L’impegno dei giovani per l’ambiente #conibambini

Negli ultimi anni, la lotta contro i cambiamenti climatici e per la tutela dell’ambiente è diventata uno dei principali temi oggetto di dibattito pubblico e del confronto politico nazionale e internazionale. Merito soprattutto della mobilitazione dei più giovani su questo fronte.

|

Partner

La questione della tutela dell’ambiente ha guadagnato un’importanza crescente nel dibattito pubblico internazionale. La lotta al cambiamento climatico è stata infatti assunta a scopo ineludibile dell’agenda 2030 promossa dalle Nazioni unite.

Il tredicesimo dei 17 obiettivi previsti dal piano riguarda proprio il contrasto dei cambiamenti climatici, con una serie di azioni conseguenti. Dall’integrazione delle strategie ambientali nelle politiche nazionali alla mobilitazione di risorse per promuovere la transizione ecologica e mitigarne gli effetti.

193 i paesi che hanno sottoscritto l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Un orizzonte condiviso dai governi e da cui a cascata discendono una serie di politiche pubbliche e accordi internazionali, non sempre semplici da raggiungere data la complessità della materia e i diversi interessi contrapposti in gioco.

I giovani come motore di cambiamento

In questo quadro, un ruolo essenziale è quello svolto dai giovani di tutto il mondo nelle mobilitazioni a difesa dell’ambiente. Un impegno diventato evidente e oggetto di dibattito pubblico negli ultimi anni, a partire dalle manifestazioni dei Fridays for future. Manifestazioni che tuttavia non sono altro che la punta dell’iceberg di un interesse verso questi temi molto ben radicato nelle giovani generazioni.

La tutela dell’ambiente è considerata dai giovani una delle maggiori priorità.

Nelle più recenti rilevazioni condotte da Eurobarometro su iniziativa del parlamento Ue, è emerso proprio come i giovani europei considerino l’ambiente una delle principali priorità per le politiche pubbliche dei prossimi anni. Alla domanda su quali questioni siano più urgenti, al primo posto a livello Ue c’è la lotta alla povertà e alla disuguaglianza (43% dei rispondenti). Al secondo posto vi è proprio la lotta al cambiamento climatico e la tutela ambientale, con il 39% dei rispondenti che la indica tra le 3 priorità principali.

L’indagine, promossa dal parlamento europeo, si basa su un campione di 18.156 giovani dei 27 stati membri. Era possibile indicare 3 risposte. Maggiori dettagli qui.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurobarometro
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Settembre 2021)

Da notare come tale quota sia sistematicamente superiore rispetto a quella riscontrata tra gli adulti, in tutte le rilevazioni effettuate prima e dopo l'emergenza Covid. A differenza delle persone con più di 30 anni, i giovani europei considerano la questione del cambiamento climatico più rilevante dello stato delle finanze pubbliche dei membri Ue e dell'immigrazione.

44% i giovani italiani che pongono tra le priorità la lotta al cambiamento climatico (media Ue: 39%).

Tutela ambientale ancora più importante per i ragazzi italiani.

In questo contesto si inserisce la specificità delle ragazze e dei ragazzi italiani. Quasi la metà di loro (44%), più della media dei coetanei Ue (39%), indica nella tutela dell'ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici una delle principali priorità. A pari merito con la lotta alla povertà (44%) e inferiore solo alla disoccupazione (considerata prioritaria dal 53% dei giovani italiani contro il 37% di quelli Ue).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurobarometro
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Settembre 2021)

Ma come è cambiata negli anni la partecipazione dei più giovani sui temi ambientali nel nostro paese?

La partecipazione giovanile sul tema dell'ambiente in Italia

Come abbiamo avuto modo di ricostruire nel report "Giovani e comunità", la partecipazione di ragazze e ragazzi alla questione ambientale è andata crescendo negli ultimi anni. In parallelo con una maggiore consapevolezza su tali aspetti.

Lo testimonia la crescente adesione e partecipazione ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace. Tra 2017 e 2020 la quota di giovani impegnati in questo tipo di attività è cresciuta in modo generalizzato. Nella fascia 18-19 anni in particolare è aumentata di 2,5 punti, passando dall'1,9% al 4,4%.

I dati sono tratti dall’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” di Istat.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Ottobre 2021)

A fronte di una quota media della popolazione attiva nell'associazionismo ecologico e per i diritti inferiore al 2%, la percentuale si attesta sul 2,7% tra le ragazze e i ragazzi di 14-17 anni.

+2,5 l'aumento, in punti percentuali, dei 18-19enni che hanno partecipato a riunioni di associazioni ecologiche, per i diritti civili o per la pace tra 2017 e 2020.

Del resto, sia nel 2019 che nel 2020 i giovani sono risultati essere la fascia d'età maggiormente coinvolta nelle associazioni di questo tipo. La partecipazione in associazioni legate a temi ecologici e per i diritti sembra diminuire con l'aumentare dell'età. Una tendenza che testimonia il maggior attivismo di ragazze e ragazzi su questi temi rispetto al resto della popolazione.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 11 Ottobre 2021)

 

La maggiore attenzione dei giovani si concretizza in un maggiore attivismo sul tema.

Perciò questi dati segnalano non solo un maggior interesse dei giovani verso il cambiamento climatico e la protezione dell'ambiente, intesi nel senso di una generica adesione a questa causa. Rispetto al resto della popolazione, il coinvolgimento delle nuove generazioni sembra andare oltre il sostegno formale, concretizzandosi in forme partecipazione, organizzazione e attivismo per sollecitare un cambio di mentalità e incoraggiare politiche in questa direzione.

4,4% i 18-19enni che hanno partecipato a riunioni in associazioni ecologiche e per i diritti nel 2020, contro una media della popolazione pari all'1,7%.

È anche dalla riuscita di questo tipo di processi che si determinerà l'esito della transizione ecologica. Sia perché l'interesse concreto della popolazione è il vero pungolo per l'adozione di politiche pubbliche attente alla sostenibilità. Ma anche perché l'implementazione effettiva di tali politiche ha bisogno di condivisione da parte dei cittadini. Oltreché di sensibilità nel farle proprie individualmente, anche nei comportamenti e nelle scelte quotidiane.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati utilizzati sulla partecipazione giovanile sono di fonte Eurobarometro e Istat.

Foto: FridaysForFuture De (Flickr) - Licenza

PROSSIMO POST