Il ruolo della Lega nella nuova maggioranza Governo e parlamento

A differenza di Fratelli d’Italia, la Lega ha deciso di entrare nella nuova maggioranza. Un modo per far valere il proprio peso parlamentare sull’operato dell’esecutivo e rivendicare così i risultati ottenuti in quella sede per rilanciarsi agli occhi degli elettori.

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Con l’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi gli assetti politici all’interno del parlamento si sono radicalmente modificati. Se il precedente esecutivo guidato da Giuseppe Conte infatti poteva contare su una maggioranza dai numeri stretti, in particolare al senato, con il nuovo governo si è formata una grande coalizione che può essere definita di “unità nazionale”.

In questi casi, forze politiche appartenenti a schieramenti opposti abbandonano le normali divergenze per sostenere insieme l’esecutivo. È il caso ad esempio della Lega che dopo essere stata in maggioranza nella prima parte della legislatura e all’opposizione del governo Conte II è tornata adesso tra i partiti che sostengono l’esecutivo.

Un governo di unità nazionale è un esecutivo che si regge sul sostegno della totalità (o quasi) delle forze presenti in parlamento. Generalmente nasce in situazioni di grave emergenza che fanno ritenere necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. Vai a "Che cos’è un governo di unità nazionale"

Le motivazioni che hanno condotto a questa scelta possono essere molteplici. In primo luogo la possibilità di incidere sull’azione del governo. Ad esempio, il governo sta portando a termine il piano nazionale di ripresa e resilienza. Il documento in cui sono contenuti i progetti relativi agli interventi che saranno realizzati con i fondi di Next generation Eu e che sarà approvato entro la fine del mese. Ogni partito entrato a far parte della nuova maggioranza, inclusa la Lega, aveva quindi legittime aspirazioni di poter dire la propria nella redazione del piano.

L’ascesa di Meloni nei sondaggi ha messo in difficoltà la Lega.

In secondo luogo il Carroccio, pur rimanendo il primo partito italiano secondo i sondaggi e la seconda forza in parlamento (dopo il Movimento 5 stelle) stava attraversando un periodo di difficoltà. La posizione di Matteo Salvini come leader del centrodestra non era più così solida vista l’ascesa nel gradimento degli italiani di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

In questo contesto quindi la Lega ha scelto di differenziarsi dal proprio alleato-rivale, entrando nella maggioranza e facendo valere il proprio peso in parlamento. Con questa analisi cercheremo di comprendere meglio l’attuale stato di salute del partito di Salvini ad anche le sue mosse nel contesto della nuova maggioranza.

Il peso della Lega nella nuova maggioranza

La decisione della Lega di entrare nella nuova maggioranza può quindi essere interpretata anche come una volontà di far valere il proprio peso parlamentare, al fine di indirizzare l’attività dell’esecutivo verso temi di proprio interesse. Come, ad esempio, le riaperture delle attività commerciali di cui molto si è parlato nelle ultime settimane. Operazione che gli esponenti della Lega rivendicano come resa possibile solo grazie all’ingresso in maggioranza.

Ma quali sono gli attuali numeri del Carroccio in parlamento? In generale la consistenza dei gruppi parlamentari è molto diversa rispetto a quella di inizio legislatura. Come noto infatti, i parlamentari sono obbligati dai regolamenti di camera e senato a far parte di un gruppo. Ma possono poi cambiare liberamente appartenenza nel corso del mandato.

I gruppi rappresentano la proiezione dei partiti all’interno del parlamento. Ogni parlamentare deve aderire ad un gruppo ma può scegliere a quale senza vincoli. E può anche cambiare liberamente nel corso della legislatura. Vai a "Che cosa sono i gruppi parlamentari"

Questo fenomeno ha riguardato anche la Lega. Attualmente infatti i gruppi del partito sono composti rispettivamente da 131 deputati e 64 senatori. Numeri che fanno della Lega la seconda forza del parlamento sia alla camera che al senato dopo il Movimento 5 stelle.

Attualmente la camera è composta da 629 deputati poiché devono ancora tenersi le elezioni suppletive per sostituire Piercarlo Padoan che si è dimesso lo scorso novembre.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)

195 deputati e senatori appartenenti ai gruppi della Lega.

Peraltro la Lega è la forza politica ad aver maggiormente beneficiato del fenomeno dei cambi di gruppo (se si escludono il misto e Italia viva che però è nata a legislatura in corso). Il partito ha infatti “conquistato” 7 deputati a fronte di 2 abbandoni con un saldo positivo di 5 membri a Montecitorio. Mentre a palazzo Madama i senatori in entrata sono 6 a fronte di un solo fuoriuscito. Complessivamente quindi la Lega ha acquisito 10 parlamentari dall’inizio della legislatura.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)

+10 parlamentari nelle file della Lega dall’inizio della legislatura.

