L’alleanza tra scuole e musei nel contrasto della povertà educativa #conibambini

Solo il 40% dei minori visita musei o mostre e in alcune regioni del mezzogiorno la quota non raggiunge il 25%. Per accrescere la fruizione dei luoghi culturali da parte di bambini e ragazzi, la collaborazione tra istituti museali e scolastici è cruciale.

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Tra il 2022 e il 2023, meno della metà dei minori in Italia ha visitato musei o mostre. In media a livello nazionale lo ha fatto il 40% dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni. Dato che in alcune aree del paese scende al di sotto del 30%.

Il mancato accesso dei minori ai luoghi della cultura è un elemento da tenere presente nelle politiche di contrasto alla povertà educativa. Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato infatti generalmente sono proprio le famiglie in difficoltà economica a rinunciare alla fruizione.

Più in generale, questa tendenza è anche il riflesso di una vecchia concezione dei luoghi della cultura, e dei musei in particolare. Strutture storicamente concepite per la fruizione di un pubblico adulto e spesso tali ancora oggi negli allestimenti, nei testi, nelle modalità con cui si svolgono le visite. 

4 su 10 i minori di 6-17 anni che hanno visitato musei o mostre nell’ultimo anno.

In questo contesto, il ruolo delle scuole può essere cruciale. Dall’organizzazione di visite e laboratori didattici, a collaborazioni più strutturate e durature nel tempo fino a vere e proprie alleanze educative tra i musei, le scuole e le comunità educanti, sono molte le iniziative che possono essere messe in campo per rompere questo schema e riavvicinare i più giovani ai luoghi della cultura.

Abbiamo approfondito quanto questo tipo di collaborazioni siano strutturate sul territorio nazionale. Da un lato, emerge che – nonostante le visite scolastiche siano una prassi comune per gran parte dei musei – altre forme di collaborazione più solide sono molto meno frequenti. Dall’altro, la costruzione di queste alleanze educative appare più avanzata in alcuni territori del mezzogiorno che in effetti sembrano averne particolarmente bisogno.

L’accesso dei minori ai musei, regione per regione

Analizzando i più recenti dati disponibili, elaborati da Istat per il gruppo Crc nell’ambito del rapporto I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia pubblicato a novembre 2024, possiamo osservare come a livello nazionale la quota di ragazze e ragazzi tra 6 e 17 anni che hanno visitato musei nell’anno precedente si attesti al 40%.

Si registrano però forti differenze regionali. Nella provincia autonoma di Trento ad esempio il dato supera di oltre 20 punti la media nazionale (62,6%). Da notare come quest’area del paese fosse risultata anche quella con maggiore propensione alla lettura, come analizzato in precedenza. Sintomo di come la fruizione di cultura possa generare effetti postivi in maniera trasversale.

La fruizione dei musei da parte dei minori varia molto da territorio a territorio.

Tuttavia, la situazione appare molto diversa in altri territori. Ad avvicinarsi alla quota del 50% di minori che hanno visitato musei troviamo altre 4 regioni. Si tratta di Veneto (49,4%), Friuli-Venezia Giulia (48,4%), seguite da Lazio (48%) e Lombardia (47,4%).

Le maggiori regioni del mezzogiorno appaiono invece molto distanti da questa soglia, così come dalla media nazionale del 40%. Non raggiungono il 30% Basilicata (29,9%), Campania (28,9%) e Sicilia (27,6%). In Puglia (24,7%) e Calabria (23,3%) addirittura meno di un minore su 4 ha visitato musei o mostre nell’anno precedente la rilevazione.

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat e Crc
(pubblicati: venerdì 13 Dicembre 2024)

Per contrastare questa tendenza e favorire l’accesso di bambini e ragazzi ai luoghi della cultura, la scuola può avere un ruolo determinante. Attraverso i microdati sui musei in Italia, pubblicati da Istat, abbiamo analizzato quale sia l‘impegno di scuole e istituzioni culturali in questa direzione. Attraverso diverse modalità che possono essere più o meno strutturate: dalla semplice organizzazione di una visita guidata alla costruzione di patti con soggetti del territorio per contrastare la povertà educativa.

Come procede la collaborazione tra scuole e musei

Le strutture museali censite come attive da Istat nel 2022 erano 4.416 in tutta Italia. In termini di diffusione rispetto ai bambini e ragazzi residenti, come già ricostruito in passato, parliamo di una media di 4,8 musei ogni 10mila minori. Anche in questo caso c’è però una forte variabilità territoriale. La densità di strutture per minore è infatti molto maggiore nel centro Italia e si registrano forti differenze tra le città. Ad esempio, sono 41,2 i musei ogni 10mila minori a Siena, mentre a Ragusa e Messina sono meno di uno.

Aspetti da tenere presenti perché la diffusione sul territorio è la premessa per la costruzione di reti educative che vedano nei musei uno dei fulcri della comunità educante.

Gran parte dei musei organizza visite scolastiche ma solo una minoranza ha strutturato dei veri e propri patti educativi con le scuole.

Premesso questo, emerge come il numero di musei che ha svolto attività rivolte ai minori diminuisca al crescere del livello di complessità considerato. Infatti la quota di musei che hanno organizzato visite guidate risulta superiore a quella delle strutture che hanno tenuto laboratori. Quest’ultima è a sua volta superiore alla costituzione di partenariati con gli istituti scolastici e all’attivazione di progetti di inclusione per soggetti in povertà economica ed educativa. Una tendenza prevedibile.

