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Gli asili nido e i servizi per la prima infanzia costituiscono un’opportunità fondamentale per bambine e bambini. Si tratta di infatti di un’offerta educativa rivolta ad una fascia di età, quella tra 0 e 2 anni, in cui i minori sono particolarmente ricettivi e quindi cruciale per porre le basi di tutti i successivi apprendimenti.

Accanto al valore educativo in senso stretto, questo servizio costituisce spesso una delle prime occasioni di socialità. Tali aspetti possono contribuire a una riduzione delle disuguaglianze di partenza, un elemento fondamentale in particolare per i bambini provenienti da contesti svantaggiati, e che ha assunto una rilevanza ancora maggiore dopo l’esplosione dell’emergenza Covid.

Il report in formato pdf

Del resto, il ruolo degli asili nido è stato riconosciuto da diversi anni anche in ambito internazionale, come emerge dagli obiettivi stabiliti dal consiglio europeo riunito a Barcellona nel 2002.

Ogni stato membro deve garantire un posto in asili nido o servizi per la prima infanzia, ad almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni. Vai a "Che cosa prevedono gli obiettivi di Barcellona sugli asili nido"

In questo senso l’Italia, pur in progressivo avvicinamento, non ha ancora raggiunto l’obiettivo Ue. Secondo i dati più recenti, relativi al 2019, il nostro paese ha un’offerta complessiva pari a 26,9 posti in asili nido ogni 100 residenti 0-2. Una copertura che, osservando i dati regionali, registra livelli più bassi nel sud Italia e più elevati nel nord.

Rispetto ad altre regioni del nord Italia, il Piemonte presenta un’offerta più bassa.

In Piemonte sono presenti 30,1 posti ogni 100 bambini, un dato superiore rispetto alla media nazionale, ma più basso rispetto ad altre regioni dell’Italia settentrionale. Con un’offerta solo poco inferiore rispetto a Trentino Alto Adige (30,3) e Veneto (30,6), ma più lontana da Lombardia (31,7), Liguria (32,2), Friuli-Venezia Giulia (33,7). Ancora più distanti Emilia-Romagna e Valle d’Aosta, entrambe sopra la soglia dei 40 posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni.

L’offerta di posti nido in Piemonte supera comunque di oltre 3 punti la media nazionale (26,9). Allo stesso tempo, questa media regionale risulta fortemente variabile sul territorio, sia da una provincia all’altra che da un comune all’altro. Tra le province piemontesi, spicca sulle altre il dato di Biella, con oltre 39 posti ogni 100 bambini. Anche la provincia di Novara e la città metropolitana di Torino, con circa 33 posti ogni 100 bambini, raggiungono la soglia fissata in sede europea.

Il dato misura l’offerta di asili nido e di servizi integrativi per la prima infanzia, nel settore pubblico e in quello privato.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

Gli altri territori presentano invece dati inferiori alla media regionale (30,1) e, fatta eccezione per Vercelli, alla media nazionale (26,9). Sono poco più di 20 i posti ogni 100 residenti tra 0 e 2 anni nelle province di Verbano-Cusio-Ossola e Cuneo. Quest'ultima, con un'offerta pari al 22,2% dell'utenza potenziale, è ultima tra le piemontesi per copertura del servizio.

Biella

Con quasi 1.200 posti a fronte di circa 3.000 residenti con meno di 3 anni, la provincia di Biella è la realtà piemontese che presenta la più alta percentuale di copertura potenziale di posti in asilo nido e servizi integrativi per la prima infanzia.

A fronte di una media provinciale di quasi 4 posti ogni 10 bambini, superiore alla soglia di Barcellona, non mancano le differenze a livello comunale. Sono 21 i comuni che superano la soglia del 33%, ovvero circa il 28% del totale. Tra questi il capoluogo, Biella, con 373 posti a fronte dei circa 800 bambini residenti.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

Spiccano 4 comuni in cui il livello di copertura è superiore al 100%. Si tratta di centri di piccole dimensioni, dove la presenza di 1 o 2 strutture riesce a coprire l'utenza potenziale: Miagliano (15 residenti sotto i 3 anni), Veglio (9), Verrone (23) e Gaglianico (72). D'altra parte, ci sono anche 50 comuni sui 74 totali (il 67,6%) in cui il servizio risulta assente in base ai dati Istat relativi al 2019. Per questo è fondamentale approfondire ulteriormente l'analisi per osservare come varia l'offerta a livello comunale.

