I discorsi di fine anno del presidente della repubblica Il congedo di Mattarella

Il messaggio di fine anno del capo dello stato è una tradizione che si ripete senza interruzioni dal 1949. Da questi discorsi è possibile ripercorrere la storia del nostro paese.

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Anche se non formalmente previsto dalle norme, il messaggio di fine anno del presidente della repubblica è una tradizione che si ripete senza interruzioni dal 1949. Per questo la sua analisi offre diversi spunti di riflessione e può dirci molto sullo stato di salute e la storia del nostro paese.

Dal 1949 a oggi la forma e i contenuti dei messaggi di fine anno si sono evoluti. A partire dagli anni ottanta in particolare i discorsi sono diventati più lunghi ma allo stesso tempo con un linguaggio più semplice e diretto. Inoltre sono diventati frequenti i riferimenti all’attualità politica.

Con il messaggio dello scorso 31 dicembre il presidente Sergio Mattarella si è congedato dagli italiani. Ma è stato quello dell’anno precedente, per stessa ammissione del capo dello stato, il più difficile del suo settennato a causa dell’emergenza Covid che aveva duramente colpito il nostro paese. Un tema che per ovvie ragioni è stato affrontato anche nel discorso di quest’anno. Mattarella infatti ha voluto ricordare le tante vittime e l’impegno di tutti coloro che sono stati in prima linea nella lotta al virus.

1.731 le parole che compongono il discorso di fine anno di Mattarella del 2021.

Ma non si è trattato dell’unico tema affrontato. Mattarella quest’anno ha lanciato un appello a favore dei giovani. Inoltre con le sue parole è sembrato voler escludere ancora una volta la possibilità di una sua rielezione.

Come si sono evoluti nel tempo i messaggi del Quirinale

Come abbiamo già visto nei nostri approfondimenti sul tema, ogni capo dello stato ha interpretato il proprio ruolo in maniera diversa. Una differenza che si può riscontrare anche nel modo di comunicare con i cittadini durante il messaggio di fine anno.

Sotto questo aspetto infatti nel tempo si è registrata un’evoluzione. L’elemento statistico più evidente da questo punto di vista riguarda la loro lunghezza. Se nei primi anni della repubblica infatti i messaggi erano generalmente molto brevi, con il passare delle stagioni si sono allungati.

Da questo punto di vista possiamo osservare un momento di svolta a cavallo del 1980. Se prima di tale data infatti i messaggi raggiungevano raramente le mille parole, a partire dal 1981 si arriva ad una media di oltre 2.200.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

Ogni presidente della repubblica ha il proprio stile nel comunicare con i cittadini.

In generale i messaggi più lunghi sono stati quelli di Oscar Luigi Scalfaro. Sono suoi infatti 6 dei 15 discorsi più lunghi pronunciati dal 1949 a oggi, di cui 4 nelle prime posizioni. In questa particolare classifica poi trovano posto soltanto altri 3 presidenti della repubblica. Si tratta di Sandro Pertini, Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

Come già detto invece i discorsi più brevi coincidono in gran parte con la prima fase del periodo repubblicano. Ai primi 5 posti in questo caso troviamo 5 messaggi del primo presidente della repubblica eletto dal parlamento, Luigi Einaudi. Giovanni Gronghi e Giovanni Leone invece compaiono 3 volte ciascuno mentre Giuseppe Saragat e Antonio Segni una. Curiosamente Francesco Cossiga compare in entrambe le graduatorie. Nel 1991 infatti, alla vigilia dell’esplosione del caso Tangentopoli, proferì un discorso di appena 418 parole.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

Per quanto riguarda invece l’attuale capo dello stato, i suoi messaggi sono stati in media di 1.705 parole. Il più lungo è stato quello del suo insediamento nel 2015, unica occasione in cui Mattarella ha superato i 2mila termini utilizzati. Quello del 2021 è invece il terzo più lungo, superato anche da quello del 2016.

1.705 la lunghezza media dei discorsi di fine anno di Mattarella.

Linguaggio e temi ricorrenti

Non solo la lunghezza ma anche la forma dei messaggi si è evoluta nel tempo. Il tono infatti è diventato meno formale ed il linguaggio più semplice e diretto. Un dato che ci può aiutare a comprendere questa evoluzione è il numero di parole e di caratteri utilizzati per ogni frase.

Anche in questo caso i primi anni ottanta costituiscono uno spartiacque. La media di parole per frase infatti è passata da 36,8 del periodo precedente a 23,2 in quello successivo. Il numero di battute per frase invece è passato da 186 a 120,7. I testi quindi in generale si sono allungati ma al tempo stesso il linguaggio utilizzato è diventato più semplice e meno tecnico.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

 

Per quanto riguarda invece i temi più ricorrenti, analizzando complessivamente i 73 discorsi dei presidenti della repubblica possiamo osservare che il termine utilizzato più spesso è stato “Italia/italiani”. Seguono, “politica/politico”, “popolo”, “Europa” e “stato”. Termini generici se vogliamo ma a cui se ne affiancano anche altri più specifici e dal forte significato.

