La presenza delle mense scolastiche nelle aree interne #conibambini

Nelle aree interne la presenza di mense scolastiche non riguarda solo il servizio di refezione. È anche il presupposto per potenziare un’offerta didattica in luoghi dove spesso è più carente rispetto ai centri maggiori.

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Le mense scolastiche costituiscono un servizio essenziale per i bambini, i ragazzi e le loro famiglie. Il ruolo della scuola nella promozione e nella pratica concreta di uno stile di vita sano passa anche dal servizio di refezione offerto.

Un ruolo che i piani nazionali riguardanti l’infanzia e l’adolescenza hanno cercato di promuovere nel corso degli anni:

Già con il Piano nazionale della prevenzione (Pnp) 2010-2012, prorogato al 2013, si era provveduto a consolidare la partnership e le alleanze con la scuola, attraverso programmi volti all’incremento del consumo di frutta e verdura (…) miglioramento e controllo della qualità nutrizionale dei menù delle mense scolastiche (…) Anche il Pnp 2014-2018 (…) individua la scuola come luogo privilegiato per la promozione della salute.

La premessa per rendere possibile questo tipo di attività è ovviamente la presenza sul territorio delle mense scolastiche. Anche e soprattutto nelle aree che storicamente sono più povere di servizi, come le aree interne.

Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). Parliamo di circa 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, a forte rischio spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell'offerta educativa risulta spesso compromessa. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Quante sono le scuole dotate di mensa

Come ricostruito nel report Tante Italie dove crescere, in Italia gli edifici scolastici statali dotati di mensa sono una minoranza. In media, in base ai dati raccolti dal Miur, la loro presenza è dichiarata dagli enti proprietari per poco più di un edifico su 4 (26%).

Le mappe della povertà educativa

Sono 4 le regioni che spiccano per la presenza di queste strutture: Valle d’Aosta (69,4% degli edifici ne è dotata), Toscana (63,3%), Friuli-Venezia Giulia (62,0%) e Piemonte (61,3%). In tutti gli altri casi gli edifici scolastici con la mensa sono meno del 40%. Quelle con la minor presenza dichiarata sono Sicilia (8,2%) e Campania (9,5%), stando ai dati caricati nei dataset Miur dagli enti proprietari o gestori degli edifici stessi.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Settembre 2018)

Un quadro che quindi indica una forte polarizzazione, tra una minoranza di regioni del centro-nord che dichiara la mensa in più del 60% degli edifici e un mezzogiorno dove il dato non arriva al 20% (con l'eccezione della Sardegna). Ma scendendo oltre, cosa sappiamo della loro presenza comune per comune, in particolare in quelli più periferici?

L'importanza dei servizi educativi nei comuni interni

La principale caratteristica delle aree interne è la perifericità in termini di servizi. Il tempo che serve a chi abita in un comune interno per raggiungere il comune "polo" più vicino può essere molto elevato. Tra 40 e 75 minuti, per chi vive in un comune periferico. Più di un'ora e un quarto per chi abita in un comune ultraperiferico.

Questo oggettivo svantaggio ha portato al progressivo spopolamento delle aree interne, in particolare da parte delle famiglie con figli. La quota di bambini e ragazzi in età per andare a scuola è in diminuzione, soprattutto nei comuni più periferici.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 1 Gennaio 2018)

 

Nelle aree interne il percorso educativo può essere ostacolato da una serie di fattori.

Dal punto di vista educativo le aree interne mostrano una serie di criticità specifiche. Si tratta di territori caratterizzati da difficoltà nell'organizzazione dei sistemi di trasporto scolastico e da una distribuzione dei plessi scolastici spesso poco funzionale. Fattori che hanno delle conseguenze sulla qualità dell'apprendimento. Nelle aree interne la continuità didattica è spesso minata. La mobilità dei docenti è più elevata che nel resto del paese, i tassi di abbandono scolastico superano la media nazionale e i livelli di apprendimento dei ragazzi rilevati dai test Invalsi risultano sistematicamente più bassi.

Per queste ragioni la strategia sulle aree interne indica la necessità di migliorare l'appetibilità delle scuole in questi contesti. Creando nuovi plessi più baricentrici per gli abitanti, ma anche potenziando l'offerta didattica e l'attrattività di quelli già esistenti.

a condizione che venga previsto un piano per il miglioramento della didattica (...) con un uso intensivo degli spazi a disposizione anche in orario pomeridiano.

Per rendere possibile questo tipo di attività in territori dove lo spostamento richiede più tempo, è essenziale l'esistenza di mense scolastiche. Sono sempre le linee guida ufficiali a indicare come proprio la carenza di questi servizi sia uno dei principali limiti all'estensione dell'offerta formativa.