La copertura, pur elevata, si concentra in un terzo dei comuni della provincia.

Isolando i comuni più popolosi della provincia, si nota come in tutti sia presente almeno una struttura per la prima infanzia. Con delle differenze: nelle 3 città con oltre 10mila residenti si va da Valdilana (67,4%) a Cossato (24,2%). In mezzo, come già emerso, il capoluogo e comune maggiore della provincia.

46,2 posti per 100 residenti 0-2, nei servizi prima infanzia del comune di Biella.

Tra gli altri comuni che nella provincia superano i 3mila abitanti si segnalano la già citata Gaglianico (104,2%), Occhieppo Inferiore (79,7%) e Mongrando (66,7%). Livelli inferiori, ma comunque al di sopra della media provinciale, a Ponderano (49,2%), Candelo (46,8%) e Vigliano Biellese (44,6%). Unico tra i comuni maggiori a non raggiungere la media provinciale è Cavaglià, che con 32,4 posti ogni 100 minori 0-2 anni si colloca poco sotto la soglia Ue.

Cuneo

Come anticipato in precedenza la provincia di Cuneo è ultima in Piemonte per offerta di servizi prima infanzia. Secondo i dati 2019, a fronte di 14mila bambini residenti, il territorio offre circa 3mila posti in asili nido e servizi integrativi per un livello di copertura potenziale del 22,2%.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

L'offerta di nidi del cuneese si concentra in circa 1/4 dei comuni.

Pur nell'offerta media radicalmente diversa (quella presente nel biellese supera di oltre 17 punti quella del cuneese), si conferma quanto già emerso nel caso precedente in termini di distribuzione territoriale. Anche in provincia di Cuneo nella maggior parte dei comuni il servizio non risulta presente. Parliamo di quasi il 75% dei comuni, ovvero 182 su 247 totali. L'offerta di servizi prima infanzia appare concentrata nei restanti 65 territori, collocati soprattutto nella parte centrale della provincia. Di questi, 24 superano anche quota 33%.

9,7% i comuni della provincia di Cuneo che superano la soglia europea dei 33 posti ogni 100 minori.

Con 32,2 posti ogni 100 bambini il capoluogo, pur superando la media provinciale di 10 punti, non rientra di poco nella minoranza di comuni cuneesi che superano la soglia di Barcellona. Anche tutte le altre città maggiori della provincia superano la media della provincia. In particolare Alba (44,9%), Bra (41,9%) si collocano al di sopra della soglia Ue. Mondovì (30%) e Savigliano (28,9%) presentano dati inferiori, ma comunque superano la media nazionale del 26,9%. Mentre poco sotto si trova Fossano (25,2%)

Il caso di Torino: la necessità di approfondire con dati subcomunali

Accanto ai due territori appena esaminati, merita un approfondimento specifico l'offerta di asili nido nella città metropolitana di Torino e nel suo capoluogo.

La ex provincia, come già osservato, è terza nella regione per numero di posti nido offerti in relazione alla popolazione. Con 33 posti ogni 100 minori di 3 anni residenti, è uno dei 3 territori piemontesi che raggiungono la soglia di Barcellona, oltre a superare sia la media nazionale che quella regionale. Allo stesso tempo, le caratteristiche del territorio di cui stiamo parlando rendono poco giustificabile un'analisi che si fermi al dato dell'intera area vasta.

Come osservato nella relazione finale della commissione periferie, la città metropolitana di Torino comprende interi territori che non fanno parte della sua conurbazione metropolitana.

Se, infatti, passiamo ad analizzare il più ampio contesto delle città metropolitane, il concetto di periferia si complica dovendosi riferire a un’area vasta, coincidente con quella delle ridimensionate amministrazioni provinciali. Un perimetro talvolta troppo grande (vedi il caso di Torino), altre troppo piccolo rispetto alla effettiva conurbazione metropolitana (vedi Napoli).

La città metropolitana di Torino non è un perimetro territoriale omogeneo per le analisi.

Una vera e propria criticità in termini di analisi, che impone di approfondire il dato della città metropolitana di Torino in chiave comunale, e come vedremo anche subcomunale.

