La trasformazione digitale dell’Abruzzo come leva per l’innovazione Osservatorio Abruzzo

Migliorare la connessione tecnologica tra cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche è uno degli obiettivi principali del Pnrr. Investire sulle infrastrutture digitali può incentivare la crescita socio-economica dell’Abruzzo.

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Interpretare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie permette una maggiore connessione tra le persone, a tutto vantaggio dell’innovazione e della crescita socio-economica. Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) punta molto su questi aspetti, prevedendo investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, ma anche sul miglioramento dei servizi pubblici.

La pandemia ha evidenziato la necessità della transizione digitale.

Negli ultimi anni, nulla come la pandemia da Covid-19 ha dimostrato al mondo l’importanza di un progresso digitale che punti all’efficienza della tecnologia a servizio di tutti, per il miglioramento della qualità della vita e dell’offerta dei servizi.

Il cambio di paradigma generato dalla necessità di poter continuare a studiare e lavorare anche nei lunghi periodi di isolamento casalingo ha reso lampante la necessità di adeguare e standardizzare le connessioni, anche in territori dove prima questa esigenza non veniva considerata prioritaria.

La trasformazione digitale è in corso e probabilmente è irreversibile. Sta ai decisori e alle politiche pubbliche governarla affinché contribuisca a diminuire le disuguaglianze sociali e territoriali. L’obiettivo auspicato dal Pnrr è proprio andare in questa direzione.

Anche in un territorio come quello abruzzese, dove – anche per le caratteristiche geografiche – non è scontato implementare le infrastrutture tecnologiche.

Il Pnrr per la trasformazione digitale

Al pari della transizione ecologica, quella digitale rappresenta un cardine fondamentale della strategia di rilancio dell’Unione europea dopo la pandemia.

Per questo il piano italiano destina investimenti cospicui alla digitalizzazione. Circa il 27% degli oltre 200 miliardi di euro del Pnrr, infatti, saranno spesi per questo ambito.

I principali interventi legati all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione possono essere ricondotti alla missione 1 del piano (“Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”). Ma in realtà investimenti in questo ambito si ritrovano più o meno in tutte le aree: dalla sanità alle infrastrutture, passando per scuola e università.

La parte più consistente delle risorse vede come soggetto titolare il ministero dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale (Mitd), attualmente guidato da Vittorio Colao.

13,45 miliardi di euro le risorse del Pnrr di competenza del Mitd.

Il piano del Mitd investe le risorse a disposizione lungo due assi di intervento: il primo, che prevede investimenti per 6,74 miliardi di euro, riguarda il potenziamento e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Il secondo riguarda invece le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultralarga, attraverso l’impiego di risorse che ammontano a 6,71 miliardi di euro.

Questo asse di intervento si suddivide a sua volta in 5 piani di azione, di cui 4 interesseranno a vario titolo anche l’Abruzzo, come vedremo più avanti.

Digitalizzazione della regione, banda larga e Pnrr in Abruzzo sono i temi di questo approfondimento.

Analizzeremo la situazione dell’Abruzzo rispetto alle sfide poste dalla digitalizzazione e dall’innovazione sia per cittadini, che per le imprese e le amministrazioni pubbliche. Successivamente, mapperemo la diffusione delle connessioni in banda larga ultraveloce sul territorio della regione, per concludere con una panoramica degli investimenti previsti nel Pnrr per l’Abruzzo.

La trasformazione digitale in Abruzzo nell’ultimo decennio

Un primo elemento da valutare, in una prospettiva almeno decennale, è la quota di famiglie che dispongono di un accesso a internet da casa. La diffusione di internet tra le famiglie e l’abitudine a utilizzare i dispositivi digitali è infatti uno dei principali presupposti dell’innovazione complessiva del territorio. Si pensi ad esempio all’incentivo che una digitalizzazione di massa pone all’offerta di servizi sul web anche da parte delle imprese e della pubblica amministrazione.

La percentuale di famiglie italiane che hanno internet a casa è cresciuta molto negli ultimi anni. Se nel 2010 circa una famiglia su 2 aveva una connessione internet domestica (52,4% del totale) a distanza di 10 anni la quota è salita di quasi 30 punti, raggiungendo il 79% dei nuclei italiani.

Tra 2010 e 2020 la quota di famiglie abruzzesi che hanno internet a casa è passata dal 54% al 77%.

Una crescita che ha coinvolto tutte le regioni, man mano che l’estensione delle nuove tecnologie e degli strumenti digitali permeava la vita di tutti, in ogni ambito. Tuttavia, pur in un trend di crescita, a distanza di un decennio restano pressoché stabili i divari regionali. Tra 2010 e 2020 il divario tra la regione più connessa e quella meno connessa è sempre stato attorno ai 15 punti percentuali, nonostante l’avanzamento complessivo.

