Ancora in riorganizzazione i ministeri dell’istruzione e dell’università Ministeri

Dopo le dimissioni di Fioramonti sono stati nominati due diversi ministri, uno per l’istruzione e l’altro per l’università. Di conseguenza sono nati due nuovi ministeri la cui struttura amministrativa però è ancora in corso di definizione.

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Mentre la riapertura delle scuole e l’inizio del nuovo anno accademico si trovano a dover affrontare la situazione imposta dall’emergenza Covid-19, le strutture amministrative del ministero dell’istruzione e di quello dell’università e della ricerca sono in attesa di una chiara definizione.

A nove mesi dal decreto che ha stabilito lo scorporo del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) in due diversi dicasteri ci troviamo ancora con una gestione amministrativa di tipo transitorio. Infatti il decreto prevedeva l’approvazione entro giugno di alcuni provvedimenti attuativi, ma ad oggi nessuno è stato adottato.

Le dimissioni di Fioramonti e la nomina di due nuovi ministri

Con la nascita del governo Conte II, a settembre 2019, Lorenzo Fioramonti era stato nominato ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca. Eletto nelle liste del Movimento 5 stelle, era già stato viceministro dello stesso dicastero nel primo governo Conte.

L’accordo tra le forze di governo aveva poi portato alla nomina a sottosegretari di Lucia Azzolina (M5s), Anna Ascani (Pd, poi diventata viceministro) e Giuseppe De Cristofaro (Sinistra italiana).

A fine dicembre però, al termine di una trattativa sui fondi da destinare al ministero con la legge di bilancio, Fioramonti ha rassegnato le sue dimissioni. Pochi giorni dopo, in occasione della conferenza stampa di fine anno, il presidente del consiglio ha quindi annunciato che a sostituirlo sarebbero stati due ministri. Lucia Azzolina per l’istruzione e Gaetano Manfredi per l’Università.

Da un lato quindi si è cercato di mantenere gli equilibri politici iniziali, confermando all’istruzione un’esponente del M5s. Dall’altro però il ministero è stato scorporato e la formazione superiore e la ricerca sono state assegnate a una personalità tecnica.

Manfredi infatti non aveva esperienze politiche precedenti. In quel momento ricopriva un incarico di prestigio nel mondo accademico, come rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente della conferenza dei rettori delle università italiane (Crui).

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: mercoledì 2 Settembre 2020)

Inoltre inizialmente sia Ascani che De Cristofaro erano stati assegnati al ministero dell'istruzione ma a metà agosto De Cristofaro ha ricevuto l'incarico di sottosegretario presso il ministero dell'università e della ricerca.

Lo scorporo del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca

Il 10 gennaio, contestualmente al giuramento dei nuovi ministri, è entrato in vigore il decreto 1/2020 con cui sono stati istituiti il ministero dell'istruzione e il ministero dell'università e della ricerca.

I due nuovi ministeri si sarebbero provvisoriamente appoggiati all'apparato amministrativo del Miur definendo poi le nuove strutture attraverso l'approvazione dei regolamenti di organizzazione.

Secondo il decreto il nuovo ministero dell'istruzione avrebbe sostanzialmente ereditato i dipartimenti del Miur ad esclusione del dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca.

Ministero dell'istruzione

Articolazioni centrali:

  • Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
  • Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali

Articolazioni periferiche:

  • Uffici scolastici regionali
Per legge i ministeri possono avere come strutture di vertice dei dipartimenti oppure un segretario generale e delle direzioni generali. Vai a "Come sono organizzati i ministeri"

Una volta approvato il regolamento il ministero dell'università si organizzerà invece con un segretario generale e 5 direzioni generali. Nel frattempo il decreto prevede che si avvalga degli uffici del dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca dell'ex Miur e del dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell'istruzione.

La mancata approvazione dei decreti attuativi

Il Dl 1/2020 (poi convertito in legge 12/2020) prevede per la sua implementazione di adottare 4 provvedimenti attuativi. Tre in particolare indicano un termine preciso per la loro approvazione. Rispettivamente il 30 aprile, l'8 maggio e il 30 giugno del 2020. Ad oggi però nessun provvedimento attuativo risulta essere stato adottato.

Nessuno dei provvedimenti attuativi della legge 12/2020 è ancora stato adottato.

In particolare entro il 30 giugno dovevano essere approvati i regolamenti organizzativi dei nuovi ministeri. Il governo quindi aveva programmato di iniziare il nuovo anno scolastico e accademico con una struttura amministrativa definita per entrambi i ministeri e con il tempo utile alla nomina dei nuovi vertici.

Non essendo stati approvati i regolamenti invece i due ministeri si trovano ancora in una fase transitoria, in particolare il ministero dell'università e della ricerca la cui struttura è stata completamente ridefinita dalla legge.

Il 14 agosto Maria Letizia Melina è stata nominata segretario generale del ministero dell'università e della ricerca. Una nomina possibile visto che la figura del segretario generale è prevista dalla legge. Al contrario in mancanza dei nuovi regolamenti non è possibile procedere alla nomina dei direttori generali.

Il rientro in aula a settembre

Certo era normale aspettarsi che la crisi legata al Covid-19 provocasse dei ritardi nella ristrutturazione dell'apparato burocratico. A maggior ragione considerando quanto la macchina amministrativa sia stata messa alla prova nel corso degli ultimi mesi.

Allo stesso tempo però sarebbe stato decisamente preferibile affrontare sia la prima fase di emergenza che l'inizio della scuola con delle strutture amministrative chiaramente definite e funzionanti.

Nello stesso sito del ministero, che almeno per il momento continua a essere uno solo, risulta poco chiaro quali siano ad oggi i vertici amministrativi.

È evidente che a dicembre 2019, quando è stata presa la decisione di dividere i due dicasteri, nessuno poteva prevedere quello che sarebbe successo di lì a poche settimane. Tuttavia questo mostra in maniera lampante l'importanza di certe decisioni che troppo spesso sembrano prese senza un'adeguata valutazione.

Il presidente Conte ha spiegato la sua decisione sostenendo che questo avrebbe dato nuovo impulso al settore universitario e della ricerca.

Mi sono convinto, e ne ho parlato anche alle forze politiche che sostengono la maggioranza, che la cosa migliore per potenziare la nostra azione sia separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università.

Tuttavia, prima della conferenza stampa di fine anno, non risulta che il tema fosse stato affrontato e discusso, almeno pubblicamente. In effetti solo due mesi prima, con decreto del presidente del consiglio, era stato approvato il nuovo regolamento organizzativo del Miur, che ne confermava la struttura di vertice.

In generale fornire delle motivazioni chiare sostenute da un dibattito trasparente avrebbe il pregio di allontanare il dubbio che scelte di questo tipo rispondano non solo a esigenze amministrative ma anche a logiche strettamente politiche.

 

Foto Credit: Presidenza della repubblica

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