Il problema dell’inquinamento per scuole e studenti in Italia #conibambini

L’Italia è quarta in Ue per quota di giovani che segnalano problemi ambientali o di inquinamento nel territorio in cui vivono. Una condizione che in alcuni casi riguarda le stesse scuole.

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Come ogni anno, il 22 aprile si celebra la giornata mondiale della Terra. Si tratta della principale ricorrenza ambientale esistente, istituita per promuovere la salvaguardia del pianeta dall’inquinamento e dagli effetti del cambiamento climatico.

Negli ultimi anni, è emerso spesso come tra le giovani generazioni la sensibilità verso questi temi sia maggiore. Come abbiamo approfondito, non rappresentano solo la fascia di popolazione più preoccupata per gli effetti del cambiamento climatico ma anche quella maggiormente attiva in associazioni che si occupano di questi argomenti.

La consapevolezza di essere la generazione che in futuro potrebbe vivere più da vicino gli effetti del cambiamento climatico è senza dubbio un fattore importante. Ma non va trascurato come – nella vita quotidiana di tante ragazze e ragazzi – l’inquinamento e i problemi ambientali rappresentino già un problema del presente, non solo del futuro.

Il problema dell’inquinamento dal punto di vista dei giovani

Il 13,7% della popolazione europea ha segnalato nella zona in cui vive la presenza di problemi ambientali, causati da fattori come l’inquinamento. La questione viene sentita anche e soprattutto dai giovani: la percentuale si attesta al 14,3% nella fascia d’età compresa tra i 16 e i 24 anni.

In Italia, la quota è anche più elevata. Criticità come sporcizia, inquinamento o altri problemi ambientali nella propria zona vengono segnalate dal 17,4% dei residenti tra 16 e 24 anni. Un valore sensibilmente superiore sia a quello dei coetanei Ue (14,3%) che della media della popolazione italiana (15,2%)

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Eurostat
(pubblicati: venerdì 2 Febbraio 2024)

Nel confronto Ue, il nostro paese si colloca al quarto posto dopo Malta (30,4% di giovani 16-24 anni che rilevano problemi ambientali dove vivono), Grecia (22,8%) e Francia (20,9%). L’Italia si colloca sopra la media europea e molto distante dai paesi che – nel contesto continentale – si caratterizzano per una bassa quota di giovani cittadini che vivono in aree con problemi ambientali o d’inquinamento. Come la Svezia, dove nel 2020 il 2,7% delle ragazze e dei ragazzi ha segnalato questa criticità.

La questione dell’inquinamento risulta particolarmente sentita nelle indagini che coinvolgono i giovani italiani, essendo quindi un aspetto centrale della loro vita quotidiana. Tanto nel quartiere dove vivono, quanto, in alcuni casi, della scuola che frequentano.

Come l’inquinamento atmosferico incide sulle scuole

L’analisi dei dati pubblicati dal ministero dell’istruzione consente di ricostruire la vicinanza delle scuole a fonti di inquinamento atmosferico. In media, nell’anno scolastico 2022/23, tale condizione è stata dichiarata per il 2,4% degli edifici scolastici. Parliamo di poco meno di mille edifici sui circa 40mila attivi nel nostro paese in quell’anno. Questo problema non è presente nel 96,7% dei casi, mentre per 356 strutture (lo 0,9% del totale) tale informazione non è disponibile.

2,4% edifici scolastici per cui è dichiarata la vicinanza a fonti di inquinamento atmosferico.

Tra le regioni, è la Liguria quella con più edifici scolastici prossimi a fonti di inquinamento atmosferico (5,2% del totale), seguita da Lazio (4,6%), Puglia (3,8%), Lombardia ed Emilia-Romagna (entrambe al 3,6%). Sotto l’1% invece Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Calabria e Molise.

Il problema dell’inquinamento riguarda soprattutto le scuole collocate nelle città. Tra i capoluoghi la quota di edifici vicini a fonti inquinanti è più doppia rispetto la media: 5,5%. Si abbassa invece al 1,5% tra i comuni non capoluogo. Nei territori periferici e ultraperiferici – distanti più di 40 minuti, se non oltre un’ora, dalle città polo più vicine – la quota di edifici prossimi a fonti di inquinamento scende sotto l’1%.

Non sono disponibili dati per il Trentino-Alto Adige. I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico. Per determinare univocamente il concetto di “prossimità” all’edificio scolastico, il ministero segnala nelle linee guida alla compilazione che, “generalmente, nei regolamenti comunali si considera ‘prossimo’ a un edificio, un elemento urbanistico che si trovi entro il raggio di 300 metri dall’edificio stesso”.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)

Tuttavia vi sono differenze rilevanti tra le stesse città. Foggia e La Spezia sono i capoluoghi con più scuole vicini a fonti inquinanti, con oltre il 40% degli edifici scolastici statali. A seguire Taranto, Imperia e Milano con quote superiori al 20%. Sono 52 i capoluoghi in cui nessun edificio scolastico è stato dichiarato vicino a fonti di inquinamento atmosferico: circa la metà del totale.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi alla presenza di edifici scolastici vicini a fonti di inquinamento atmosferico rispetto al comune sono stati elaborati incrociando informazioni di fonte Mim e Istat.

Foto: Tommi Boom (Flickr)Licenza

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