In questo quadro anche l’Abruzzo ha seguito il trend di crescita: +22,9 punti percentuali tra il 2010 (quando il 54,1% dei nuclei disponeva di una connessione internet a casa) e il 2020 (77%). Un aumento, tuttavia, inferiore rispetto alla media nazionale (+26,6 punti). Soprattutto se confrontato con le 3 regioni che nello stesso periodo hanno registrato gli incrementi più significativi: Emilia-Romagna (+30,6 punti), Liguria (+30,5) e Campania (+29,5).

Ogni punto è una regione italiana (l’Abruzzo è evidenziato in blu, per le altre il colore indica l’area geografica. La dimensione segnala il numero di abitanti).

Sull’asse orizzontale, la quota di famiglie che dispongono di connessione a internet.

Sull’asse verticale, il divario tra il dato regionale e la media nazionale.

Le regioni sopra la linea rossa sono quelle dove più famiglie della media nazionale hanno una connessione a internet a casa.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Marzo 2022)

Da segnalare come, nel corso del decennio, la posizione dell'Abruzzo abbia sempre oscillato intorno alla media nazionale. Leggermente superiore ad essa nel 2010, poi al di sotto negli anni successivi, di nuovo poco sopra tra 2016 e 2017 e ancora al di sotto negli ultimi anni.

77% le famiglie abruzzesi che hanno internet a casa (2 punti in meno della media nazionale).

In sintesi, oggi quasi 8 nuclei su 10 in Abruzzo dispongono di una connessione domestica a internet.

La digitalizzazione di massa rappresenta una sfida anche per Pa e imprese.

Una realtà che ha registrato una crescita in parallelo con l'emergenza Covid: tra 2018 e 2020 l'aumento di famiglie abruzzesi con internet a casa è stato di 4,5 punti percentuali (più della media nazionale: +3,9 punti). E del resto tale tendenza, ormai ininterrotta da oltre un decennio, è ragionevolmente destinata a rafforzarsi ancora. Ponendo una sfida alla capacità di innovazione del tessuto imprenditoriale e del mondo dei servizi, a partire da quelli erogati dalla pubblica amministrazione. Ma cosa sappiamo rispetto ai progressi in innovazione e digitalizzazione delle imprese e degli enti pubblici, in un'ottica comparata con gli altri territori?

Come si muovono imprese e Pa abruzzesi nel nuovo contesto digitale

Per le imprese, una spia della presenza digitale è data dall'insediamento sul web con un proprio sito internet. In Italia il 73,1% delle aziende con oltre 10 addetti nei settori industria e servizi dispone di un sito web. Una quota che sfiora il 90% in Trentino Alto Adige e supera l'80% in Lombardia, Veneto e Piemonte. L'Abruzzo compare in classifica appena al di sotto queste regioni, con una percentuale leggermente superiore alla media nazionale (73,7%).

I dati sono riportati secondo la classificazione delle attività economiche Ateco 2007 e si riferiscono ai seguenti settori: C – Attività manifatturiere, D – Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, E – Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e trattamento, F – Costruzioni, G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli, H – Trasporto e magazzinaggio, I – Servizi di alloggio e ristorazione, J – Servizi di informazione e comunicazione, L – Attività immobiliari, M (eccetto la 75) – Attività professionali, scientifiche e tecniche, N – Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Marzo 2022)

Si tratta di un dato - relativo al 2020 - che testimonia un progressivo investimento sul web da parte delle imprese abruzzesi. Con una tendenza di lungo periodo in recupero rispetto al dato nazionale. Nel 2010 le imprese italiane con un sito internet erano il 61,3% del totale, circa 3 punti in più di quelle abruzzesi (58,2%).

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Marzo 2022)

Negli ultimi anni, la crescita di aziende abruzzesi presenti sul web ha portato a un sostanziale riallineamento con il dato nazionale. E, sebbene sia troppo presto per parlare di un vero e proprio sorpasso consolidato, l'Abruzzo rientra tra le prime 5 regioni d'Italia nel 2020 su questo indicatore.

98,2% le imprese abruzzesi con oltre 10 addetti che nel 2020 dispongono di accesso alla banda larga (più della media nazionale: 97,5%).

Per la pubblica amministrazione, un indicatore della presenza sul web è la possibilità per il cittadino o l'impresa di ricevere una serie di servizi o portare avanti una pratica completamente online. Da questo punto di vista, la quota di comuni italiani che offrono servizi pienamente interattivi è pari al 48,3% nel 2018. Un dato calcolato rispetto a un campione di 24 servizi individuato da Istat. Poco meno della metà dei comuni in Italia ne rende possibile l'avvio e la conclusione con modalità telematica, una percentuale che raggiunge il 70,8% in Veneto e supera il 60% in Lombardia e in Emilia Romagna.