FONTE: elaborazione e dati openpolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

Durante i messaggi di fine anno infatti i presidenti della repubblica si sono trovati spesso a dover parlare anche in momenti difficili per il paese. Un ulteriore elemento di novità da questo punto di vista riguarda i sempre più frequenti riferimenti all’attualità, politica e non solo. Tra le parole più ricorrenti infatti trovano spazio anche “pace”, “problemi” ma anche “parlamento”, “governo”, “giovani”, “fiducia” e “crisi”.

La storia del paese nei discorsi di fine anno di Mattarella

Ogni anno tuttavia presenta delle proprie specificità e degli eventi che hanno segnato in maniera più o meno incisiva la storia del paese. Eventi che hanno trovato spesso ampio spazio nei messaggi di fine anno dei capi dello stato.

Per ripercorrere alcuni dei principali avvenimenti della storia repubblicana abbiamo quindi individuato le tre parole maggiormente utilizzate dai diversi inquilini del Quirinale nei loro messaggi. Per brevità citeremo solo alcuni esempi. Nel 1982, periodo che segna la fine dei cosiddetti "anni di piombo", la parola maggiormente utilizzata dall'allora presidente Pertini fu "terrorismo". Mentre nel 1992, anno dello scoppio dello scandalo tangentopoli, il termine più ricorrente nel messaggio di Scalfaro fu invece "partiti". Nel 2008 la parola più utilizzata da Napolitano fu "crisi". Infine nel 2020 il principale riferimento di Mattarella è stato "pandemia".

FONTE: elaborazione e dati opnepolis.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 5 Gennaio 2022)

Abbiamo inoltre fatto un ulteriore approfondimento focalizzandoci sul mandato degli ultimi 4 presidenti della repubblica e individuando alcuni temi particolarmente ricorrenti. Nei primi anni novanta, periodo della guerra nella ex-Jugoslavia, il tema più ricorrente fu quello della pace. Nei primi anni 2000 invece, a ridosso dell'entrata in vigore della moneta unica, furono frequenti i riferimenti all'Europa. Altri temi che sono ricorsi spesso sono stati quelli del lavoro e dei giovani. Specie dopo la crisi economica del 2008. Nel 2020 il tema centrale è stato inevitabilmente la pandemia.

I temi da analizzare sono stati individuati redazionalmente in base a quelli individuati come più pertinenti e ricorrenti. Dal conteggio sono stati esclusi temi generici come “Italia/italiani”, “anno”, “istituzioni” e simili. Il periodo di riferimento riguarda l’attività degli ultimi 4 presidenti della repubblica: Oscar Luigi Scalfaro (1992-1998), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2005), Giorgio Napolitano (2006-2014) e Sergio Mattarella (2015-2021).

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 10 Gennaio 2022)

Concentrandoci sugli anni più recenti, al di la dell'emergenza, il mandato dell'attuale presidente della repubblica si è caratterizzato per diversi eventi rilevanti. Un passaggio particolarmente significativo per quanto riguarda i rapporti tra Mattarella e le forze politiche è stato il 2016. A seguito delle dimissioni dell'allora presidente del consiglio Matteo Renzi infatti molte forze politiche avevano invocato le elezioni anticipate. Mattarella invece conferì l'incarico di formare un nuovo governo a Paolo Gentiloni. Per questo il presidente della repubblica fu duramente criticato.

I rapporti tra presidente della repubblica e partiti non sono sempre stati semplici.

Ma nel suo messaggio di fine anno Mattarella affermò che era impossibile andare alle elezioni "senza regole chiare e adeguate". All'epoca infatti il cosiddetto Italicum, la legge elettorale approvata nel 2015, venne dichiarata parzialmente incostituzionale. Questo aveva determinato una situazione per cui i sistemi elettorali di camera e senato divergevano in maniera piuttosto marcata (sistema maggioritario in un caso, proporzionale nell'altro). Mattarella affermò che prima di andare al voto le forze politiche avevano la responsabilità di risolvere questo problema.

Anche il 2018 fu un momento particolarmente intenso. In quest'anno infatti si insediò il governo gialloverde con cui i rapporti furono sin da subito difficili. I 5 stelle addirittura arrivarono a minacciare la messa in stato d’accusa di Mattarella reo di essersi rifiutato di nominare Paolo Savona a ministro dell’economia.

Nel suo discorso Mattarella invitò a fermare la “macchina del fango” che alimenta fake news con cui si cerca di manipolare l’opinione pubblica. Mattarella inoltre criticò quelle forze politiche che coltivavano l'odio e la paura con il fine di racimolare consensi. Meno di un mese prima era stato approvato il primo dei due cosiddetti decreti sicurezza, fortemente voluti da Matteo Salvini. Proprio "sicurezza" peraltro fu il termine più ricorrente nel discorso di quell'anno.

Anche il messaggio del 2021 è ricco di elementi di interesse. L'emergenza pandemica è rimasta comunque un tema in primo piano. Ma non è stato il solo argomento affrontato dal capo dello stato. Ampio spazio è stato dedicato ai giovani. Secondo Mattarella infatti l’eccessivo precariato sarebbe una delle cause principali che impedisce loro di costruirsi una famiglia.

[I giovani] sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani.

Un ultimo elemento di rilievo riguarda l'attualità politica. Il presidente ha infatti affermato che questo sarebbe stato il suo ultimo discorso di fine anno. Una dichiarazione che vuole evidentemente ribadire la sua contrarietà all'ipotesi di una rielezione al Quirinale.

Foto credit: Quirinale

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