L’esigenza di scuole inclusive per gli alunni con disabilità #conibambini

Grazie anche a una maggiore attenzione nelle diagnosi, negli anni la quota di alunni con disabilità è cresciuta fino a superare il 3,6%. Per assolvere la loro missione educativa, le scuole devono essere ambienti pienamente inclusivi.

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Nel corso degli ultimi decenni la crescita del numero di alunni con disabilità nella scuola italiana è stata pressoché costante.

Circa venti anni fa, nell’anno scolastico 2004/05, costituivano meno del 2% degli studenti. Un dato progressivamente cresciuto, anche grazie a una maggiore attenzione al tema e alla migliore capacità di diagnosi. Alla fine degli anni 2000 il 2,16% degli alunni aveva una disabilità certificata. Nel 2021 sono oltre il 3,5% dei ragazzi e delle ragazze che ogni giorno frequentano le scuole del nostro paese.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: lunedì 26 Settembre 2022)

Un dato che, se da un lato testimonia un'estensione nelle possibilità di inclusione, dall'altro richiede la capacità del sistema educativo di rispondere ai bisogni di una quota crescente di studenti. Bisogni spesso molto diversi per ciascun bambino o ragazzo disabile.

Nella categoria “altro” sono inclusi problemi psichiatrici precoci, disturbi specifici di apprendimento certificati in comorbilità con altri disturbi e sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd).

Dati non disponibili per la provincia autonoma di Bolzano.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: lunedì 26 Settembre 2022)

Nell’anno scolastico 2020/2021 quasi il 97% degli alunni certificati ha una disabilità psicofisica. Di questi, il 69,5% presenta una disabilità intellettiva, il 2,8% una di tipo motorio mentre il 24,5% ha un altro tipo di disabilità. L’1,3% presenta una disabilità visiva e l’1,9% una disabilità uditiva.

Costruire ambienti scolastici inclusivi

La capacità del sistema educativo di essere all'altezza della sfida dipende da tanti fattori. In primo luogo richiede un cambio nel paradigma culturale, abbandonando l'approccio esclusivamente clinico che spesso è prevalso su questo tema. La persona con disabilità, tanto più se di minore età, non va ridotta alla dimensione di utente di servizi sociali o sanitari speciali. È una persona con diritti da garantire, le cui potenzialità devono trovare un contesto educativo adeguato per svilupparsi, esattamente come per tutti gli altri studenti.

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"Diritto incondizionato"

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In concreto, ciò significa costruire ambienti scolastici pienamente inclusivi. A partire dalla presenza di figure di supporto, come insegnanti di sostegno e assistenti all'autonomia. Ma la questione va ricondotta anche alla qualità dell'edilizia scolastica. Non solo nel superamento delle barriere architettoniche, secondo quanto previsto dalla normativa. Ma nella progressiva adozione di soluzioni basate sul cosiddetto design universale.

Significa adottare, nella progettazione degli spazi quanto degli oggetti e dei servizi, quella filosofia che ne promuove l'usabilità immediata per tutti, senza distinzioni. Si tratta di un rovesciamento del vecchio paradigma, che considerava "normalità" la progettazione per le persone senza disabilità e il successivo riadattamento in una versione fruibile anche da coloro che hanno un handicap.

Questo approccio permea le linee guida stilate per la costruzione delle nuove scuole, nell'ambito dell'investimento previsto dal Pnrr.

Un approccio multisensoriale facilita in particolare gli allievi con disturbi dell’apprendimento o che incontrano maggiori difficoltà con il canale visivo-verbale, basato su lettura e scrittura. Bisogna, dunque, immaginare spazi che curino e valorizzino tutti gli aspetti della percezione.

Un nuovo approccio che quindi concepisce i vantaggi di una scuola inclusiva non solo nell'ottica delle disabilità, ma di una migliore e più completa esperienza educativa per tutti gli studenti. In questa prospettiva, approfondiamo la situazione attuale attraverso i dati sulla percentuale di edifici scolastici effettivamente accessibili.

L'accessibilità attuale delle scuole italiane

Per valutare l'effettiva accessibilità delle scuole da parte dei minori con disabilità è utile uno degli indicatori utilizzati per redigere le analisi sul benessere equo e sostenibile. Si tratta della percentuale di edifici scolastici accessibili dal punto di vista fisico-strutturale.

1 su 3 edifici scolastici pienamente accessibili nel 2021.

Parliamo delle scuole - di tutti i livelli, dall'infanzia alle superiori - che dispongono di tutte le caratteristiche a norma, negli ascensori e nei bagni, così come per porte e scale. Inoltre, nel caso in cui la struttura dell'edificio lo renda necessario, dispongono anche di rampe esterne o servoscala.

Le differenze territoriali nella dotazione delle scuole sono piuttosto ampie. Al nord in media la percentuale di scuole accessibili supera il 37%, nel centro il dato è in linea con quello nazionale (33,1%), mentre nel mezzogiorno non arriva a quota 30% (29,8% nelle isole, 27,7% nel sud). A livello regionale, la soglia del 40% viene superata in Lombardia (42,5%) e nelle Marche (40,4%). Si attestano poco sotto Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Piemonte.

Sono classificate come accessibili dal punto di vista fisico-strutturale soltanto le scuole che possiedono tutte le caratteristiche a norma (ascensori, bagni, porte, scale) e che dispongono, nel caso sia necessario, di rampe esterne e/o servoscala. La rilevazione si riferisce all’insieme delle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado. Dati non disponibili per le province di Aosta, Bolzano e Trento.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat-Bes dei territori
(ultimo aggiornamento: lunedì 3 Ottobre 2022)

Sopra la media nazionale anche Umbria, Sardegna, Veneto, Basilicata, Toscana e Puglia. Mentre 6 regioni non raggiungono il 30%. In particolare Liguria e Campania dove meno di un edificio scolastico su 4, nel 2021, risulta pienamente accessibile.

22,9% edifici scolastici pienamente accessibili in Campania nel 2021.

Bergamo, con il 56,5% di scuole pienamente accessibili dal punto di vista fisico-strutturale, è la prima provincia italiana nel 2021. Sopra quota 50% anche quelle di Macerata e Cremona. Seguono, con oltre il 45%, le province di Gorizia, Sondrio, Lodi, Mantova e Brescia.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat-Bes dei territori
(ultimo aggiornamento: lunedì 3 Ottobre 2022)

Sono 14 i territori che si attestano al di sotto del 25%. Si tratta di Messina, Vibo Valentia, Trieste, Reggio Calabria, Benevento, Caserta, Foggia, Napoli, Verbano-Cusio-Ossola, Salerno, Belluno, Agrigento, Genova e La Spezia. Le ultime 3 citate si collocano al di sotto della soglia del 20%.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sugli edifici scolastici accessibili dal punto di vista fisico-strutturale sono di fonte Istat-Bes dei territori.

Foto: Fabiana (flickr) - Licenza

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