La presenza delle palestre scolastiche nelle grandi città #conibambini

Lo sport ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dei minori ma la condizione economica della famiglia d’origine può limitarne l’accesso. Le palestre scolastiche assumono un ruolo centrale nel garantire questo diritto. Ne abbiamo approfondito la presenza nelle città maggiori.

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Quando si parla di contrasto alla povertà educativa, spesso gli aspetti legati all’attività fisica vengono sottovalutati. Questo però è un errore. Praticare uno sport infatti, oltre ai riconosciuti benefici dal punto di vista fisico e psicologico, offre occasioni di confronto, di socialità e di acquisizione di valori. Elementi che possono avere un impatto determinante sulla crescita dei giovani.

La povertà educativa è la condizione in cui un bambino o un adolescente si trova privato del diritto all’apprendimento in senso lato: dalle opportunità culturali ed educative al diritto al gioco. Vai a "Quali sono le cause della povertà educativa"

Tutti i minori dovrebbero avere la possibilità di praticare sport, a prescindere dal contesto sociale o economico di origine. Purtroppo però, questo non sempre è possibile. In base ad una rilevazione Istat, infatti, il 13,8% degli italiani dichiara di non fare sport per motivi economici. Quindi per molte famiglie potrebbe essere complesso far praticare uno sport ai propri figli.

Secondo l’Oms, l’attività fisica aiuta a prevenire tumori, malattie cardiovascolari e depressione.

L’attività fisica in orario scolastico diventa quindi per molti giovani l’unica occasione di praticare uno sport. È anche per questa ragione che tutti i paesi europei ne fanno a pieno titolo una materia educativa, prevista dall’offerta didattica di tutti i sistemi scolastici, come rilevato dalle analisi di Eurydice.

La presenza di strutture sportive all’interno degli istituti scolastici (palestre, piscine) assume quindi un ruolo centrale nella crescita dei giovani. Oltre alle ore di educazione fisica mattutine, infatti, una palestra scolastica può essere utilizzata per attività pomeridiane. Anche attraverso la presenza di associazioni che potrebbero offrire la possibilità ai ragazzi di praticare uno sport a costi ridotti. In questo modo, la palestra diverrebbe un presidio sociale anche al di fuori della scuola.

Diventa quindi fondamentale capire come le strutture sportive scolastiche siano distribuite sul territorio. Questo dato però da solo non è sufficiente per farsi un’idea del reale livello di accessibilità dei ragazzi alla pratica sportiva. Occorrerà anche valutare la presenza delle palestre nelle zone del paese dove vive il maggior numero di giovani in condizioni di potenziale disagio economico.

Quanti sono gli istituti scolastici con impianti sportivi in Italia

Secondo i dati raccolti dal ministero dell’istruzione (Miur), nel nostro paese le scuole dotate di impianti sportivi sono meno della metà. Ciò ovviamente non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non possano fare attività fisica in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. Ma i dati sulla diffusione delle palestre ci possono aiutare a capire quale sia il livello di accessibilità allo sport per i ragazzi nelle varie zone del paese.

40,8% gli edifici scolastici con palestra o piscina in Italia.

Tra le regioni italiane, solo in Friuli Venezia Giulia (57,8%) e Piemonte (51%) i plessi scolastici dotati di impianti sportivi sono più della metà. Altre 9 regioni sono sopra al dato medio nazionale (40,8%). Tra queste Toscana (48%), Lazio (46,8%) e Marche (46,7%). Agli ultimi posti invece Calabria (20,5%), Campania (26,1%) e Umbria (31,9%).

Il dato indica quanti edifici scolastici hanno una palestra o una piscina annessa. Ciò non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non abbiano accesso alla palestra, in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. Non sono disponibili i dati per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Friuli VG e Piemonte sono le uniche regioni in cui il numero di scuole con strutture sportive supera il 50%.

Da sottolineare che, tra le regioni del nord, Valle d’Aosta (39,3%), Emilia Romagna (34,8%) e Liguria (40,2%) si trovano al di sotto della media nazionale (40,8%), mentre alcune regioni del meridione hanno dati superiori. Tra queste, l'Abruzzo (40,9%), la Basilicata (41%), la Sardegna (42,4%) e la Puglia (46,3%).

La mappa mostra la percentuale di edifici scolastici statali dotati di palestra o piscina scolastica rispetto al totale degli edifici scolastici presenti nel territorio di ogni comune italiano.
Non sono disponibili dati per il Trentino-Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Maggio 2019)

L'importanza delle palestre nelle zone più disagiate del paese

Come si può intuire dalla mappa, la situazione degli impianti sportivi scolastici è molto variegata sul territorio nazionale. Fermarsi al dato regionale non è dunque sufficiente per capire dove si trovano le maggiori difficoltà. Occorre quindi spingere l'analisi al livello locale.

Un primo elemento da considerare è il fatto che la percentuale di palestre tende a diminuire man mano che ci si allontana dai comuni polo (baricentrici in termini di servizi) verso quelli più periferici e le aree interne del paese.

Le aree interne comprendono i comuni italiani più distanti, in termini di tempo, dall'accesso a servizi essenziali quali salute, istruzione e mobilità. Servizi generalmente garantiti dai comuni polo. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Il maggior numero di strutture sportive scolastiche (6.835) si concentra nei comuni polo e nei poli intercomunali. In questi centri infatti sorge circa il 44,4% di palestre. Seguono poi i comuni di cintura che fanno parte dell'hinterland dei poli (40,9%), i comuni intermedi (36,3%), quelli periferici (36%) e ultraperiferici (35,9%).

