Sul fondo complementare sappiamo ancora meno che sul Pnrr #OpenPNRR

Le risorse nazionali stanziate a integrazione del Pnrr ammontano a 30 miliardi. Un fondo che finanzia investimenti importanti, la cui attuazione però non è puntuale né trasparente.

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Abbiamo ribadito in diverse occasioni le difficoltà di monitorare l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Sia rispetto all’avanzamento delle scadenze e delle misure in agenda, sia in merito alla realizzazione dei progetti cioè – in estrema sintesi – le infrastrutture e gli interventi concreti finanziati dal piano.

Il Pnc è ancora più difficile da monitorare del Pnrr.

Per quanto il monitoraggio del Pnrr sia complicato, tuttavia, lo è ancora di più quello del piano nazionale complementare (Pnc). Cioè l’agenda finanziata dal fondo complementare, istituito dal decreto legge 59/2021 con un duplice scopo. Da un lato mettere a disposizione ulteriori risorse per alcune misure del Pnrr – così da facilitarne la realizzazione – e dall’altro finanziare nuovi interventi.

30,6 miliardi € le risorse del fondo complementare.

Anche questa seconda agenda prevede dunque delle misure, che hanno rispettive risorse, enti titolari e scadenze. Trattandosi di soldi dello stato però, gli interventi previsti dal cronoprogramma del Pnc non vengono verificati dall’Unione europea, come accade invece per le scadenze Ue. Con la grave conseguenza, purtroppo, di un impegno ancora minore da parte del governo a essere puntuale e trasparente sulla loro attuazione.

Gli interventi più rilevanti

Sono 30 le misure a cui sono destinate risorse del fondo complementare. Di queste, 8 sono incluse nel Pnrr e 22 nel Pnc. Tra gli investimenti economici previsti dal piano complementare, che non comprende nessuna riforma normativa, sono inclusi quelli per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma. Oltre a interventi in materia di energia, infrastrutture ed edifici, viabilità e mezzi di trasporto e molto altro.

La somma di tutte le scadenze incluse nelle misure finanziate dal fondo complementare – quindi sia quelle del Pnrr a cui contribuisce in parte, sia quelle proprie del Pnc – ammonta a un totale di 298 adempimenti da conseguire entro il 2026.

163 su 298 le scadenze del fondo complementare che monitoriamo su OpenPNRR.

Purtroppo, come vedremo, è molto difficile se non impossibile trovare informazioni puntuali e aggiornate sullo stato di avanzamento del Pnc. Per questo motivo abbiamo scelto di limitare il monitoraggio alle scadenze più importanti. Gli adempimenti cioè che segnano dai passaggi strategici nell’implementazione delle misure finanziate. Per il periodo di attuazione del piano dal suo inizio fino a oggi, si tratta in particolare di 23 milestone nel 2021 e 54 nel 2022.

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Cosa è stato fatto fin qui, in base al nostro monitoraggio

Osservando nel dettaglio quanto è stato raggiunto in questo biennio, appare subito evidente una scarsa attenzione al rispetto del cronoprogramma previsto per le scadenze associate al fondo complementare. Una tendenza che può essere spiegata, almeno in parte, dal fatto che questi adempimenti non sono oggetto di verifica da parte della commissione europea. Di conseguenza raggiungerli o meno nei tempi non inficia l’invio delle rate da Bruxelles.

Sono state considerate le 77 scadenze oggetto di monitoraggio, rispetto alle 139 totali previste dal fondo complementare per il 2021 e 2022. La T indica il trimestre entro il quale devono essere completate le scadenze. L’attuazione del Pnrr e del Pnc ha inizio dal terzo trimestre (luglio-settembre) 2021.

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: lunedì 23 Gennaio 2023)

Gli interventi completati nei tempi stabiliti sono 46 in tutto, sui 77 previsti. A questi seguono le 22 scadenze in ritardo, cioè quelle che a oggi risultano ancora non conseguite. È interessante notare che tra queste, sono inclusi tutti gli adempimenti monitorati (16) che andavano raggiunti tra settembre e dicembre scorsi (T4 2022). Infine, sono 9 gli interventi completati in ritardo, cioè conseguiti ma con tempi più lunghi di quelli previsti.

Le organizzazioni maggiormente coinvolte

Come abbiamo anticipato, la struttura del Pnc ricalca quella del Pnrr anche per quanto riguarda la titolarità dei numerosi interventi, ognuno assegnato a un’organizzazione titolare.

