivamente raggiunti i traguardi e gli obiettivi intermedi stabiliti con le istituzioni europee di competenza. Le attività di monitoraggio e rendicontazione sono gestite da diversi soggetti:

  • l'unità di audit, che esegue le verifiche di sistema, delle operazioni e delle performance;
  • l'unità di valutazione, che analizza la coerenza degli indicatori ai fini della rendicontazione;
  • le amministrazioni o gli organismi a cui fanno capo le misure, responsabili della gestione finanziaria e delle analisi da inviare presso le strutture di servizio centrali del Pnrr.

Le attività di controllo e rendicontazione sono fondamentali per la valutazione del potere politico. Risulta importante sia se si tratta di scambi tra governo e istituzioni europee che nel caso della trasparenza nei confronti dei cittadini. Su questo secondo punto, è necessario lavorare a una piattaforma che contenga dati aperti, quindi accessibili e utilizzabili senza restrizioni legali.

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