Il grafico rappresenta la percentuale degli edifici scolastici statali dotati di palestra o piscina rispetto al totale suddivisi in base alla classe del comune di appartenenza.
Non sono disponibili dati per il Trentino-Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Detto che il maggior numero di palestre si concentra nei poli è, però, importante analizzare la presenza di queste strutture nei contesti dove sono maggiormente presenti situazioni di disagio economico. Per capire dove questi si trovino possiamo prendere i dati di Istat ed analizzare dove risiedono le famiglie costrette a vivere in condizioni di povertà assoluta.

Sono considerate in povertà assoluta le famiglie che non possono permettersi le spese per i servizi considerati essenziali. Ad esempio le spese per la casa, quelle per la salute e il vestiario. Vai a "Che cos’è la povertà assoluta"

Per questa analisi, Istat suddivide i comuni italiani in 3 classi: i comuni di area metropolitana sono - in linea di massima - associabili ai comuni polo e ai comuni di cintura; i comuni di periferia a quelli intermedi; e i comuni "diversi" da periferia metropolitana a quelli periferici e ultraperiferici.

Da questi dati, possiamo notare che sia al nord che nel mezzogiorno del paese la maggior percentuale delle famiglie in disagio economico si concentra nei centri abitati più grandi, quindi nei comuni polo. Al nord il 7,1% delle famiglie, mentre al sud il 9,8%. In controtendenza le regioni del centro Italia che vedono nelle grandi città solo il 2% di famiglie che vivono in povertà assoluta.

FONTE: Elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

9,8% le famiglie residenti al sud che si trovano in condizioni di povertà assoluta.

La situazione nelle città maggiori

Dai dati fin qui analizzati emerge come, in quasi tutto il paese (con l'eccezione del centro Italia), il maggior numero di famiglie disagiate si concentra nelle aree metropolitane. Abbiamo visto inoltre che, in media, nei poli ci sono più palestre. La situazione, però, può variare molto da un territorio all'altro. Per ricostruire la presenza delle palestre in maniera più approfondita possiamo analizzare la situazione dei 15 comuni italiani più popolosi.

In 9 di queste città la percentuale di palestre supera la media nazionale. Al primo posto c'è Torino con il 77,9%, seguita da Firenze con il 74,7% e Trieste con il 71,8%. Il dato più basso è invece quello del comune di Milano dove meno di una scuola su 5 ha la palestra (19,8%). Sotto la media nazionale anche Napoli (20,6%), Genova (21%), Messina (32,6%), Bologna (39,1%) e Catania (39,3%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Maggio 2019)

Bisogna sempre ricordare che questi sono dati parziali. Infatti, gli alunni che frequentano le altre scuole potrebbero avere accesso alla palestra, in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. O comunque il tessuto socio-economico della città consente ai ragazzi di praticare sport fuori dalla scuola. È ipotizzabile che questo sia il caso di diverse città.

Milano e Torino, un confronto

È comunque interessante notare il divario che corre tra due delle più importanti città del paese. Torino e Milano presentano infatti una situazione molto diversa. Come detto, il capoluogo piemontese è quello con la più alta percentuale di plessi scolastici dotati di impianti sportivi tra le 15 città italiane più popolose. Milano, invece, si trova all'ultimo posto.

222 i plessi scolastici dotati di impianti sportivi nel comune di Torino.

Dei 316 comuni torinesi, 139 (il 44%) superano la media nazionale. In molti casi si tratta di comuni piccoli, con 1 o 2 plessi scolastici. Ma ci sono anche alcune eccezioni come Ciriè (13 plessi con impianti sportivi su 14), Rivarolo Canavese (10 su e 12) e Nichelino (17 su 22). Anche il capoluogo, con 222 istituti scolastici con palestra su un totale di 285 (77,9%) è sopra la media nazionale. Da notare che ci sono ben 83 comuni che non hanno plessi scolastici dotati di palestra, mentre sono 62 quelli che non hanno scuole sul loro territorio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Maggio 2019)

La situazione è molto diversa nella città metropolitana di Milano. Qui il capoluogo, con 69 istituti scolastici con palestra su un totale di 349 (19,8%), si trova agli ultimi posti tra i comuni che hanno almeno un impianto sportivo scolastico. Tra i comuni dell'hinterland, un dato inferiore si registra a Rozzano (16,7%) e Cologno Monzese (4,8%). Rispetto a Milano, Torino offre ai propri giovani 153 palestre in più.

69 i plessi scolastici dotati di impianti sportivi nel comune di Milano.

In questo caso i comuni che superano la media nazionale sono 80 su 134 (il 59,7%). Anche qui, ad alzare la media sono comuni piccoli, con 1, 2 o 3 plessi scolastici ma non mancano le eccezioni. Come Rho (22 plessi con impianti sportivi su 29), Legnano (18 su e 28) e Sesto San Giovanni (19 su 36). Solo 19 i comuni che non hanno plessi scolastici dotati di palestra, mentre solo Nosate non ha scuole sul proprio territorio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Maggio 2019)

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati utilizzati per l'articolo è il Miur.

Foto credit: Unsplash Jeffrey F Lin - Licenza

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