Per avere un riferimento, in quasi 3 musei italiani su 4 si sono svolte visite guidate per gruppi scolastici nel 2022, ma poco più di una struttura su 10 ha attuato progetti rivolti all‘inclusione di persone – non solo di minore età – che vivono in povertà economica, educativa o culturale. Abbiamo approfondito il quadro a livello locale, per comprendere come la situazione vari tra le diverse aree del paese.

La relazione tra scuole e musei, comune per comune

Partendo con il dato medio nazionale, nel 2022 si sono svolte visite guidate per gruppi scolastici nel 73,9% dei musei. Ovvero oltre tremila strutture sulle 4.416 censite da Istat come attive in quell’anno. In quello stesso anno, i musei che hanno tenuto laboratori didattici dedicati ai gruppi scolastici sono stati il 44,8% (cioè meno della metà del totale).

Solo il 30,1% delle strutture museali riporta di aver attivato vere e proprie partnership con il mondo della scuola. Appena l’11,8% del totale è stato coinvolto in progetti di inclusione rivolti a soggetti che vivono in povertà economica, educativa o culturale, attraverso collaborazioni formali o partenariati con vari soggetti della comunità educante (come associazioni, enti, cooperative, scuole, università, altri musei).

30,1% i musei che hanno attivato partnership con il mondo della scuola nel 2022.

Tali quote variano sul territorio nazionale, a partire dai comuni capoluogo. A fronte di circa 3 strutture su 4 che hanno tenuto visite scolastiche, in 4 città (Ragusa, Crotone, Rovigo e Vicenza) il dato si attesta al di sotto del 50%. Al contrario, in 35 capoluoghi tutti i musei riportano tale attività. Di questi, 15 si trovano nel mezzogiorno e 20 nell’Italia del centro-nord.

Nell’organizzazione di laboratori didattici rivolti alle scolaresche, rispetto a una media nazionale del 44,8%, 8 capoluoghi si attestano al di sotto del 20%. Si tratta di Bolzano, Gorizia, Latina, Ragusa, Taranto, Imperia, Aosta, Pesaro. Mentre in 19 comuni tutte le strutture dichiarano di averne svolti (11 nel mezzogiorno, 8 nel centro-nord).

Per ogni comune, è calcolata la quota di musei che, nel 2022, riportano di aver:

  • svolto visite guidate per gruppi di scolaresche;
  • tenuto laboratori didattici per gruppi scolastici;
  • attivato collaborazioni o partenariati formali con istituti scolastici;
  • attuato collaborazioni o partenariati formali per realizzare progetti di inclusione rivolti a soggetti (non solo minori) che vivono in povertà economica, educativa o culturale.

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: lunedì 26 Febbraio 2024)

Per quanto riguarda la diffusione di collaborazioni o partenariati formali con istituti scolastici, a fronte di una media nazionale del 30,1%, in 5 città tutti i musei riportano collaborazioni di questo tipo. Si tratta di Verbania, Sondrio, Messina, Frosinone e Foggia. Al contrario in 13 (di cui 4 del mezzogiorno) nessun museo ne ha di attive.

Abbiamo visto come poco meno del 12% delle strutture abbia attuato progetti rivolti all‘inclusione di persone – non solo di minore età – che vivono in povertà economica, educativa o culturale. In 42 città capoluogo nessun museo ne ha attivati. Parliamo soprattutto di realtà del centro-nord (28 comuni su 42).

Il sud mostra infatti una maggiore attività in questa direzione. In 10 città oltre il 60% dei musei riporta di aver attivato progetti contro la povertà educativa. Di queste, 6 sono collocate nel sud continentale: Pescara, Brindisi, Foggia, Cosenza, Caserta e Avellino.

I musei e la comunità educante nel sud

Allargando lo sguardo a tutti i musei presenti in Italia vediamo come nel sud continentale oltre una su struttura su 5 (21,7%) abbia attivato progetti rivolti all‘inclusione di persone – non solo di minore età – che vivono in povertà economica, educativa o culturale.

Un dato molto superiore alle altre aree del paese: la quota scende al 12,3% nel nord-ovest e al 10,1% nel centro Italia. Si attestano sotto la doppia cifra sia le isole che il nord-est (entrambe le aree sono all’8,6%).

Una tendenza analoga si registra anche rispetto alla collaborazione in partenariati con le scuole: oltre un terzo delle scuole del sud continentale ne ha attivate (33,7%), a fronte del 31% circa registrato nel nord-ovest e nel centro, del 28% del nord-est e del 25,3% delle isole.

A livello regionale, spicca il dato della Campania, dove il 30% dei musei partecipa in progetti di inclusione rivolti a persone in povertà economica ed educativa, attraverso la collaborazione con altri soggetti come scuole e associazioni. Questa regione è anche prima per attivazione di partenariati con le scuole (40,4%).

Si registra una tendenza ad attivare alleanze più strutturate per l’accesso alla cultura nei territori dove ce n’è più bisogno.

Da segnalare anche i dati della Calabria, seconda regione in Italia per quota di musei attivi in progetti di inclusione verso persone in povertà (22%), anche se meno della media ha attivato collaborazioni con le scuole. La Puglia è la terza regione per quota di progetti di inclusione (19,8%) e quarta per partnership con le scuole (38,2%).

Trattandosi di alcune delle regioni con il minor accesso alla cultura da parte dei minori, tale dato segnala una possibile risposta di questi territori, anche attraverso la strutturazione di alleanze educative. Una tendenza che andrà monitorata nei prossimi anni, di pari passo con le possibilità di accesso dei minori alla fruizione culturale.

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulla presenza di musei è l’indagine effettuata da Istat e relativa all’anno 2022. Successivamente sono stati messi in relazione con i dati sui minori residenti, sempre di fonte Istat.

Foto: Lucie Hošová (Licenza)

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