La dimensione sociale e educativa nei problemi delle periferie #conibambini
I problemi delle periferie riguardano tanti aspetti diversi, su cui possono avere un ruolo fondamentale i presidi sociali e educativi. Alcuni dati per mettere a fuoco la questione.
martedì 16 Aprile 2019 | Povertà educativa
I problemi delle periferie possono coinvolgere tanti aspetti diversi. Disagio economico, carenza di servizi, povertà educativa. Fattori che si influenzano a vicenda e insistono su territori con un tessuto sociale fragile.
Portare i dati nel dibattito sul tema
Per affrontare questi temi con cognizione di causa è necessario partire dai dati reali. Quanti sono i ragazzi che abbandonano la scuola su un territorio? Che relazione c’è con la percentuale di famiglie in disagio? Di che tipo di servizi dispongono quelle famiglie e i loro figli?
Informazioni che non sempre esistono nella misura e con l’aggiornamento che sarebbe utile per impostare il dibattito. Nell’ultimo decennio sono stati fatti molti sforzi per aumentare la quantità e la qualità di dati disponibili sulla condizione dei minori. Nella consapevolezza, come ribadito dal Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef che
(…) la disponibilità di dati aggiornati è già di per sé un indicatore di quanto l’impegno di proteggere i bambini venga preso sul serio.
Purtroppo, nonostante i passi in avanti, i limiti alle analisi non mancano. A partire dal fatto che per analizzare la condizione dei bambini nelle periferie servono dati sub-comunali aggiornati, quando spesso quelli a livello comunale risalgono in tanti casi al censimento 2011. E a volte neanche i primi sono sufficienti.
Quando il dato medio non spiega tutto
Vediamo perché con il caso della Capitale. Roma si compone di 15 municipi, a loro volta divisi in 155 zone urbanistiche. Queste sono ripartite in oltre 13mila sezioni di censimento. A seconda del livello territoriale che scegliamo per l’analisi possono emergere elementi diversi.
In media a Roma, in base ai dati raccolti nel censimento 2011, circa il 2,1% delle famiglie si trova in potenziale disagio economico. Un dato intermedio: inferiore a quello delle maggiori città del sud, ma superiore a quelle del centro-nord.
Nelle città del sud più famiglie in disagio
Percentuale di famiglie in potenziale disagio economico nei capoluoghi delle città metropolitane
FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat (censimento 2011)
(ultimo aggiornamento: martedì 24 Gennaio 2017)
Scendendo a livello di municipi, i dati sulla condizione sociale ed economica mostrano forte variabilità. Sono soprattutto il X (Ostia e il litorale) e il VI municipio (periferia est) a presentare le maggiori criticità potenziali. Ad esempio, a fronte di un reddito medio che nel comune è pari a circa 25mila euro (dato 2011), si passa ai 17mila del VI municipio ai 23mila del X. Oppure in termini di valori immobiliari medi: se il dato medio comunale (2016) è di 3.062 euro al metro quadro, nel VI municipio si scende a circa duemila euro e nel X si va dai 2.000 ai 2.500 circa.
Famiglie in disagio economico nei municipi di Roma
Percentuale di famiglie in potenziale disagio economico (2011)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)
Ma per quanto il dato municipale mostri già una vista subcomunale, dice ancora poco sulla reale condizione sociale ed economica delle periferie. La ragione è che i municipi tengono insieme territori molto vasti. Spesso seguono il tracciato delle vie consolari, racchiudendo al loro interno parti di centro e di periferia. Infatti se scendiamo a livello di zone urbanistiche la mappa racconta una storia ancora diversa.
Famiglie in disagio economico nelle zone urbanistiche di Roma
Percentuale di famiglie in potenziale disagio economico (2011)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat, censimento 2011
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)
La profondità territoriale dei dati fa la differenza sulla possibilità di analisi.
Emergono infatti alcuni elementi che con i dati per municipio non era possibile vedere. Solo alcuni esempi. La quota di famiglie in potenziale disagio economico tende ad essere più alta fuori dal raccordo anulare. Ma anche in centro ci sono zone che presentano maggiori difficoltà (come l'Esquilino). Il X municipio non è un insieme indistinto: si va da Ostia nord (oltre il 3% di famiglie in potenziale disagio) ad altre zone con valori al di sotto della media comunale.
