Il governo disattende ancora la nostra richiesta di trasparenza Trasparenza

La ragioneria generale dello stato ha risposto, in modo del tutto insoddisfacente, alla nostra richiesta di accesso agli atti con cui chiedevamo più dati sul Pnrr.

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Lo scorso febbraio avevamo inviato al governo una seconda richiesta di accesso agli atti (Foia), per chiedere la pubblicazione di dati sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il Foia o diritto di accesso generalizzato è uno strumento per ottenere dati e documenti di interesse pubblico in possesso delle amministrazioni. Vai a “Che cos’è il Foia”

In particolare, chiedevamo informazioni su aspetti cruciali del Pnrr che a oggi non sono accessibili in modo omogeneo e nella loro totalità:

  • i bandi e gli avvisi pubblici sin qui pubblicati, con i relativi esiti;
  • le informazioni relative alla localizzazione delle risorse, dei progetti e dei soggetti attuatori coinvolti;
  • i progetti finanziati, il loro stato di avanzamento e l’ammontare di risorse economiche spese.

La risposta che abbiamo ricevuto dalla ragioneria generale dello stato (Rgs) è insoddisfacente, per non dire inaccettabile.

La (non) risposta del governo

A quasi un anno di distanza dal nostro primo Foia – che aveva dato esiti parzialmente positivi il governo Meloni replica alla nostra seconda richiesta rinviandoci solamente ai dati già pubblicati. Informazioni che non sono neanche lontanamente sufficienti per monitorare la realizzazione di un programma cruciale come il Pnrr, che mette in campo una somma così ingente di risorse. Ci rispondono inoltre che dei generici “dati” – non si capisce quali – verranno aggiornati “in concomitanza” alla relazione del governo al parlamento, che solitamente si occupa solo di scadenze e misure, non di progetti.

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Sui progetti, l’unica fonte a disposizione oggi sono gli open data di Italia domani, a cui si fa riferimento nella risposta. Tuttavia, sono dati aggiornati al 31 dicembre 2021 e sottostimano ampiamente il numero di progetti in corso.

In base alla risposta della Rgs, se le informazioni disponibili sono quelle pubblicate, dobbiamo desumere quindi che a oggi in Italia nessuno ha un quadro completo di come sta andando il Pnrr. Viene quindi da chiedersi come sia stato possibile per il governo approvare recentemente un decreto legge per ristrutturare la governance che regola il piano. Oltre a dichiarare che entro aprile invierà a Bruxelles una richiesta di revisione del Pnrr.

La relazione al parlamento

Per legge l’esecutivo deve presentare al parlamento, con cadenza semestrale, un resoconto sullo stato di attuazione del Pnrr. Il governo guidato da Draghi ne ha condivise due nell’arco della sua attività, a distanza di 10 mesi l’una dall’altra e non di 6 come previsto: una a dicembre 2021 e una a ottobre 2022. Il governo Meloni invece non ha ancora pubblicato nessuna relazione dall’inizio della sua attività a oggi. Dopo aver disatteso l’annuncio di una condivisione del documento alle camere a gennaio, ora la presentazione sembra rimandata ad aprile.

Non è chiaro il perché del riferimento alla relazione del governo sul Pnrr.

Tornando alla risposta che abbiamo ricevuto, possiamo quindi pensare che la relazione e i “dati aggiornati” saranno accessibili ad aprile. Ma quali dati? Come abbiamo visto in precedenza, le relazioni del governo alle camere sul Pnrr contengono aggiornamenti sull’avanzamento delle scadenze e quindi delle misure in agenda. Solo nella seconda relazione del governo Draghi si trova anche un allegato con l’elenco di tutti i bandi pubblicati finora. Ma per sapere quali progetti hanno vinto bisogna risalire al singolo avviso pubblico, trovare la singola graduatoria. Dati che inoltre non vengono pubblicati in formato aperto e riutilizzabile, ma all’interno di pdf non elaborabili.

L’aggiornamento dei dati

Se la risposta si riferisce a dati che verranno aggiornati nella relazione, è probabile che saranno solo quelli relativi alle scadenze. Ma questo non soddisferà la nostra richiesta di informazioni. Se invece si riferiscono ai dati sui progetti, viene da chiedersi perché se il governo ne è già in possesso – visto che intende pubblicarli il prossimo mese – non li ha ancora condivisi e non ce li ha inviati in risposta al Foia.

