Partner

Salute e sicurezza di ragazze e ragazzi sono due temi che la pandemia ha riportato prepotentemente al centro del dibattito. Da questo punto di vista la sicurezza delle scuole è una questione cruciale, da cui dipende la salvaguardia degli studenti e delle studentesse che la frequentano. A livello di struttura, è importante non solo che tali edifici siano progettati e costruiti secondo i criteri di sicurezza, ma anche che siano soggetti nel tempo a frequenti interventi di manutenzione e ristrutturazione. Un elemento che assume un’importanza ancora maggiore nell’attuale contesto emergenziale.

Scuole vecchie e non ristrutturate rischiano maggiormente crolli e cedimenti.

Il ritorno alla didattica in presenza dopo i mesi di pandemia ha reso infatti evidente la necessità di avere a disposizione un certo tipo di spazi.

Non solo ampi ma, come sottolineato dalle linee guida del Miur, più moderni, attraverso una rimodulazione di banchi e arredi scolastici che tuteli insegnanti e alunni dal rischio contagio.

In questo senso, è quindi importante considerare i vari elementi indicativi dello stato di salute delle strutture scolastiche. Tra questi anche la loro età, indagata attraverso la classificazione per edifici vetusti. Secondo la definizione del Miur, una scuola è classificata come vetusta quando ha più di 50 anni.

43,7% degli edifici scolastici statali in Piemonte ha più di 50 anni.

In base a questa definizione possiamo osservare che in Piemonte le scuole classificate come vetuste sono 1.369 su un totale di 3.131. Con il 43,7% di strutture scolastiche vetuste sul proprio territorio quello del Piemonte è il dato più elevato tra le regioni italiane, distante quasi 26 punti percentuali dalla media nazionale. In Italia infatti le scuole vetuste sono 7.161, su un totale di 40.160 edifici, cioè il 17,8%.

Il report in formato pdf

Ma come cambia l’incidenza del fenomeno all’interno della regione? Possiamo osservare come tutte le province piemontesi superino il dato medio nazionale. Tuttavia tra la città metropolitana di Torino (33,5% di edifici classificati come vetusti) e la provincia di Alessandria (62,3%) c’è una distanza di circa 29 punti percentuali.

Un edificio scolastico è classificato come vetusto quando ha più di 50 anni.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Oltre alla già citata Torino, solo un'altra provincia presenta dati inferiori alla media regionale. Si tratta di Novara che ospita sul proprio territorio 111 edifici classificati come vetusti a fronte di 278 totali (circa il 40%). Tutte le altre provincie piemontesi invece presentano dati compresi tra il 40% e il 60%. Si passa infatti dal 47,4% di Verbano-Cusio-Ossola al 59,7% della provincia di Vercelli.

Torino

Una delle possibili spiegazioni, certo non l'unica, per cui il Piemonte presenta una percentuale così elevata di edifici classificati come vetusti può dipendere dal fatto che questa regione, primo embrione del futuro Regno d'Italia, sia stata tra le prime a dotarsi di edifici scolastici. Torino in particolare fece uno sforzo notevole in tema di istruzione a partire dalla seconda metà dell'ottocento.

Inizialmente le scuole sono ospitate in locali presi in affitto, sparsi per i borghi della città, o in alcuni palazzi pubblici poco adatti. In seguito, con l'aumento vertiginoso delle iscrizioni, le spese per gli affitti diventano insostenibili e trovare locali adatti in centro città diventa sempre più difficile. L'impegno del comune [di Torino] a partire dal 1870 è quello di fornirsi di locali propri.

I primi edifici pensati appositamente per ospitare le scuole infatti nacquero proprio qui e molte di quelle strutture sono ancora oggi in uso. Ma se un'elevata età media può anche non porre di per sé una criticità, rappresenta comunque un indicatore essenziale da monitorare, anche in relazione alla necessità di interventi di manutenzione e ammodernamento sul territorio.

La città metropolitana di Torino infatti è quella che ospita sul proprio territorio il maggior numero di edifici scolastici, in base ai dati del ministero dell'istruzione relativi al 2018, cioè 1.290. Per avere un riferimento, la seconda provincia piemontese per numero di scuole è invece quella di Cuneo che però ne ospita 576, meno della metà.

Al di là di un numero di scuole più elevato rispetto alle altre province, la città metropolitana di Torino è la realtà piemontese che presenta la percentuale di scuole vetuste più bassa (33,5%). Un dato che rimane comunque molto distante dalla media nazionale (17,8%). Tuttavia analizzare i dati a livello provinciale ancora non è sufficiente. Come spesso succede infatti a distanza di pochi chilometri convivono realtà molto diverse. Per questo è importante spingere l'analisi a livello comunale, in particolare per l'area del Piemonte con più scuole sul proprio territorio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Dei 1.290 edifici scolastici della città metropolitana, sono 432 quelli classificati come vetusti. Da notare che in 78 comuni su oltre 300 non sono presenti strutture vetuste. Mentre sono 62 i centri che non ospitano scuole sul loro territorio. La maggior parte di essi si concentra nella zona settentrionale del territorio metropolitano, quello cioè a ridosso dell'arco alpino.

