Più di un quarto dei candidati, tra i parlamentari uscenti, ha cambiato gruppo nella legislatura appena terminata. Parliamo di oltre 170 tra deputati e senatori che hanno scelto di collocarsi altrove rispetto alle liste rappresentative delle forze politiche con cui erano stati eletti nel 2018. In molti casi operando anche più di un cambio nel tempo.

Quello dei cambi di casacca in parlamento è un tema che suscita sempre grande interesse da parte dei media e dell’opinione pubblica. Sebbene sia una pratica del tutto legittima (e tutelata dall’articolo 67 della costituzione), è condannata in maniera trasversale anche dalle stesse forze politiche. Questo perché in genere viene vista come un “tradimento” della volontà degli elettori. I quali spesso si ritrovano a scegliere un rappresentante che poi abbandona il proprio schieramento dopo l’elezione. In molti casi passando anche dal centrodestra al centrosinistra e viceversa.

Anche per questo motivo è utile analizzare quanto successo nella legislatura appena conclusa. Sono molti infatti i deputati e i senatori uscenti che sono stati ricandidati dai vari partiti. Tra questi un gruppo nutrito si è reso protagonista di almeno un cambio di appartenenza tra il 2018 e il 2022.

171 su 619 i parlamentari ricandidati che hanno cambiato gruppo nel corso della XVIII legislatura, pari al 27,6%.

Nella prima parte di questo articolo approfondiremo i dati generali relativi al fenomeno. Nella seconda invece esamineremo più nel dettaglio le vicende dei deputati e dei senatori uscenti che hanno cambiato gruppo tra il 2018 e il 2022 e che sono stati ricandidati dalle forze politiche in cui sono approdati.

Cambi di gruppo, un quadro generale

l fenomeno dei cambi di casacca ha caratterizzato l’attuale legislatura fin dal suo inizio. Infatti i primi riposizionamenti si sono registrati già a poche settimane dell’avvio dei lavori delle camere. Ci sono stati poi alcuni avvenimenti politici che hanno impresso una significativa accelerazione. I cambi di governo, incluse le recenti dimissioni di Mario Draghi, ad esempio hanno determinato alcuni picchi del fenomeno. Molti riposizionamenti inoltre sono avvenuti anche tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, in concomitanza con l’avvio delle operazioni che hanno portato alla conferma al Quirinale di Sergio Mattarella.

Anche a seguito di questi avvenimenti, i cambi di gruppo complessivi registrati sono stati 463 e hanno visto protagonisti rispettivamente 218 deputati e 88 senatori. Come già anticipato, tra questi ce ne sono 171 che sono stati ricandidati alle elezioni del prossimo 25 settembre.

FONTE: dati ed elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 16 Settembre 2022)

131 i cambi di gruppo avvenuti tra maggio (inizio della crisi del governo Draghi) e settembre 2022.

Un elemento interessante da questo punto di vista riguarda il fatto che 16 cambi di gruppo sono avvenuti anche tra agosto e settembre. In questo caso, visto che di fatto la legislatura era ormai già terminata, tale scelta potrebbe essere dovuta a una polemica verso il partito per la mancata ricandidatura. Nessuno dei parlamentari che ha cambiato gruppo in questo periodo infatti risulta tra coloro che sono stati ricandidati.

Con chi si candidano i parlamentari che hanno cambiato gruppo

Il 28% circa dei parlamentari ricandidati quindi ha cambiato collocazione almeno una volta nel corso della legislatura. Ma come si posizionano questi esponenti all’interno delle varie liste? La formazione che schiera il maggior numero di “transfughi” è Impegno civico, il soggetto politico creato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio. I candidati all’interno di questa lista che hanno cambiato gruppo sono 49 (41 deputati e 8 senatori). Ovviamente su questo dato pesa la “scissione” operata da Di Maio ai danni del Movimento 5 stelle. Nei gruppi parlamentari di Insieme per il futuro sia alla camera che al senato infatti sono confluiti quasi tutti ex 5s.

A questo proposito, occorre ricordare che tra i motivi che avevano portato alla rottura (anche se ufficialmente questa è stata attribuita alle posizioni ambigue del M5s nei confronti del sostegno all’Ucraina) vi era anche il limite dei due mandati. Una regola che avrebbe comportato la fine della carriera politica per molti degli esponenti confluiti in Insieme per il futuro (questo il nome dei gruppi alla camera e al senato a cui hanno aderito i parlamentari vicini a Di Maio e che risultano candidati nella lista Impegno civico), Inclusi alcuni esponenti di primo piano come Manlio Di Stefano, Laura Castelli e Dalila Nesci, oltre allo stesso Di Maio.

Le motivazioni di un cambio gruppo possono essere molte. Per questo è auspicabile valutare i candidati caso per caso.

Un caso simile è quello della lista Azione-Italia viva, seconda per numero di parlamentari ricandidati che hanno cambiato gruppo. In questo caso si tratta di 33 deputati e 15 senatori. In questa circostanza a pesare è la scissione operata da Matteo Renzi e dai parlamentari a lui vicini all’interno del Partito democratico. A differenza di Ipf però, i gruppi di Iv sia alla camera che al senato si sono costituiti nel 2019 e da allora sono cambiati molto. Registrando diversi ingressi, sia da parte di esponenti di centrodestra che di centrosinistra, ma anche diversi abbandoni.