I comuni con servizi pienamente interattivi sono quelli che consentono l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo al servizio richiesto.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Marzo 2022)

I comuni abruzzesi in media restano distanti da questo riferimento: il 28,6% delle amministrazioni dispone di servizi pienamente interattivi. Un dato che comunque potrebbe essere cresciuto nel corso degli anni. Erano il 10,3% nel 2012 e il 19,1% nel 2015, anche se le cifre non sono del tutto confrontabili con quelle del 2018, dal momento che nel triennio precedente la misurazione avveniva su un set di 30 servizi (invece di 24).

Resta comunque evidente una tendenza comune a tutte e 3 le rilevazioni: la distanza tra la regione e la media nazionale in termini di accessibilità telematica dei servizi.

I comuni con servizi pienamente interattivi sono quelli che consentono l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo al servizio richiesto.

Le cifre non sono del tutto confrontabili perché è cambiato nel tempo il numero di servizi rilevati per produrre l’indicatore. Nel 2015 vengono richieste informazioni relative a 30 servizi, nel 2018 si passa a 24 servizi.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Marzo 2022)

97,2% le amministrazioni comunali abruzzesi che nel 2018 dispongono di accesso alla banda larga (meno della media nazionale: 99,1%).

Si tratta di ambiti su cui incidono numerosi fattori, che non è facile ricostruire con i dati a disposizione: dall'apertura delle organizzazioni all'innovazione alla effettiva disponibilità di risorse umane ed economiche per promuovere la digitalizzazione. È anche su aspetti come questi che nei prossimi anni interverranno le riforme e le risorse previste dal Pnrr.

Sulle reti e i servizi tecnologici possono intervenire ordinariamente anche le stesse amministrazioni locali, investendo risorse proprie dei bilanci comunali, alla voce "Reti e altri servizi di pubblica utilità", all'interno della quale è possibile allocare risorse per l'installazione della banda larga. È tuttavia importante evidenziare che la competenza comunale su questi aspetti è residuale.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 20 Aprile 2022)

Nel 2020, sugli oltre 300 comuni abruzzesi, 243 non hanno riportato spese di bilancio relative a questa voce.

I comuni che hanno registrato uscite mediamente maggiori sono quelli della provincia dell'Aquila (8,35 euro pro capite). Seguono quelli di Pescara (6,75), Teramo (2,07) e Chieti (1,64). Il comune che ha speso di più per le reti è Ortona dei Marsi (757,74 euro pro capite), seguito da Bussi sul Tirino (281,25) e Rosello (73,66).

La copertura potenziale della rete a 100 Mbps sul territorio

Per valutare la dotazione digitale di un territorio, un indicatore cruciale è quello relativo alla quota di famiglie che risultano potenzialmente raggiunte dalla banda larga ultraveloce su rete fissa. Parliamo delle connessioni che consentono le prestazioni più elevate, con una velocità di download pari ad almeno 100 megabit per secondo.

 

Tempi di download in base alla velocità di connessione

Dimensione del file2 Mbps30 Mbps100 Mbps500 Mbps1.000 Mbps
20 MB80 s5,3 s1,6 s0,32 s0,16 s
100 MB6 min e 40 s27 s8 s1,6 s0,8 s
1 GB1 h e 7 min4 min e 27 s80 s16 s8 s
50 GB2 gg 7 h e 33 min3 h e 42 min1 h e 6 min13 min e 20 s6 min e 40 s

 

In Abruzzo il 28% delle famiglie ha potenzialmente accesso alle connessioni più veloci.

Rispetto alle connessioni su rete fissa di banda larga ultraveloce, l'Abruzzo si posiziona quasi 9 punti al di sotto della media nazionale. Nell'ultimo anno prima della pandemia, il 28% delle famiglie abruzzesi risultava potenzialmente raggiungibile dalla rete a 100 megabit, contro una media nazionale del 36,8%. Un dato che colloca la regione nella seconda metà della classifica, lontano dalle regioni dove la percentuale supera il 40%, come Sicilia, Liguria, Lazio, Puglia ed Emilia-Romagna. Ma anche nettamente al di sopra di quelle in cui la quota non arriva alla soglia di un nucleo su 4, come Trentino-Alto Adige, Calabria, Valle D'Aosta e Molise.

Allo stesso tempo, si tratta di un dato medio che non è in grado di restituire le profonde differenze interne alla regione. A partire da quelle tra le 4 province. Mentre nel pescarese la quota di famiglie raggiunte si avvicina si avvicina al 50%, il livello scende al 29% nella provincia di Teramo, al 22% in quella di Chieti e al 12% in quella dell'Aquila.