(...) tale potenzialità è limitata dalla carenza di realtà extra-scolastiche, dal ridotto utilizzo dell’apertura prolungata (in assenza di trasporti pubblici o mense) e dalla difficoltà di spostamento degli studenti all’interno delle aree e, quindi, dal difficile accesso alla scuola.

La presenza delle mense nei comuni più periferici

Per tutte queste ragioni, potenziare l'offerta dei servizi di refezione nelle aree più remote del paese è uno dei presupposti per migliorare la didattica e gli apprendimenti in questi territori.

Ma cosa sappiamo sulla situazione attuale? I dati più recenti, relativi al 2017, mostrano che il dato medio (26%) varia in modo significativo rispetto al tipo di comune. Nei comuni più periferici, distanti oltre 40 minuti dai centri maggiori, la presenza di mense negli edifici scolastici statali è inferiore al 24%.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Settembre 2018)

Più elevato il dato dei comuni di cintura, quelli che costituiscono la corona delle grandi città (31,1%). Nei comuni polo, coincidenti con le città maggiori più centrali in termini di servizi, la presenza è al di sotto della media: circa un edificio scolastico su 5 ha la mensa.

Un dato che cambia molto a seconda della regione. Nei comuni periferici e ultraperiferici di Valle d'Aosta, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Piemonte oltre la metà delle scuole ha la mensa.

Non sono disponibili dati per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Settembre 2018)

Mentre agli ultimi posti in classifica risultano, in base a quanto dichiarato dagli enti proprietari delle scuole, Sicilia (12,6%), Lombardia (16,07%) e Puglia (17,95%). In questi comuni periferici e ultraperiferici, come in quelli di altre 4 regioni, meno di un edificio scolastico su 5 ha la mensa.

Le mense nelle aree con più ragazzi che vivono in aree interne

La carenza di questo servizio va valutata anche in relazione a quanti ragazzi abitano nelle aree interne. In particolare nella fascia d'età tra 6 e 18 anni.

In Italia i 6-18enni che vivono nei comuni periferici e ultraperiferici sono circa mezzo milione, distribuiti in modo molto differenziato. Nel 2017, ultimo anno per cui sono disponibili informazioni sulle mense, spiccano i dati di Sassari (28.829 minori nei comuni più periferici) e Potenza (26.260). In queste due province e a Nuoro oltre la metà dei ragazzi dell'età considerata vive in comuni periferici e ultraperiferici, distanti quindi più di 40 minuti dai centri principali.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2017)

Le province con più ragazzi che vivono in questi territori più periferici si trovano quasi tutte nel mezzogiorno. In particolare 4 si trovano in Sicilia (Catania, Messina, Agrigento e Palermo), 3 in Sardegna (Sassari e Nuoro) e le altre tra Basilicata, Calabria e Puglia (Potenza, Cosenza, Lecce). L'unica realtà settentrionale è Brescia con circa 16.782 giovani residenti nei comuni più periferici.

Ma quanto sono diffusi i servizi di refezione in queste realtà? Quelle più servite sono le aree interne delle 2 province sarde. A Sassari e Nuoro circa un terzo degli edifici scolastici presenti nei comuni periferici e ultraperiferici è dotato di mensa.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 25 Settembre 2018)

A Sassari, Nuoro e Potenza oltre la metà dei ragazzi vive nei comuni più periferici.

Al terzo posto Potenza: nei comuni periferici e ultraperiferici della provincia lucana circa il 24% degli edifici scolastici statali ha la mensa. Da notare come le 3 province al vertice siano anche quelle dove la maggioranza di minori vive nei comuni periferici e ultraperiferici. Realtà dove quindi una carenza di questo tipo di servizio sarebbe ancora più impattante.

Si conferma la bassa presenza di mense nelle scuole siciliane. Un dato che, come avevamo rilevato, riguarda tutti i tipi di comuni, e da cui purtroppo non sono esenti nemmeno quelli periferici e ultraperiferici. Nelle aree più interne della provincia di Agrigento, dove vivono oltre 16mila ragazze e ragazzi, poco più dell'8% delle scuole dispone della mensa. Dato simile per Catania. Tutte le altre aree interne siciliane, pur con una quota superiore, occupano la seconda metà della classifica (il livello più alto si registra nei comuni periferici e ultraperiferici della provincia di Palermo: 16,67% degli edifici scolastici statali ha la mensa).

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati sulle mense negli edifici scolastici è il Miur (dati 2017).

Foto credit: Flickr TaylorHerring

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