Le criticità della quota del Pnrr per il mezzogiorno Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’articolo “L’inclusione dei minori stranieri non accompagnati“.

40%

la quota di risorse allocabili da destinare al sud, tra tutte quelle previste dal Pnrr e dal fondo complementare. Le organizzazioni titolari di misure – ministeri e dipartimenti della presidenza del consiglio – hanno quindi l’obbligo di legge di rispettare questa soglia, per gli investimenti che prevedono risorse da destinare territorialmente. In questo quadro, il dipartimento per le politiche di coesione della presidenza del consiglio ha il compito di verificare periodicamente che gli enti titolari rispettino la quota mezzogiorno. Vai all’articolo.

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gli enti titolari che, al 31 gennaio 2022, risultano non rispettare la quota mezzogiorno. Si tratta dei ministeri della giustizia, dell’università e della ricerca, della cultura, della transizione ecologica, del lavoro e delle politiche sociali, del turismo, dello sviluppo economico. A questi si aggiungono inoltre il commissario straordinario del governo per ricostruzione sisma e il dipartimento della protezione civile. Vai al grafico.

25,1%

le risorse del Pnrr e del fondo complementare con destinazione territoriale indirizzate in media dai ministri della Lega al mezzogiorno. In particolare, le quote più basse sono quelle dei dicasteri guidati da Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Rispettivamente al vertice del ministero dello sviluppo economico, che registra una percentuale di fondi al sud del 24,8%, e del ministero del turismo, a quota 28,6%. Un paradosso, considerando l’importanza del settore turistico per le regioni del sud Italia e la necessità di un impulso decisivo allo sviluppo economico del mezzogiorno. Vai all’articolo.

66,49%

la percentuale media di risorse destinate al sud dai ministri di Forza Italia. Al secondo posto i ministri tecnici, o indipendenti, (43%) e poi Movimento 5 stelle e Liberi e uguali che raggiungono esattamente la soglia del 40%. Sotto il 40% invece i ministri del Partito democratico, che tuttavia vi si avvicinano abbastanza (37,6%). Come abbiamo visto, all’ultimo posto, la Lega. Vai al grafico.

€3,2 mld

le risorse destinate a sud tramite bandi, che non prevedono alcun criterio di salvaguardia della “quota mezzogiorno”. Cioè quasi la metà dei 7,1 miliardi di risorse che dovrebbero andare a sud – tra quelle attivate ma non ancora stanziate per progetti specifici. Nei casi di investimenti tramite bandi infatti, spesso un ostacolo al rispetto della quota è la mancanza di un numero sufficiente di progetti presentati da territori del sud, a causa delle storiche difficoltà amministrative e progettuali. Nei casi in cui per questo motivo non sia possibile rispettare il vincolo del 40%, gli enti titolari delle misure scelgono come distribuire quelle risorse. E solo per 2,5 miliardi la scelta delle organizzazioni è quella di riallocare i fondi comunque al mezzogiorno. Vai al grafico.

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