Partendo dalla disaggregazione per singoli comuni, la mappa rende evidente quanto la media provinciale non rispecchi la distribuzione dell'offerta, tutt'altro che omogenea. Sono i comuni nella parte settentrionale della provincia, periferici rispetto ai centri principali, ad avere meno residenti tra 0 e 2 anni e anche una minore offerta, anche in relazione ai residenti. Indice probabilmente anche delle difficoltà di strutturare il servizio in aree montane e periferiche, dove la poca densità abitativa rende più oneroso questo tipo di investimento.

L'offerta appare invece molto più estesa a Torino (circa 4 posti ogni 10 bambini) e nei comuni dell'hinterland. Nel comune capoluogo vive quasi il 40% dei minori di 3 anni e si concentra quasi la metà dei posti esistenti nell'area metropolitana.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

L'offerta nel capoluogo supera quella delle altre città maggiori.

Il capoluogo quindi supera largamente il territorio della ex provincia, ma anche la media nazionale e lo stesso obiettivo europeo. Il dato di Torino (40,7 posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni) si contrappone a quello dei comuni della parte settentrionale dell'area, prevalentemente montani. Inoltre supera anche le altre città maggiori del torinese. Nella seconda città più popolosa, Moncalieri, l'offerta si attesta al 27,3%; nella terza, Collegno è al 35,9%. Tutti gli altri comuni maggiori si collocano al di sotto di questa soglia: Rivoli (35,2%), Settimo Torinese (23,3%) e Nichelino (30%).

40,7 posti per 100 residenti 0-2, nei servizi prima infanzia del comune di Torino.

Tuttavia, anche a fronte di un dato medio piuttosto elevato, l'offerta interna al capoluogo non risulta affatto omogenea. Nel caso di Torino, quarta città più popolosa in Italia, abitata da circa 850mila residenti, di cui il 2% bambini sotto i 3 anni, persino la media comunale diventa fuorviante.

È quindi necessario approfondire l'analisi in chiave subcomunale, per ricostruire le differenze interne. Partendo dalle 8 circoscrizioni in cui la città è suddivisa, in base al regolamento del decentramento. Queste dispongono di propri organi amministrativi, quali il presidente, la giunta e il consiglio circoscrizionale. E, in base allo statuto comunale, hanno competenza nell'organizzazione e gestione dei servizi di base sul proprio territorio.

Le circoscrizioni programmano, organizzano e gestiscono i servizi di base. Essi sono i servizi attinenti alla popolazione ed al territorio circoscrizionale (...) il regolamento del decentramento individua le competenze delle circoscrizioni nei seguenti settori: a) sociale e sociosanitario; b) scolastico e parascolastico; c) sport; d) biblioteche decentrate; e) lavori pubblici; f) cultura e tempo libero; g) commercio; h) ambiente; i) viabilità e mobilità; l) gioventù; m) pianificazione territoriale; n) lavoro.

Nello specifico, l'istituzione o la chiusura di nidi e l'articolazione del servizio, in base regolamento apposito, è in carico all'amministrazione comunale - attraverso la direzione servizi educativi - una volta sentito il consiglio di circoscrizione del territorio in causa.

La decisione di istituire nuovi nidi o di chiudere quelli esistenti, nonché l'articolazione in plessi e/o sezioni a tempo lungo e a tempo breve o la presenza di posti a tempo breve in sezioni a tempo lungo, è assunta, nell'ambito degli indirizzi programmatici dell'amministrazione, dalla direzione della divisione servizi educativi, valutando le domande in lista d'attesa, le caratteristiche del territorio e gli eventuali progetti sperimentali, sentito il consiglio di circoscrizione che dovrà esprimersi entro quarantacinque giorni dalla richiesta (...)

Sul territorio di Torino vivono - in base agli open data del comune - oltre 17mila minori di 3 anni. Di questi, circa il 30% abitano nella parte settentrionale della città (circoscrizioni 5 e 6). Si tratta del quadrante di città che comprende Barriera di Milano, Villaretto, Borgo Vittoria, Vallette e altri quartieri.

15,5% dei residenti torinesi tra 0 e 2 anni vive nella circoscrizione 5. Si tratta di quella con più minori tra le 8 che compongono Torino.

Dopo le circoscrizioni 5 e 6, le più popolose sono la seconda, la terza e la ottava, ciascuna con circa il 14% degli 0-2 residenti nel comune, e tutte collocate nel quadrante meridionale del comune. In quest'area sono compresi, tra gli altri, quartieri come Mirafiori, Lingotto e San Paolo. Nella circoscrizione che comprende il centro storico, la 1, vivono circa l'8% dei minori 0-2 anni.