L'evoluzione dei gruppi parlamentari

È interessante notare come i “transfughi” che sono approdati al partito di Salvini provengano essenzialmente da due gruppi: Forza Italia e Movimento 5 stelle. Anche se c’è da dire che 4 di loro (Antonio Zennaro, Antonino Germanà, Claudio Barbaro e Francesco Mollame) hanno fatto parte per un certo periodo nel gruppo misto.

La mappa mostra il gruppo di partenza e quello di nuova destinazione di ogni parlamentare sia della camera che del senato. Non sono rappresentati i cambi di gruppo intermedi. Prima di approdare alla Lega Antonio Zennaro, Antonino Germanà, Claudio Barbaro e Francesco Mollame sono passati dal gruppo misto.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)

Tra le motivazioni che hanno portato all’abbandono degli ex esponenti di Forza Italia possiamo individuare la delusione di alcuni di essi per le decisioni prese dal partito. Ad esempio quella di votare a favore dello scostamento di bilancio richiesto dal precedente esecutivo nel novembre 2020. Una decisione che portò all’uscita dal gruppo da parte di Maurizio Carrara, Laura Ravetto e Federica Zanella. Passaggi che all’epoca destarono un certo scalpore.

Viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito democratico

Paradossalmente adesso entrambi i partiti si ritrovano insieme al centrosinistra nella maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Per quanto riguarda invece i fuoriusciti dal Movimento 5 stelle una possibile interpretazione può essere attribuita alla fine dell’esperienza del governo gialloverde. Come noto infatti, il M5s è composto da molte anime. Alcune più vicine al centrosinistra, altre al centrodestra. È possibile che molti parlamentari che hanno deciso di approdare alla Lega lo abbiano fatto proprio perché non hanno accettato la fine del governo Conte I. È il caso ad esempio della senatrice Alessandra Riccardi che (ancora membro del M5s) votò contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open arms. O dei senatori Grassi, Lucidi e Urraro.

Comune a molti parlamentari è la preoccupazione di non essere rieletti nelle nuove camere dai numeri ridotti.

Sia nel caso di Fi che del M5s c’è poi un ulteriore elemento da tenere in considerazione. Cioè la preoccupazione dei parlamentari di non essere ricandidati alle prossime elezioni. Entrambi i partiti infatti hanno perso molto del loro potenziale consenso rispetto alle politiche del 2018. Se i valori dovessero rimanere questi, il numero dei parlamentari che esprimerebbero sarebbe molto inferiore rispetto all’attuale. A ciò si deve aggiungere che nella prossima legislatura entrerà in vigore la riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Alcuni spostamenti possono quindi essere interpretati anche in questo senso.

L'ingresso nella maggioranza

Nonostante le posizioni euroscettiche del proprio leader - ribadite anche recentemente - la Lega è quindi entrata a far parte della nuova maggioranza che invece fa dell’europeismo uno degli elementi caratterizzanti. Perché questa improvvisa inversione di tendenza? Ciò può essere dovuto al fatto che una parte dell’elettorato leghista mal digerisce le posizioni del segretario. Ma un secondo elemento che vale la pena citare è che probabilmente la Lega ha voluto capitalizzare il proprio peso all’interno del parlamento.

Come abbiamo visto infatti la Lega, a differenza di Fdi che in parlamento ha un peso relativo, rappresenta la seconda forza di camera e senato. Questo significa che i voti del Carroccio, soprattutto se uniti a quelli di Forza Italia, possono condizionare non solo l’agenda del parlamento ma anche quella del governo.

Con i suoi numeri, la Lega può incidere molto di più di Fratelli d’Italia sull’agenda di governo e parlamento.

Infatti mentre alla camera i gruppi che fanno parte della ex coalizione giallorossa (Partito democratico, Movimento 5 stelle e Liberi e uguali) sono più ampi, così non è al senato. A palazzo Madama il peso delle due principali coalizioni di centrodestra e centrosinistra è sostanzialmente equivalente. Escludendo Leu (che al senato fa parte del gruppo misto), possiamo notare che Lega e Forza Italia valgono insieme il 38,6% della maggioranza. Mentre Pd e M5s il 37,5%.

Il grafico mostra il diverso peso dei partiti che fanno parte della nuova maggioranza in base al numero di parlamentari che esprimono.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 19 Aprile 2021)

38,6% la quota di senatori di Lega e Forza Italia rispetto alla maggioranza di governo.

Grazie a questa ritrovata centralità nello scacchiere politico la Lega (ma anche Fi) può cercare di influenzare l’azione del governo e rivendicare i successi ottenuti, rilanciandosi così di fronte agli occhi dei propri elettori. Non è un caso infatti che Salvini abbia immediatamente rivendicato i meriti del proprio partito nel programma di riaperture che è stato recentemente annunciato dal governo.