Tornando alla distribuzione rispetto al gra è interessante osservare due cose: l'elevata incidenza nelle periferie orientali fuori dal raccordo, e il fatto che spesso le zone più in disagio sono anche quelle con la quota più alta di bambini e ragazzi.
A Roma la quota di minori è più alta fuori dal raccordo
Percentuale di minori sul totale dei residenti in ciascuna zona urbanistica di Roma (2017)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Roma Capitale
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2017)
Un problema anche educativo
Il tema della condizione materiale è strettamente legato a quello dell'istruzione. La carenza di strumenti culturali e di reti sociali riduce anche la possibilità di trovare un lavoro stabile e ben retribuito in futuro. Ed è molto più probabile che accada nelle famiglie già deprivate dal punto di vista educativo.
2/3 dei bambini con i genitori senza diploma restano con lo stesso livello d’istruzione, rispetto a una media Ocse del 42%.
In questo modo si alimenta un circolo vizioso, che porta all'ereditarietà della condizione sociale, economica, educativa. I dati raccolti nel censimento 2011, e le elaborazioni svolte da Istat per la commissione periferie, aiutano a inquadrare meglio quanto ciò impatti sulla situazione delle periferie.
A Roma, al censimento 2011, il 72,5% della popolazione tra 25 e 64 anni risultava diplomata o laureata. Un dato che varia molto tra i diversi municipi e le zone che lo compongono. Prendiamo 3 territori: i due che avevamo visto presentare maggiori difficoltà potenziali (VI e X) e uno più benestante, il II. Questo municipio a nord del centro storico ospita tra le altre zone come Parioli, Nomentano, Flaminio.
Divari nei livelli di istruzione nella Capitale
Percentuale di adulti con diploma o laurea (livello minimo e massimo in 3 municipi della Capitale)
FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 24 Gennaio 2017)
Nel VI municipio la zona con più adulti diplomati è comunque al di sotto della media comunale.
Nel II municipio, il più centrale dei 3 esaminati, la zona urbanistica con meno adulti diplomati è comunque superiore di 5 punti alla media romana (77% contro il 72,5%). In quella "più istruita" il dato sfiora il 90%. Il X municipio, come avevamo già rilevato per le famiglie in disagio, presenta un'elevata variabilità. La zona con meno adulti istruiti si colloca molto al di sotto della media romana (59,4%). Quella con più istruzione però supera la media di 10 punti (83%). Nel VI municipio, la periferia est, l'area di Roma con più minori, la situazione è meno articolata. La zona urbanistica con più adulti diplomati è di poco al di sotto della media (69%). In quella con meno diplomati o laureati la quota non raggiunge il 50%.
Investire nell'educazione per spezzare questo circolo vizioso
Nella loro parzialità, questi dati indicano in modo nitido il legame tra la condizione educativa e quella economica. Un legame che solo un forte investimento nei presidi educativi e sociali può spezzare.
Ad esempio estendendo i servizi per i bambini e gli adolescenti, dagli asili nido alle scuole, dagli biblioteche alle aree gioco. La periferia orientale, essendo l'area della Capitale con più minori, è anche sottoposto a una maggiore pressione in questo senso.
È emblematico in questo senso il dato sull'offerta di asili nido nel VI municipio, ricostruita nel report Asili nido a Roma. Quest'area della città è quella con la maggiore domanda potenziale. Quindi anche in zone dove il servizio è presente, i posti sono molto inferiori al bacino esistente. Ad esempio a Torre Angela, ci sono 34 posti ogni 100 bambini: un dato - letto in percentuale - tutto sommato positivo se si considera la media italiana e gli obiettivi europei e nazionali. Ma in termini assoluti, significa che ci sono 840 posti rispetto a quasi 2.500 residenti tra 0 e 2 anni.
Un dato che mostra come estendere questo tipo di servizi in zone con forti criticità come le periferie, possa fare la differenza anche in termini di coesione sociale.
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Scarica i dati, municipio per municipio
I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulle famiglie in disagio a Roma è l'elaborazione che Istat ha svolto per la commissione periferie nella scorsa legislatura. L'istituto di statistica li ha elaborati a partire dai dalle informazioni raccolte in occasione del censimento 2011.