1,77% i residenti con meno di 3 anni nella prima circoscrizione. Nella sesta sono il 2,42%.

Molto diversa è anche l'offerta di servizi prima infanzia sul territorio. Nella prima circoscrizione i posti raggiungono potenzialmente il 61,85% dei residenti 0-2. Sono infatti 864 i posti nido offerti a fronte dei 1.397 bambini che vi abitano. Seguono la seconda circoscrizione (Santa Rita - Mirafiori) e la settima (Aurora, Vanchiglia - Sassi - Madonna del Pilone). Qui è presente circa un posto ogni 2 minori residenti.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati comune di Torino
(ultimo aggiornamento: giovedì 27 Febbraio 2020)

Nell'area nord di Torino vivono molti minori e l'offerta di nidi è inferiore alla media cittadina.

La copertura minore si rileva soprattutto nella parte settentrionale del comune, nelle due circoscrizioni più popolose in termini di minori. Sono anche quelle dove la quota di bambini 0-2 anni incide di più. A fronte di una media cittadina di 2 residenti sotto i 3 anni ogni 100 abitanti, nella quinta sono il 2,23% e nella sesta il 2,42%.

Una utenza potenziale ampia a fronte dell'offerta di servizi presente sul territorio. Pari a 28,8 posti ogni 100 minori nella quinta circoscrizione e a 23,6 nella sesta. In entrambi casi quindi un dato inferiore alla media comunale di oltre 10 punti e lontano anche dall'obiettivo europeo del 33%.

23,6 posti ogni 100 bambini residenti nella sesta circoscrizione di Torino.

Nello specifico, la carenza di nidi nella parte settentrionale del comune è più facilmente indagabile georeferenziando i singoli nidi presenti sul territorio comunale. Difatti, come si nota dalla mappa, le stesse circoscrizioni nel caso torinese sembrano costituire un perimetro fin troppo ampio per le analisi. Scendendo di livello, utilizzando le 94 zone in cui si può suddividere il territorio di Torino a fini statistici, si nota come anche nell'area a nord della città l'incidenza di minori 0-2 anni vari ampiamente da zona a zona.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati comune di Torino
(ultimo aggiornamento: giovedì 27 Febbraio 2020)

L'incidenza di minori di 3 anni è più elevata soprattutto nelle zone collocate nel quadrante settentrionale del comune. Tra queste spiccano ad esempio Villaretto (4% di residenti sotto i 3 anni, il doppio della media cittadina), Borgata Monterosa (3,2%), Borgata Montebianco (2,9%), Officine Savigliano-Acciaierie (2,8%), Borgata Aurora (2,6%). Tra le zone con maggiore incidenza di bambini 0-2 anni, si segnalano anche Mongreno (parte orientale della città, 4,26%) e Tre Tetti - Bellezia (quadrante meridionale 3%).

95% dei posti nido offerti nella circoscrizione 6 è pubblico.

Tra le diverse aree della città cambia molto anche il canale di erogazione del servizio: pubblico, privato convenzionato, privato non convenzionato oppure aziendale. L'offerta comunale è quelle prevalente, con una media del 60% ampiamente variabile sul territorio. Superano infatti questa media le 2 circoscrizioni più a nord, la quinta e la sesta, con quote pari rispettivamente all'83% e al 95%.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati comune di Torino
(ultimo aggiornamento: giovedì 27 Febbraio 2020)

Al contrario, nelle aree più centrali della città l'offerta di posti comunali è pari a circa il 45% del totale. Nella circoscrizione 1, un ulteriore 38% è offerto da privati convenzionati o con riserva di posti assegnati da graduatoria circoscrizionale. Il privato non convenzionato ammonta all'11%, una quota che invece supera ampiamente la media comunale del 15% nelle circoscrizioni terza (24%) e quarta (36%), nella parte occidentale del comune.

13% dei posti nido offerti nella circoscrizione 2 è in ambito aziendale.

Da notare come nella seconda circoscrizione, Santa Rita - Mirafiori, e in generale nel quadrante meridionale del comune, una quota significativa dell'offerta sia garantita dalle aziende. Tra questi gli asili nido di Mirafiori baby (Fiat), Csi Piemonte e Riberi (ministero della difesa, comando regionale militare nord), nella circoscrizione 2.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi ad asili nido e servizi prima infanzia sono di fonte Istat.

Per conoscere quanto è ampia l’offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

Foto credit: Unsplash Markus Spiske - Licenza

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