34 punti di differenza tra la quota di famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce nella provincia dell'Aquila e quella di Pescara.

Divari che risultano ancora più evidenti a livello locale, se si confrontano i dati comune per comune. Il primo elemento che emerge dalla mappa è la maggiore copertura potenziale dei comuni della costa rispetto a quelli interni. Nei primi, la quota in diversi casi supera il 50%, a partire dal comune di Pescara (86% delle famiglie potenzialmente raggiunte a 100 Mbps). Nei secondi, con pochissime eccezioni, la copertura è molto più carente.

FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Agcom
(ultimo aggiornamento: martedì 29 Ottobre 2019)

L'orografia incide sull'estensione della banda larga ultraveloce.

In media, in quasi 9 comuni abruzzesi su 10 la quota di famiglie raggiunte non arriva al 5%. Una percentuale che è ben più elevata in provincia dell'Aquila (96,3% dei comuni) dove, anche a causa della conformazione orografica del territorio, le famiglie raggiunte si concentrano quasi solo in pochi centri principali. Come il capoluogo (29% dei nuclei raggiunti dalla rete fissa a 100 Mbps), Avezzano (32%), Celano (47%).

Su questa tendenza è evidente l'impatto dei rilievi montuosi nel determinare l'effettiva cablatura sul territorio. In provincia dell'Aquila - dove solo 3 comuni superano il 20% delle famiglie raggiunte - l'intera popolazione vive in aree classificate come montagna interna, contro una media regionale inferiore al 28%. In provincia di Pescara, dove la copertura potenziale della rete a 100 Mbps sfiora il 50% dei nuclei, i residenti in comuni montani scendono al 6% del totale.

L'impatto del Pnrr sulla transizione digitale nei prossimi anni

Come abbiamo detto, il secondo asse di intervento del Pnrr di competenza del ministero della transizione digitale riguarda proprio le infrastrutture e la connettività a banda ultralarga.

I diversi piani di azione hanno già portato alla pubblicazione di alcuni bandi necessari all'assegnazione delle risorse sui territori.

Sebbene gli esiti di questi avvisi siano attesi entro il prossimo giugno, è già possibile in parte valutare l'assegnazione dei fondi sul territorio. Tuttavia, in molti casi le risorse sono state messe a bando in lotti che tengono insieme diverse regioni. Per questo attualmente non è possibile avere un dato puntuale sull'impatto che le risorse del Pnrr in ambito digitale avranno sulle singole comunità. Dalla pubblicazione dei bandi sappiamo comunque che l'Abruzzo è inserito in lotti che cubano, complessivamente, oltre 700 milioni di euro.

703,3 milioni di euro in 5 diversi bandi dedicati alla transizione digitale, che interessano anche l'Abruzzo.

Il primo piano d'azione ("Italia a 1 giga") prevede uno stanziamento di circa 305 milioni di euro per un lotto che riguarda Abruzzo, Molise, Marche e Umbria. L'obiettivo è garantire una velocità di trasmissione di almeno 1 gigabit in circa 610mila abitazioni. Il contributo pubblico potrà arrivare a coprire al massimo il 70% della spesa, mentre il resto rimarrà a carico del beneficiario.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'innovazione tecnologica e della transizione digitale
(ultimo aggiornamento: giovedì 14 Aprile 2022)

Altri due piani d'azione si chiamano "Scuola connessa" e "Sanità connessa" e riguardano l'aumento della velocità di connessione nelle strutture scolastiche e sanitarie. Per quanto riguarda le scuole il lotto che vede protagonista l'Abruzzo comprende anche la Basilicata, il Molise e la Puglia e prevede lo stanziamento di 23 milioni. Per ambulatori e ospedali invece si prevede l'impiego di 44 milioni dedicati alla regione.

I bandi del Mitd riguardano le connessioni in abitazioni, scuole, ospedali e delle reti mobili.

Infine sono due i bandi pubblicati per il piano "Italia 5g", che si pone l'obiettivo di incentivare la diffusione di reti mobili 5g in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile. Sono stati stanziati in totale 3,7 miliardi di euro, in due bandi che scadranno il prossimo 27 aprile. Per il primo avviso l'Abruzzo è stato inserito nel lotto con Molise, Basilicata, Campania e Puglia (per un totale di circa 176 milioni). Per il secondo bando, invece, le risorse disponibili ammontano a 154 milioni.

Nel corso dei prossimi mesi - in parallelo con gli stati di avanzamento dei bandi del Pnrr - continueremo a monitorare questi aspetti, su un fronte decisivo per lo sviluppo del paese e dell'Abruzzo: quello dell'innovazione tecnologica e digitale.

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Foto: Jeremy Bezanger - licenza

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