Anche Azione, il partito di Carlo Calenda, si è formato nel corso del 2019, a legislatura in corso. A differenza di Italia viva, in parlamento non ha raggiunto i numeri per creare dei gruppi autonomi e si è quindi costituito come componente del gruppo misto insieme ad altre formazioni. Tra i candidati più noti che sono confluiti in queste componenti vi sono Barbara Masini, Matteo Richetti, Enrico Costa e Osvaldo Napoli. A questi sono da aggiungere anche Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, le 2 ex ministre fuoriuscite da Forza Italia in polemica con la scelta del partito di contribuire alla caduta del governo Draghi non votando la fiducia.

Non è possibile associare l’appartenenza a un singolo partito per i candidati unicamente nei collegi uninominali delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. In questo caso la militanza è stata desunta in base al gruppo di appartenenza nel corso della XVIII legislatura. Per i componenti del gruppo misto tuttavia non è possibile nemmeno questa associazione.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 16 Settembre 2022)

17 le liste che schierano parlamentari uscenti che hanno cambiato gruppo nel corso della XVIII legislatura.

Al terzo posto troviamo Noi moderati, l’alleanza che riunisce diverse sigle della galassia di centrodestra (Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Cambiamo!). Questa lista schiera infatti 14 deputati e 3 senatori che nel corso della legislatura hanno cambiato appartenenza. Seguono, tra le liste che presentano almeno 10 transfughi, Partito democratico (12 candidati) e Lega (10).

Cambi di gruppo multipli

Il principio in base al quale un parlamentare può aderire ad un gruppo diverso rispetto a quello rappresentativo della lista in cui è stato eletto è quello del divieto di mandato imperativo. Una norma introdotta dal costituente al fine di assicurare ai deputati e ai senatori la massima autonomia ed evitare condizionamenti esterni. Uno degli effetti collaterali di questa scelta però è il fatto che ogni parlamentare può cambiare gruppo un numero illimitato di volte. Da questo punto vista il nuovo regolamento del senato, approvato recentemente, ha introdotto alcuni paletti per cercare di disincentivare la pratica.

I gruppi rappresentano la proiezione delle liste elettorali all’interno del parlamento. Ogni parlamentare deve aderire ad un gruppo ma può scegliere a quale senza vincoli. E può anche cambiare liberamente nel corso della legislatura assumendosene la responsabilità politica di fronte agli elettori. Vai a "Che cosa sono i gruppi parlamentari"

Tra i deputati e i senatori uscenti che sono stati ricandidati ce ne sono in particolare 55 che hanno cambiato appartenenza più di una volta. Nell’analizzare questo dato tuttavia è importante tenere presente che le motivazioni che portano un parlamentare a cambiare gruppo possono essere molteplici. Alcuni spostamenti infatti possono essere anche “obbligati”. È il caso ad esempio degli aderenti a Coraggio Italia, gruppo che è stato sciolto perché, a causa di alcuni abbandoni, non aveva più il numero minimo di aderenti previsto dal regolamento della camera.

In molti casi è ipotizzabile che il cambio di gruppo sia motivato dalla ricerca di maggiori possibilità di rielezione.

In altri casi però, gli spostamenti possono avere anche motivazioni di opportunità politica. Ad esempio molti parlamentari hanno effettuato un breve passaggio nel gruppo misto prima di aderire ad una nuova formazione. Un modo, probabilmente, per rendere meno traumatico il riposizionamento agli occhi di elettori ed ex colleghi di partito. Oppure ancora è possibile che taluni abbiano scelto di cambiare gruppo nella speranza di aumentare le proprie probabilità di candidatura e rielezione. Un caso di questo tipo può essere quello dei molti ex 5s che, avendo raggiunto il secondo mandato, non sarebbero stati inseriti nelle liste del movimento.

Fatte queste premesse, al primo posto nella classifica dei parlamentari con il maggior numero di cambi di gruppo nella XVIII legislatura troviamo l’onorevole Maria Teresa Baldini con 5 riposizionamenti. Candidata da Noi moderati, Baldini ha iniziato la legislatura con Fratelli d’Italia per poi passare al gruppo misto e successivamente in Forza Italia, Coraggio Italia, Italia viva e terminare il proprio percorso ancora nel gruppo misto.

FONTE: Elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 16 Settembre 2022)

Ci sono poi 4 candidati che hanno cambiato gruppo 4 volte ciascuno. Si tratta di Bianca Laura Granato (candidata da Italia sovrana e popolare), Cataldo Mininno (Italexit), Antonio Lombardo ed Emilio Carelli (Impegno civico). Ci sono poi 13 parlamentari uscenti e ricandidati che hanno effettuato 3 risposizionamenti e 37 che ne hanno effettuati 2. Considerando esclusivamente i parlamentari che hanno effettuato più di un cambio di gruppo, la lista che ne ricandida di più è Noi moderati (14). Seguono Impegno civico (9) e Partito democratico (7).

Foto: Facebook - Mariastella Gelmini

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