Ad avvalorare questa seconda ipotesi – cioè che il governo abbia almeno parte dei dati sui progetti – va considerato che ci sono alcuni enti locali che autonomamente condividono dati e informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Pnrr sul proprio territorio. È il caso di regioni come la Toscana, che condivide la localizzazione dei progetti, le risorse spese e l’avanzamento dei lavori. O come l’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta. Se questi enti raccolgono e rielaborano tali informazioni, possiamo pensare che le trasmettano anche alle amministrazioni centrali.

Ma perché non sono accessibili alla cittadinanza, sulla piattaforma governativa creata appositamente per questo e per informare su ogni aspetto del Pnrr?

Le mancanze di Italia domani

Come abbiamo già spiegato in diversi articoli, le lacune della piattaforma Italia domani sono numerose, soprattutto sui progetti. Cioè le opere, le infrastrutture che concretizzano gli investimenti del Pnrr.

5.246 progetti su cui sono reperibili informazioni negli open data di Italia domani. Sono connessi a sole 3 misure del Pnrr e sono aggiornati al 31 dicembre 2021.

Una sottostima grave dei progetti avviati dall’inizio del piano a oggi. Considerando che nella seconda relazione del governo Draghi al parlamento – che risale a ottobre 2022 – si legge che i progetti in corso sarebbero più di 73mila, per un valore complessivo di oltre 65 miliardi di euro.

Se quindi i dati in possesso del governo sono quelli di Italia domani – a cui infatti Rgs ci rimanda nella risposta al nostro Foia – possiamo chiederci se ci sia un problema di raccolta delle informazioni, oltre che di trasparenza. È vero che prima abbiamo fatto alcuni esempi di regioni che hanno messo in atto una propria raccolta, elaborazione e condivisione di dati, ma questo non vale per tuti gli enti locali. Soprattutto i comuni, particolarmente coinvolti nell’attuazione del Pnrr, potrebbero avere difficoltà in termini di competenze e personale a raccogliere i dati sui progetti attivi sul proprio territorio e quindi a trasmetterli alle amministrazioni centrali.

Qualunque sia la ragione – se più legata alla scarsa trasparenza o alle carenze della raccolta dati – resta una preoccupante constatazione da fare. E cioè che a oggi nessuno è in grado di sapere in modo omogeneo e per tutta Italia: quanti soldi sono stati spesi, per quali progetti, in quali territori e da quali enti.

Processi di revisione

Un’ultima questione su cui vale la pena riflettere è il contesto in cui si inserisce la risposta che abbiamo ricevuto.

L’esecutivo ha recentemente approvato il decreto legge 13/2023, entrato in vigore lo scorso 25 febbraio. Un provvedimento che modifica radicalmente la governance del Pnrr. Cioè la struttura con cui le amministrazioni centrali dello stato gestiscono la realizzazione del piano.

Al di là delle considerazioni sulle modifiche messe in atto, non è chiaro su quali basi il governo abbia elaborato questa nuova struttura se, come possiamo dedurre dalla risposta che ci hanno inviato – mancano così tante informazioni sul Pnrr. In particolare sull’aspetto più concreto: quello dei progetti.

Il governo modifica governance e agenda senza avere il quadro completo sull’andamento del Pnrr.

Considerando poi che l’obiettivo di questa revisione sarebbe quello di velocizzare l’attuazione del piano, è ancora più paradossale che abbiano preso queste decisioni senza avere un quadro aggiornato sull’andamento delle scadenze e quindi su eventuali ritardi.

Non solo, dobbiamo ricordare che trattandosi di un decreto legge il parlamento ha 60 giorni di tempo per approvarlo. È quindi fondamentale che il governo condivida prima di quel termine la relazione sull’attuazione del Pnrr con le camere. In caso contrario, i parlamentari non avranno neanche gli elementi minimi per valutare le modifiche alla governance ed eventualmente rivederle, anche in modo radicale.

Infine l’Italia ha dichiarato che, sempre entro aprile, invierà alla commissione europea una proposta di revisione del Pnrr, che comprenda anche l’integrazione del programma energetico RepowerEu. Anche in questo caso non è chiaro come l’esecutivo sta lavorando a questa proposta, senza avere la visione completa sull’andamento del piano.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo ChigiLicenza

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