Le spese nella pandemia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Per l’emergenza Covid sono stati indetti bandi per più di 19 miliardi di euro“.

19,1

miliardi di euro è l’ammontare complessivo degli oltre 15mila lotti indetti per l’acquisto di beni e servizi utili al contrasto della pandemia da Covid-19, dal 31 gennaio 2020 al 14 settembre 2021. Si tratta di somme messe a bando da oltre 1.300 amministrazioni pubbliche italiane, che escludono tuttavia gli accordi quadro, vale a dire quegli accordi che prevedono un affidamento diretto all’impresa, in seguito alla conclusione di una convenzione con una serie di imprese fornitrici.  Vai all’articolo.

8,82

i miliardi di euro complessivamente messi a bando per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. Questo tipo di fornitura rimane maggioritaria se analizziamo le tipologie di acquisto effettuato nei mesi dell’emergenza. Tuttavia, con il passare del tempo il suo peso rispetto al totale è sceso: se lo scorso gennaio l’acquisto di mascherine e dpi rappresentava il 60% di quanto messo a bando, oggi questa quota è scesa al 46%. Sono invece salite le percentuali di altre tipologie di acquisti, come quelli utili alla campagna vaccinale. Vai al grafico.

57,3%

è la percentuale di importi relativi a bandi indetti dalla struttura del commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. In termini assoluti, su 19,1 miliardi messi a bando, 8,9 sono stati indetti dalla struttura commissariale, che risulta di gran lunga la prima nella classifica delle stazioni appaltanti per l’acquisto di beni e servizi necessari alla lotta contro la pandemia. Vai al grafico.

86,9%

di tutti gli importi banditi nell’emergenza sanitaria sono stati messi a gara attraverso procedure di assegnazione semplificate, ossia procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando (68,1%), affidamento diretto in adesione ad accordo quadro (10,4%) e affidamento diretto (8,3%). Parliamo di 16,6 miliardi su 19,1 totali. Solo il 7,4% degli importi è stato indetto attraverso procedure aperte. Le procedure semplificate sono sollecitate dalla normativa quando è in corso lo stato di emergenza, con l’obiettivo di velocizzare i tempi. Tuttavia, è importante equilibrare l’esigenza di rapidità nelle procedure con la trasparenza dei processi. Vai al grafico.

2,8

miliardi di euro sono stati messi in palio per bandi dedicati alla campagna vaccinale, dall’inizio dell’emergenza al 14 settembre scorso. 2,48 miliardi (l’88,4%) sono stati banditi per l’acquisto delle quattro tipologie di vaccino attualmente somministrate e i rimanenti 325 milioni per beni e servizi strumentali alla campagna vaccinale, come l’acquisto di aghi e siringhe, i costi di trasporto e logistica dei vaccini o le campagne di sensibilizzazione. Il principale lotto di gara aperto nell’ambito della campagna vaccinale è stato pubblicato il 16 dicembre 2020, con un importo a base d’asta di 1,12 miliardi di euro, necessari all’acquisto di circa 78 milioni di dosi di vaccino anti-Covid. Vai alla tabella.

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