La povertà educativa e il Pnrr

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai al rapporto nazionale “Il Pnrr e la povertà educativa” e consulta gli allegati regionali.

19,44 miliardi €

destinati dal Pnrr al potenziamento dei servizi di istruzione. A questi si aggiungono altri interventi trasversali alle diverse missioni. Nei prossimi anni la sfida dell’Italia sarà investire adeguatamente tali risorse, specie sulla povertà educativa minorile. Il piano infatti non è che la declinazione italiana del Next Generation Eu: è quindi prioritario intervenire sui divari educativi e territoriali che oggi gravano sulle giovani generazioni. Vai al rapporto.

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i nuovi traguardi Ue sull’istruzione. L’orizzonte temporale di attuazione del Pnrr coincide con i nuovi, e sempre più ambiziosi, obiettivi europei sull’istruzione. Dall’aumento dell’offerta di servizi per l’infanzia al miglioramento delle competenze dei ragazzi, fino alla riduzione dell’abbandono scolastico. Per il nostro paese, che su molti di questi temi si caratterizza per distanza dalla media Ue e ampi divari interni, si tratta di traguardi di non poco conto in vista di questo decennio. Con i dati delle prime graduatorie pubblicate, abbiamo approfondito gli interventi del Pnrr su 3 aspetti in cui restano importanti gap territoriali da colmare: asili nido, edilizia scolastica e dispersione. Vai agli approfondimenti. 

59,3%

dei comuni italiani offre il servizio nido o altri servizi integrativi per la prima infanzia. Nel mezzogiorno la quota scende al 46%. E i divari non sono solo tra nord e sud, ma anche tra città e aree interne: se l’offerta nei comuni polo – baricentrici per i servizi – raggiunge i 33 posti ogni 100 bambini 0-2 anni, in quelli più periferici non arriva al 20%. In questo quadro il nuovo bando nidi del Pnrr destina il 55% delle risorse al sud, ma alcune regioni (come Sicilia, Molise e Basilicata) hanno presentato domande inferiori al fabbisogno. Vai alla mappa.

410.000 mq

di nuove scuole entro il 2026 è l’obiettivo del Pnrr, con una riduzione dei consumi di energia del 50%. Oggi in media il 57,5% delle scuole è dotato di almeno un accorgimento per il risparmio energetico (a.s. 2020/21). Con ampie differenze territoriali: in alcune province come Bergamo, Padova, Lecco, Sondrio e Vicenza si supera l’80%. Mentre la quota non arriva al 20% nei territori di Crotone, Trapani e Reggio Calabria. I molti interventi sull’edilizia scolastica previsti dal Pnrr e non solo dovranno essere coordinati per migliorare la condizione delle scuole. Vai alla mappa.

10,2%

l’obiettivo del Pnrr per il 2026 sugli abbandoni scolastici. Oggi i giovani che hanno lasciato la scuola prima del tempo sono il 12,7% del totale, un dato in calo negli ultimi anni ma che resta il terzo più elevato in Ue e che anche in questo caso è l’esito di ampi divari territoriali. Il Pnrr mobilita su questo aspetto 1,5 miliardi di euro, di cui la prima tranche di 500 milioni è stata destinata per il 42,4% a istituti scolastici di sud e isole. Queste sono le aree del paese con gli abbandoni più elevati e con i livelli di apprendimento più bassi. In III media, il 90% dei primi 20 territori con competenze non adeguate in italiano si trovano nel mezzogiorno. Vai alla mappa.

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