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: lunedì 23 Gennaio 2023)

Come per il Pnrr, anche per il fondo complementare il ministero delle infrastrutture è centrale nella realizzazione degli interventi. È infatti titolare di 97 scadenze, delle 163 monitorate. Seguono il commissario per la ricostruzione sisma (13) e il ministero delle imprese e del made in Italy (12).

Fatta eccezione per il ministero dell’università e per quello della cultura – entrambi titolari di sole 4 scadenze – tutti gli altri enti sono in ritardo nell’attuazione del cronoprogramma. E per quanto anche sul Pnrr abbiamo evidenziato simili problematiche, nel caso del fondo complementare la situazione è più irregolare, da un lato, e la ricerca di informazioni più difficile, dall’altro.

Sul primo fronte basti pensare che un decreto del ministero dell’economia dell’1 agosto scorso ha previsto lo slittamento di tutte le scadenze Pnc dal terzo al quarto trimestre 2022.

Gli obiettivi relativi al presente trimestre risultano sostanzialmente tutti posticipati ad eccezione di 3 comunque conseguiti.

Una decisione che suggerisce le difficoltà degli enti titolari a tenere il passo con gli impegni presi sul fondo complementare. E quanto questa sia una preoccupazione secondaria per il governo. Possiamo infatti pensare che la priorità sia innanzitutto cercare di rispettare il cronoprogramma del Pnrr senza registrare ritardi. Per non rischiare di ricevere un rifiuto da parte della commissione europea, all’invio di nuovi fondi.

Tuttavia, è doveroso sottolineare che il fondo complementare ammonta comunque a 30 miliardi di euro di risorse nazionali e ha lo scopo di finanziare interventi fondamentali per questo paese. Oltre che complementari e necessari alla realizzazione efficace del piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’assenza di informazioni e l’impossibilità di un monitoraggio

Per quanto riguarda il secondo fronte a cui abbiamo accennato prima, possiamo dire che la ricerca di informazioni sull’attuazione del fondo complementare non solo è più difficile di quella del Pnrr, ma quasi impossibile. Una situazione grave, considerando che si tratta di risorse nazionali per le quali è forse ancor più necessario sapere come e quanto vengono spese. Anche per prevenire rischi di sprechi, corruzione e cattiva gestione.

È fondamentale poter monitorare come vengono investiti soldi dello stato.

Tuttavia, la piattaforma Italia domani non condivide nessuna informazione aggiornata sullo stato di avanzamento del fondo complementare. Come abbiamo ribadito più volte, anche per milestone e target del Pnrr le informazioni sono scarse. Ogni 3 mesi però vengono pubblicate (anche se a posteriori) informazioni sulla loro attuazione e documenti rilevanti. Per il Pnc neanche questo.

Inoltre, quasi nessun ente titolare condivide aggiornamenti sul fondo complementare. Uno dei pochi esempi positivi su questo fronte è il ministero della salute con la sua piattaforma di monitoraggio sia del Pnrr che del Pnc. Anche il sito ad hoc del commissario straordinario per la ricostruzione sisma è utile per monitorare gli investimenti del fondo in questo ambito. Per il resto, va segnalato che il ministero delle infrastrutture durante il governo Draghi pubblicava ciclicamente delle relazioni sull’avanzamento di entrambe le agende. Ma considerando che l’ultima risale al 30 settembre 2022 non sembra, almeno per ora, che l’attuale guida del dicastero intenda portare avanti questa buona pratica.

L’unica fonte attendibile e comprensiva di tutti gli interventi del fondo complementare sono le relazioni trimestrali della ragioneria generale dello stato. Tuttavia si tratta di aggiornamenti che per tempistiche non permettono un monitoraggio puntuale. Oltre al fatto che, anche in questo caso, l’ultima relazione risale al 30 settembre scorso. Siamo ancora in attesa dell’aggiornamento relativo all’ultimo trimestre del 2022.

L’impossibilità di un monitoraggio sull’avanzamento delle scadenze preclude di conseguenza anche l’accesso a dati e informazioni su avvisi pubblici, bandi e progetti correlati. Un aspetto che, come per il Pnrr, andando avanti già nel 2023 verso la fase di inizio dei lavori e di concretizzazione degli interventi, sarà sempre più rischioso.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo ChigiLicenza

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