L’importanza di un’integrazione positiva per i minori stranieri in aumento #conibambini

Nel nostro paese i residenti 0-17 stranieri sono aumentati negli ultimi anni, in particolare nei territori del sud. Questo richiama l’importanza di politiche di inclusione che garantiscano a tutti i bambini e ragazzi le stesse opportunità, a prescindere dalla loro cittadinanza.

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In Italia la presenza di bambini e ragazzi stranieri è cresciuta ampiamente nel corso degli anni, da 900 mila circa nel 2012 a oltre un milione nel 2019. Una fetta di popolazione sempre più ampia, che per molti aspetti si trova ancora marginalizzata da disparità che complicano il processo di inclusione.

Bambini e ragazzi devono avere le stesse opportunità a prescindere dalla cittadinanza.

A cominciare dalle diversità linguistiche e culturali, che rendono più difficile sia il percorso scolastico ed educativo, sia la socializzazione con i coetanei. In particolare per i minori arrivati da altri paesi dopo i primi anni di vita.

Un’altra forte disparità riguarda l’accesso alle opportunità educative, sociali e lavorative, che risulta più difficile per bambini e ragazzi di cittadinanza straniera, a causa della situazione economica spesso sfavorevole della famiglia di origine. Nel 2017, il 29% delle famiglie di soli stranieri viveva in povertà assoluta, contro il 5% di quelle italiane.

Condizioni di svantaggio che richiamano l’importanza di superare la sfida dell’integrazione, attraverso misure e politiche che garantiscano a tutti i minori le stesse opportunità. A maggior ragione che si tratta di una popolazione, quella dei bambini e ragazzi stranieri, sempre più numerosa e in crescita.

Le variazioni nel tempo della popolazione minorile

In un articolo precedente abbiamo osservato come il nostro paese stia vivendo un grave calo della popolazione minorile. Negli ultimi sette anni, i residenti 0-17 sono diminuiti del -3,19%, una riduzione significativa di una fascia di popolazione essenziale per la vitalità di un paese.

+17,9% l’aumento dei minori stranieri dal 2012 al 2019 in Italia.

La variazione nel tempo del numero di bambini e ragazzi stranieri va invece in senso opposto, segnando un ampio aumento. Questo dipende fortemente dal contributo alla natalità da parte delle donne immigrate in Italia.

1 su 5 i bambini nati da madre straniera nel 2019.

Il nostro paese e la nostra società stanno diventando dunque sempre più multiculturali. Una tendenza che va colta come opportunità di scambio e di confronto e favorita attraverso processi di integrazione che valorizzino le diversità e ne favoriscano l’inclusione.

Per capire come avviare questi processi, è utile prima individuare le aree del paese che negli ultimi anni hanno registrato un forte aumento dei minori di cittadinanza straniera. Di modo da elaborare politiche e misure per l’inclusione, che si adattino alle specificità dei territori.

Quanto sono aumentati bambini e ragazzi stranieri da nord a sud

Nel 2019 i residenti 0-17 di cittadinanza non italiana rappresentano oltre il 10% della popolazione minorile in tutte le regioni del centro e del nord del paese. Al sud invece le percentuali sono più basse, anche al di sotto del 5% in alcuni territori.

4% i minori stranieri sul totale dei residenti 0-17 in Campania, nel 2019.

Nel corso del tempo, la quota è aumentata di più in alcune regioni rispetto ad altre, senza però particolari ricorrenze geografiche. Dal Lazio, dove la percentuale è passata da 8,8% nel 2012 a 13% nel 2019 (+4,2 punti percentuali), a Liguria (+3,2), Toscana (+2,6) e Calabria (+2,5).

Considerando invece l’andamento negli anni del numero di bambini e ragazzi stranieri, senza rapportarli al totale della popolazione minorile, la crescita maggiore si registra nel mezzogiorno. Questo anche perché si tratta di territori dove i minori di cittadinanza non italiana erano molto meno che nel resto del paese.

Nell’elaborazione è stata calcolata la variazione percentuale del numero di residenti stranieri tra 0 e 17 anni.

Update: I dati 2019 qui presentati e utilizzati per l’articolo, a seguito del censimento permanente avviato dall’istituto di statistica, sono stati revisionati. I nuovi dati 2019 (scaricabili a questo link) non sono confrontabili con le serie storiche precedenti (2012-2018).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati demo.Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Gennaio 2019)

Campania, Calabria, Puglia e Sicilia presentano livelli di crescita oltre il 50% dal 2012 al 2019. Percentuali alte anche negli altri territori del sud, mentre nel centro e nel nord si registrano crescite più limitate, fatta eccezione per il Lazio (+53,3%). Veneto, Umbria, Marche e Valle d'Aosta sono le uniche regioni dove i residenti 0-17 di cittadinanza non italiana sono diminuiti nel corso degli ultimi sette anni.

