Quanto tempo serve per raggiungere la scuola dai comuni più isolati #conibambini

Oltre 140mila giovani tra 6 e 18 anni vivono in un comune che dista almeno 60 minuti dalla città polo più vicina. Per quasi 20mila di loro la distanza supera l’ora e mezzo. Approfondiamo la raggiungibilità delle scuole da questi territori più remoti.

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L’Italia ha un territorio morfologicamente molto articolato, che in molte aree del paese significa tempi di percorrenza anche molto lunghi per raggiungere il centro più vicino.

Ciò incide sulla vita quotidiana di famiglie e studenti, ed è anche una delle cause del progressivo spopolamento di intere aree del paese. Raggiungere i servizi, in particolar modo quelli educativi e scolastici, può essere più difficile in questi territori. Rendendo più concreto anche il rischio di dispersione e di abbandono precoce della scuola.

Sono 182 i comuni polo nel nostro paese, le città con maggiore disponibilità di servizi. Si tratta di centri dove è presente, contemporaneamente, un’ampia offerta scolastica superiore (almeno un liceo e almeno un istituto tecnico o professionale), nonché servizi sanitari e di trasporto ferroviario.

A essi si aggiungono 59 poli intercomunali, gruppi di comuni che presi complessivamente offrono questi servizi, per un totale di 241 poli. Il tempo per raggiungerli è molto variabile sul territorio nazionale.

Oltre 600 comuni, pari all’8,3% del totale, si trovano ad almeno un’ora di distanza dal polo più vicino.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Agenzia coesione e Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 15 Febbraio 2022)

In questi comuni vivono poco meno di 1,28 milioni di abitanti, il 2,2% dei residenti in Italia. Di questi, 185mila sono minorenni, mentre 144mila hanno tra 6 e 18 anni, in età di obbligo formativo.

Decine di migliaia di ragazze e ragazzi per cui il tema dei trasporti e della possibilità di spostarsi è centrale. Tanto per andare a scuola, quanto per la vita di tutti giorni. A maggior ragione nei 62 comuni dove per raggiungere il polo più vicino si impiega almeno un’ora e mezzo. Territori in cui vivono oltre 25mila minori e poco meno di 20mila bambini e ragazzi tra 6 e 18 anni.

19.805 i 6-18enni che vivono in aree ad almeno 90 minuti dal polo più vicino.

I comuni più distanti sono spesso realtà isolane: Lampedusa e Linosa, a oltre 5 ore da Agrigento, Pantelleria (quasi 2 ore e mezzo da Mazara del Vallo), Marciana, sull’isola d’Elba, a oltre 2 ore Grosseto.

Seguono numerosi comuni del nuorese (come Triei, Baunei, Ussassai, Lotzorai, Girasole, Tortolì e diversi altri a più di 100 minuti), nonché altri nelle province di Sondrio (Livigno, 108,4 minuti dal capoluogo), Salerno, Bolzano, nelle isole di Ustica e d’Elba, nel potentino.

In provincia di Nuoro, quasi il 72% dei residenti tra 6 e 18 anni abita in un comune ad almeno 60 minuti di percorrenza verso il polo più vicino. Ciò è dovuto al fatto che il capoluogo, nell’ultima revisione della metodologia, non è più classificato come polo e si trova a 61,8 minuti dal centro più vicino, Oristano.

(…) ci sono 4 città capoluogo di provincia (Isernia, Matera, Enna e Nuoro) il cui livello di servizi offerti è insufficiente alla loro classificazione statistica come Polo e che, pertanto, risultano classificate in modo differenziato a seconda della loro distanza dal Polo più prossimo.

L’altra provincia con più studenti che vivono in comuni con tempi di percorrenza superiori all’ora è Caltanissetta: 44% dei giovani tra 6 e 18 anni.

Lo stato dei trasporti verso i poli con più minori distanti

In Italia poco meno del 90% delle scuole sono raggiungibili con mezzi pubblici (87,9% nell’anno scolastico 2020/21). Quasi il 44% degli edifici è raggiunto nello specifico dal trasporto pubblico interurbano.

43,9% edifici scolastici raggiungibili con il trasporto pubblico interurbano (a.s. 2020/21).

Per approfondire la raggiungibilità delle scuole situate nei poli dai comuni più remoti, la prima cosa da fare è individuare quali comuni polo sono baricentrici per il maggior numero di giovani tra 6 e 18 anni.

I 10 comuni polo che sono associati a territori dove più giovani vivono in comuni collocati a oltre un’ora di distanza sono nell’ordine Eboli, Ragusa, Bolzano, Oristano, Cagliari, Brescia, Olbia, Foggia, Catania e Sondrio.

Dal punto di vista dimensionale, si va da Eboli, nel cui “circondario” vivono circa 60mila bambini e ragazzi in età scolastica e formativa (di cui quasi 15mila in comuni a oltre 60 minuti da Eboli stessa: 1 su 4), a Sondrio, città baricentrica per un’area che non coincide con la provincia omonima, essendo estesa anche a parti del bresciano. Il capoluogo valtellinese è baricentrico per quasi 20mila 6-18enni della zona, di cui 4.500 circa in comuni ad almeno un’ora dal centro principale.

Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige. I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Miur e Agenzia coesione
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Il livello dei collegamenti scolastici è molto variabile tra i 10 poli delle aree con più studenti a oltre un’ora di distanza. Nel comune di Oristano, in Sardegna, tutti gli edifici scolastici risultano raggiunti da almeno un mezzo di trasporto pubblico e il 75,7% da quello interurbano.

Per quanto riguarda i collegamenti con il trasporto interurbano, seguono Olbia e Sondrio. Città dove quasi due terzi degli edifici scolastici ha una fermata entro 500 metri. Poco sotto Cagliari (57,1%).

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: mercoledì 12 Gennaio 2022)

Seguono Eboli (50%) e Brescia (42,9%), mentre non raggiungono la soglia del 40% tre città del sud: Catania (35,4%), Foggia (33,3%) e Ragusa (30,4%). Quote quindi piuttosto lontane dalla media nazionale del 43,9%.

Se si considerano tutti i mezzi di trasporto alternativi all’auto, ne sono raggiunti almeno il 90% degli edifici scolastici in tutti i comuni considerati. Un valore superiore alla media nazionale pari all’87,9%. Fanno eccezione solo Eboli (58,3%) e Ragusa (34,8%).

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati sugli edifici scolastici, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico. Sono stati messi in relazione con quelli sulla classificazione per aree interne tempi di percorrenza, di fonte Agenzia per la coesione territoriale. Dati sugli edifici non disponibili per il Trentino Alto Adige.

Foto: PORTOBESENOLicenza

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