Perché sui decreti attuativi è importante non fare passi indietro Coronavirus

Da giorni non è più possibile monitorare lo stato di implementazione dei decreti attuativi relativi alle norme emanate da governo e parlamento. Per questo chiediamo alle istituzioni di non fare passi indietro su questo tema in un momento così delicato per il paese.

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Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo governo e parlamento si sono ritrovati a dover adottare un gran numero di norme straordinarie spesso molto lunghe e complesse. Questo ha determinato anche la necessità di fare ampio ricorso ai decreti attuativi, norme secondarie (solitamente decreti ministeriali) che regolano contenuti di dettaglio e che sono indispensabili per la piena applicazione delle leggi.

In un contesto complesso come quello attuale, uno dei parametri certi per valutare l’azione del governo era rappresentato proprio dalla possibilità di controllare lo stato di attuazione delle norme messe in campo attraverso la pubblicazione dei relativi decreti attuativi. Questo era possibile grazie a uno strumento messo a punto dall’ufficio per il programma di governo (Upg).

Tale strumento, oltre a permettere il tracciamento dello stato di implementazione delle varie norme permetteva di fare anche ulteriori analisi: dalla valutazione sull’efficacia dell’azione di governo a quella sul lavoro dei singoli ministeri, finanche a tenere traccia dei provvedimenti non adottati entro la scadenza prefissata. Tuttavia da giorni non è più possibile utilizzarlo.

In questo modo viene meno un prezioso strumento di analisi per cittadini e osservatori. Strumento senza il quale anche le nostre elaborazioni non potranno proseguire. Per questo come openpolis abbiamo invitato l’ufficio per il programma di governo a non fare passi indietro rispetto a quanto di buono fatto finora e a ripristinare il servizio nel più breve tempo possibile.

Quanto pesano i decreti attuativi

Ma perché è così importante monitorare lo stato di implementazione dei decreti attuativi? L’approvazione di una norma in parlamento non ne conclude l’iter. Infatti inizia poi quello che abbiamo rinominato il “secondo tempo delle leggi”. L’azione si sposta dal parlamento ai numerosi uffici competenti e le dinamiche politiche lasciano il posto a quelle burocratiche e tecniche. Una fase spesso ignorata, ma necessaria per completare le norme.

Spesso leggi e decreti non sono immediatamente eseguibili. Devono essere definiti aspetti pratici, burocratici e tecnici. Norme definite dai decreti attuativi, affidati principalmente ai ministeri. Vai a "Che cosa sono i decreti attuativi"

Senza l’adozione dei decreti attuativi richiesti le risorse stanziate a favore dei cittadini non possono essere erogate.

Sono stati regolati da decreti attuativi, ad esempio, i bonus mobilità e ristrutturazioni di cui si è tanto parlato negli scorsi mesi. La rapida e corretta adozione dei decreti attuativi rappresenta dunque un passaggio fondamentale affinché le risorse stanziate dal governo per aiutare i cittadini in questa fase di emergenza possano essere erogate.

Nel nostro ultimo aggiornamento (10 novembre) avevamo osservato come i decreti legge Covid richiedessero complessivamente 304 decreti attuativi di cui già adottati solo 108.

FONTE: elaborazione openpolis su dati presidenza del consiglio dei ministri
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Novembre 2020)

Al momento però non è possibile monitorare lo stato di avanzamento di tali misure. Inoltre nelle ultime settimane il governo ha varato dei nuovi decreti legge di cui attualmente non sappiamo nulla. In particolare mancano le informazioni sui decreti:

7 i decreti legge Covid di cui non conosciamo il numero di decreti attuativi richiesti e il loro stato di implementazione.

Finché l'attività di aggiornamento dell'Upg non sarà ripristinata non sarà possibile sapere se tali provvedimenti necessitano di decreti attuativi, quali di questi sono già stati pubblicati e quali invece ancora mancano all'appello.

Il ruolo dell'ufficio per il programma di governo

Come abbiamo visto dunque le informazioni messe a disposizione dall'Upg sono fondamentali per monitorare la stato di implementazione delle misure messe in campo dal governo. Ma quali sono esattamente i compiti di questa struttura?

Istituito nella sua forma attuale dal governo Monti nel 2012, l'Upg rappresenta una delle strutture a servizio della presidenza del consiglio dei ministri. Tra i suoi compiti vi è quello di coordinare le attività necessarie per l'attuazione del programma e il conseguimento degli obiettivi stabiliti. A questo si aggiunge la segnalazione dei ritardi, delle difficoltà o degli scostamenti dagli obiettivi eventualmente rilevati e l'informazione sulle attività e le iniziative del governo mediante rapporti periodici.

L'Ufficio in particolare cura: (...) il monitoraggio e la verifica, sia in via legislativa che amministrativa, dell'attuazione del programma e delle politiche settoriali nonché del conseguimento degli obiettivi economico finanziari programmati; la segnalazione dei ritardi, delle difficoltà o degli scostamenti eventualmente rilevati; l'informazione, la comunicazione e la promozione delle attività e delle iniziative del Governo per la realizzazione del programma mediante periodici rapporti, pubblicazioni e strumenti di comunicazione di massa in raccordo con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria.