Il colore identifica la variazione del numero di minori tra 2012 e 2018: rosso per diminuzioni superiori all’1%, verde per aumenti superiori all’1%.

Update: I dati 2019 qui presentati e utilizzati per l’articolo, a seguito del censimento permanente avviato dall’istituto di statistica, sono stati revisionati. I nuovi dati 2019 (scaricabili a questo link) non sono confrontabili con le serie storiche precedenti (2012-2018).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati demo.Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Gennaio 2019)

Analizzando la questione a livello provinciale, la tendenza evidenziata per le regioni si confermaÈ la città metropolitana di Napoli a registrare l'aumento più ampio (+82,96%), seguita dalle province di Matera (+79,95%) Siracusa (+77,86%) e Salerno (+76,81%). I territori dove la variazione è negativa sono invece nel centro e nel nord del paese. Tra questi, tutte le province delle Marche e la provincia di Vicenza, con il calo più ampio (-22,70%).

È interessante notare che, osservando la variazione della popolazione minorile complessiva, la situazione è opposta. Sono proprio le regioni e le province del sud a registrare le riduzioni più significative di tutti i residenti tra 0 e 17 anni.

Un fenomeno da analizzare a livello comunale

Per avere il quadro completo dell'aumento di bambini e ragazzi stranieri nel paese, è necessario analizzare il fenomeno a livello comunale. Questo ci permette di individuare eventuali differenze nel modo in cui il fenomeno incide a seconda delle caratteristiche dei comuni, come ad esempio la centralità nell'offerta di servizi.

I comuni intermedi, periferici e ultraperiferici sono aree interne, i territori più lontani dai servizi essenziali. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Nell’elaborazione è stato considerata la variazione percentuale dei residenti 0-17 stranieri dal 2012 al 2019.

Update: I dati 2019 qui presentati e utilizzati per l’articolo, a seguito del censimento permanente avviato dall’istituto di statistica, sono stati revisionati. I nuovi dati 2019 (scaricabili a questo link) non sono confrontabili con le serie storiche precedenti (2012-2018).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati demo.Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Gennaio 2019)

Nell'approfondimento precedente abbiamo visto che i residenti 0-17 diminuiscono in tutte le classi di comuni, principalmente in quelli periferici e meno nei poli. Nel caso di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana invece, si registra una crescita in tutte le categorie e in particolare nei poli, i territori più centrali. Possiamo pensare che questo sia dovuto alle maggiori opportunità lavorative, educative e di accessibilità ai servizi che offrono questi comuni.

Per approfondire ulteriormente il fenomeno a livello comunale, è interessante prendere ad esempio due casi specifici. Si tratta delle province con la crescita e il calo più ampi del numero di minori di cittadinanza straniera, rispettivamente la città metropolitana di Napoli (+82,96%) e la provincia di Vicenza (-22,70%).

Il colore identifica la variazione del numero di minori tra 2012 e 2019: rosso per diminuzioni superiori all’1%, verde per aumenti superiori all’1%, giallo per variazioni comprese tra -1 e +1%. Il grigio indica comuni che sono nati dopo il 2012 e per i quali non è stata calcolata la variazione.

Update: I dati 2019 qui presentati e utilizzati per l’articolo, a seguito del censimento permanente avviato dall’istituto di statistica, sono stati revisionati. I nuovi dati 2019 (scaricabili a questo link) non sono confrontabili con le serie storiche precedenti (2012-2018).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati demo.Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Gennaio 2019)

1 su 3 circa i comuni della città metropolitana di Napoli dove i minori stranieri sono aumentati più del 100%.

Nella città metropolitana di Napoli, i bambini e ragazzi di cittadinanza straniera sono diminuiti solo in pochi territori sparsi. Nel resto dell'area si registrano ampi aumenti, indipendentemente dalle caratteristiche dei comuni: che siano periferici o centrali, che abbiano tanti o pochi abitanti.

Tutti e tre i poli di provincia comunque, presentano percentuali di variazione elevate: il capoluogo Napoli (+79,56%) e i comuni di Nola (+78,99%) e Pozzuoli (+42,68%).

Vicenza: i minori stranieri sono diminuiti anche nel capoluogo.

In provincia di Vicenza, i residenti tra 0-17 anni di cittadinanza non italiana sono aumentati solo in 7 comuni su 117 (6%). Tutti territori con meno di 8.000 abitanti. Tra le aree dove si registrano invece riduzioni, sono compresi i comuni polo di Vicenza (-3,84%) e Bassano del Grappa (-19,71%). Da notare che in diversi territori, la popolazione minorile straniera si è più che dimezzata.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati è demo.Istat.

Update: I dati 2019 qui presentati e utilizzati per l'articolo, a seguito del censimento permanente avviato dall'istituto di statistica, sono stati revisionati. I nuovi dati 2019 (scaricabili a questo link) non sono confrontabili con le serie storiche precedenti (2012-2018).
Foto credit: Pixabay Lourdes ÑiqueGrentz - Licenza

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