Visto che la vita all’aperto comporta un rischio contenuto, anche il limite di orario delle 22 conto che possa essere rivisto. (...) Di coprifuoco si parlerà in consiglio dei ministri; intanto per queste 48 ore mi porto a casa, anzi offro al paese i 40 miliardi cash per le imprese e le riaperture per le zone fuori dal rischio pandemico

Il ruolo della Lega nell'azione del governo

Al di là degli annunci però, allo stato attuale è difficile capire quale sia stato il reale impatto dei partiti sull’attività dell’esecutivo. Ciò anche perché, ad oggi, la maggior parte delle misure varate sono state approvate collettivamente in consiglio dei ministri. Dall’insediamento dell’esecutivo Draghi infatti il parlamento ha approvato definitivamente solo 7 leggi.

Cinque di queste sono di iniziativa governativa e risalgono ai precedenti governi della legislatura. Sono state poi approvate - entrambe a larghissima maggioranza - una proposta di legge per l’istituzione di una giornata in memoria delle vittime di Covid e la legge delega per l’introduzione dell’assegno universale a favore delle famiglie con figli (di cui abbiamo già parlato qui). A questi si possono aggiungere i 9 decreti legge varati dal nuovo esecutivo dal suo insediamento. Difficilmente quindi la Lega potrebbe intestarsi il merito esclusivo di alcune di queste iniziative.

16 atti aventi forza di legge approvati dall'insediamento del governo Draghi.

Un ruolo forse più incisivo la Lega lo ha giocato nel rinvio della discussione al senato sul ddl Zan contro l'omotransfobia. Dopo essere stato approvato alla camera, il discusso provvedimento deve adesso iniziare il proprio iter nell'altro ramo del parlamento. Attualmente però il testo è fermo in commissione giustizia e la sua discussione non è stata ancora calendarizzata. Secondo molti esponenti del centrosinistra la responsabilità di questi ritardi sarebbe da attribuire al presidente della commissione: il leghista Andrea Ostellari.

Anche in questo caso però il ruolo della Lega all'interno della maggioranza è stato relativo. Ostellari infatti era presidente della commissione già da prima dell'insediamento del nuovo governo. Inoltre anche Fdi e Fi sono molto critiche sul provvedimento.

Ciò che però ad oggi si può affermare con certezza è che la decisione di entrare nella maggioranza ha portato la Lega ad ottenere posti di rilievo nel nuovo esecutivo. Il Carroccio infatti ha preso le redini di tre ministeri, di cui due con portafoglio. Quello dello sviluppo economico, affidato a Giancarlo Giorgetti, quello del turismo guidato da Massimo Garavaglia e quello della disabilità affidato a Erika Stefani.

FONTE: Openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Febbraio 2021)

Mentre per quanto riguarda i ministeri la Lega ha lo stesso peso di Pd e Fi, nel caso dei sottosegretari sono stati rispettati più fedelmente i rapporti di forza tra i vari partiti. La Lega infatti ne conta 9, solo il M5s (con 11) ne ha di più. Complessivamente quindi, il partito di Salvini occupa 12 posti nell’esecutivo su un totale di 63 (quasi il 20%). Le Lega quindi non solo ha ottenuto un ruolo importante nel governo ma è anche riuscita ad ottenere incarichi nei ministeri a cui puntava maggiormente. Da notare, sotto questo aspetto, anche il ritorno del partito al ministero dell'interno grazie al sottosegretario Nicola Molteni.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 25 Febbraio 2021)

20% posti di governo occupati dalla Lega.

Una posizione ambigua

Come abbiamo visto quindi la scelta della Lega di entrare nella maggioranza può essere letta anche con la necessità di far valere il proprio peso nelle decisioni prese dall'esecutivo, specie in tema di riaperture. Da questo punto di vista, negli ultimi giorni non sono mancate le critiche al ministro della salute Roberto Speranza (Leu), individuato come il principale esponente tra coloro che sono contrari ad un accelerazione dei piani di riapertura rispetto al contenimento della pandemia. Inoltre, tra i principali soggetti chiamati a svolgere un ruolo di primo piano nella gestione dell'emergenza, Speranza è l'unico rimasto al suo posto dopo il cambio di governo. Attaccare il ministro di Leu è quindi anche un modo per criticare l'operato del precedente esecutivo.

La Lega ha una doppia anima: da una lato è entrata nella maggioranza, dall'altro continua a criticare membri dell'esecutivo.

Questa doppia anima rischia però di creare un cortocircuito. Nei giorni scorsi infatti Fratelli d’Italia ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della salute. Qualora la Lega votasse contro Speranza, si creerebbe una frattura con le altre forze della coalizione che sarebbe difficilmente sanabile. La difesa del ministro però sarebbe in contraddizione rispetto alle accuse mosse dal carroccio nelle ultime settimane.

Per divincolarsi da questa situazione Salvini ha proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza come alternativa alla mozione di sfiducia. Sarà molto interessante capire l’atteggiamento del partito quando si arriverà a votare la mozione di Fdi.

Foto credit: Twitter Senato - Licenza

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