In passato l'ufficio ha sempre svolto questo compito pubblicando aggiornamenti in maniera discontinua. Non essendoci chiare regole sulle modalità di queste pubblicazioni, il tutto era lasciato nelle mani del sottosegretario a cui veniva data di volta in volta la delega. Una situazione che rendeva praticamente impossibile monitorare lo stato dei decreti attuativi in maniera soddisfacente.

L'ultimo report sullo stato di attuazione del programma di governo risale al 6 luglio scorso.

Grazie anche alla nostra pressione l'ufficio aveva realizzato un utile motore di ricerca attraverso cui era possibile estrapolare facilmente un serie di informazioni con cui avere un quadro completo della situazione: dal contenuto esatto delle norme che mancano, al testo di riferimento, passando per l’organo responsabile per l’attuazione ed eventuali scadenze per la loro pubblicazione.

Tutte queste informazioni attualmente non sono più disponibili. Mentre l'ultima relazione periodica realizzata sul tema risale allo scorso luglio.

In base all’ultimo aggiornamento disponibile, considerando complessivamente i governi della XVIII legislatura notiamo che i decreti attuativi richiesti sono in totale 782.
Di questi 351 (di cui 186 ancora da adottare) riguardano il Conte I mentre i restanti 431 (di cui 358 ancora da adottare) riguardano il Conte II.

I decreti attuativi sono quelle norme necessarie, successivamente all’approvazione di una legge, per implementare in concreto quanto prescritto dalla legge stessa.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ufficio per il programma di governo
(ultimo aggiornamento: lunedì 6 Luglio 2020)

Abbiamo provato a sollecitare la struttura affinché lo strumento venisse ripristinato nel più breve tempo possibile ma ci è stato risposto che - a causa di problemi tecnici - il servizio sarà ristabilito solo "dopo la pausa natalizia".

Senza i dati messi a disposizione dell'Upg viene meno l'unica possibilità concreta di controllo sull'attività di governo. 

Pur riconoscendo il buon lavoro fatto dall'Upg nel mettere a disposizione dei cittadini uno strumento così funzionale, questa risposta non ci soddisfa. Al di la degli annunci e delle indiscrezioni infatti, l'unico modo per valutare concretamente la bontà dell'azione di governo è quello di misurare il livello di attuazione delle misure approvate. Esigenza a cui lo strumento rispondeva perfettamente.

Per questo come openpolis chiediamo al governo che non si facciano passi indietro sul tema della trasparenza e che il servizio sia ripristinato il più presto possibile.

Perché è importante non fare passi indietro

Mai come in questi mesi, la distanza tra comunicazione e realtà è apparsa ampia. Il governo, anche per la necessità di infondere fiducia nei cittadini, si è lanciato in avanti annunciando provvedimenti che, come abbiamo visto, ancora non hanno avuto piena applicazione.

Anche per questo motivo il venir meno degli strumenti messi a disposizione dall'Upg desta qualche perplessità e preoccupazione. A maggior ragione in una fase in cui è in discussione in parlamento la legge di bilancio per il 2021. Norma che storicamente richiede un gran numero di decreti attuativi.

Storicamente il provvedimento che richiede il maggior lavoro extra parlamentare per trovare piena implementazione è l’annuale legge di bilancio. Se prendiamo le ultime 6 approvate, vediamo come tutte – a volte anche a distanza di anni – abbiano un certo numero di decreti ancora non adottati.

Che cosa sono i decreti attuativi? Dopo il lavoro del parlamento, l’implementazione di una legge passa nelle mani di ministeri e agenzie pubbliche. Un secondo tempo delle leggi spesso ignorato, ma che lascia molte norme incomplete.

FONTE: elaborazione openpolis su dati governo
(ultimo aggiornamento: giovedì 10 Settembre 2020)

124 i decreti attuativi richiesti dalla legge di bilancio 2020.

A ciò si deve aggiungere la questione relativa ai quattro decreti ristori emanati dal governo e recentemente convertiti con un'unica legge. Allo stato attuale non è possibile sapere se questi provvedimenti necessitino di decreti attuativi, quali di questi siano ancora da adottare e a quale dicastero facciano riferimento.

Serve una regolamentazione che renda obbligatoria la pubblicazione costante di aggiornamenti.

Per questo chiediamo al governo di non fare passi indietro rispetto a quanto di buono fatto finora in tema di trasparenza. Continuando a dare la possibilità a cittadini, attivisti e ricercatori di analizzare pienamente questa fase così delicata dell'iter legislativo. Anche prevedendo una regolamentazione che renda obbligatoria, con termini e modalità ben definite, la pubblicazione da parte dell'Upg di aggiornamenti sul tema.

Per fare trasparenza infatti è indispensabile avere i dati corretti sul livello di implementazione delle norme (per raccontare e capire meglio le dinamiche di interesse), nel formato adeguato (per poter analizzare in maniera sistematica la materia) e nelle tempistiche richieste (non pubblicazione una tantum, ma ricorrenti). La struttura informatica messa in piedi dall'Upg aveva permesso tutto questo. Sarebbe importante che il lavoro fatto in questi anni non fosse perso.

Foto credit: palazzo Chigi - Licenza

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