Nei comuni montani sono presenti meno scuole e l’incidenza di quelle vetuste è più elevata.

In questa fascia di territorio infatti troviamo comuni quasi tutti classificati da Istat in zona altimetrica 1, cioè "montagna interna". Inoltre si tratta di comuni interni o periferici, cioè centri distanti dai 20 ai 40 minuti dal polo più vicino. In queste realtà il numero di studenti residenti è generalmente ridotto ed anche le scuole, quando presenti, non sono mai più di 3. Nei comuni di montagna interna della città metropolitana, l’incidenza di patrimonio scolastico vetusto raggiunge la media regionale (43,7%), superando ampiamente sia la media provinciale (33,5%), sia il dato dei comuni di collina (33,7%) e di pianura (31,4%).

Per quanto riguarda il comune capoluogo invece, i dati sono sostanzialmente in linea con la media regionale (43,7%). A Torino infatti le scuole classificate come vetuste sono 121 su un totale di 285, il 42,5%.

116 comuni della città metropolitana di Torino con almeno il 50% di edifici scolastici vetusti.

Sono 57 infine i comuni della città metropolitana che hanno il 100% di edifici scolastici vetusti sul loro territorio. Dato che sale a 116 considerando tutti i comuni che hanno almeno la metà delle scuole così classificate. Questi si concentrano principalmente nella fascia centrale della città metropolitana. Anche in questo caso dobbiamo rilevare che il numero di scuole in questi territori è generalmente ridotto. Nella maggior parte dei comuni infatti gli istituti presenti sono poche unità: quasi la metà di essi ha 1 o 2 scuole. Ciò determina una percentuale molto sbilanciata o verso l'alto o verso il basso a seconda che siano presenti o meno edifici vetusti.

Alessandria

Rispetto a quanto appena visto per la città metropolitana di Torino, in provincia di Alessandria il numero di istituti scolastici è molto inferiore. Qui infatti le scuole presenti sono 308 di cui 192 classificate come vetuste, il 62,3%. Dato che fa di Alessandria la provincia piemontese con la più elevata percentuale di edifici così classificati. Un valore che supera la media regionale di oltre 18 punti percentuali e di oltre 44 quella italiana.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

A differenza di quanto visto per Torino, qui le scuole vetuste sono distribuite più a macchia di leopardo. Ma, come già osservato per il capoluogo di regione, anche in questo caso percentuali particolarmente alte o particolarmente basse sono spesso imputabili al limitato numero di scuole presenti in alcuni territori.

In questa provincia infatti sono 5 i comuni che ospitano più di 10 istituti scolastici sul loro territorio. Tre di essi peraltro presentano dati superiori alla media regionale e tra questi anche il comune capoluogo. Alessandria infatti ospita 42 edifici scolastici di cui 28 (cioè 2 su 3) classificati come vetusti.

66,7% gli edifici scolastici classificati come vetusti nel comune di Alessandria.

Gli altri due comuni sono invece Casale Monferrato (27 edifici scolastici di cui 18 vetusti) e Tortona (14 scuole di cui 9 vetuste). Infine Aqui Terme e Novi Ligure ospitano entrambe 8 strutture vetuste a fronte rispettivamente di 16 e 15 scuole presenti.

Il basso numero di strutture scolastiche in molti comuni fa emergere i dati a livello percentuale.

Per quanto riguarda i comuni che presentano il 100% di edifici vetusti, possiamo notare che in quasi tutti i casi sono al massimo 2 le strutture presenti. Fa eccezione solo il comune di Cassine con 3. Dall'altro lato invece troviamo 22 comuni che non hanno strutture scolastiche sul proprio territorio. Da notare però che, salvo i comuni maggiori già citati, negli altri casi gli edifici scolastici vetusti sono generalmente non più di 3. Fa eccezione solo il comune di Predosa che ne conta 4.

Un ultimo elemento significativo riguarda infine il numero di comuni che non ospitano scuole. Si tratta infatti di 81 centri su un totale di 191, più del 40% dei comuni di questa provincia.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sugli edifici scolastici statali vetusti sono di fonte Miur.

Per conoscere quante scuole sono vetuste nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 4 Marzo 2020)

Foto credit: Unslpash marco fileccia - Licenza

PROSSIMA PARTE