La disparità di genere negli incarichi parlamentari Mappe del potere

La presenza femminile in parlamento si è ridotta per la prima volta da molti anni. Lo scarso peso delle parlamentari si conferma anche dagli incarichi che ricoprono in aula e nelle commissioni.

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Come abbiamo visto in un recente approfondimento, in parlamento, deputati e senatori non hanno tutti lo stesso peso. Infatti quando un deputato o un senatore ricopre una key position la sua influenza aumenta in modo considerevole.

Tra le posizioni chiave ci sono quelle di capogruppo, di presidente o vicepresidente d’aula o di una commissione parlamentare. Vai a “Quali sono i ruoli chiave del parlamento”

Questa dinamica di potere emerge ovviamente anche sulla questione di genere. In un parlamento che per la prima volta in oltre 20 anni vede ridursi la presenza femminile, diventa ancora più importante verificare quali incarichi hanno assunto in aula le nuove deputate e senatrici.

Gli uffici di presidenza

Tra i ruoli chiave in parlamento alcuni hanno rilevanza per i lavori di tutta l’aula. Si tratta in particolare di chi fa parte degli uffici di presidenza e dei capigruppo.

I primi compongono gli organi cui è demandata la gestione amministrativa e finanziaria delle aule, ma anche l’organizzazione dei loro lavori.

I presidenti di camera e senato sono figure fondamentali ma anche gli altri incarichi negli uffici di presidenza assumono un ruolo importante. Vai a “Cosa sono gli uffici di presidenza di camera e senato”

Se nelle ultime due legislature la presidenza di una delle due camere era stata attribuita a una donna (Laura Boldrini alla camera nella diciassettesima legislatura e Maria Elisabetta Alberti Casellati al senato nella diciottesima), il parlamento appena costituito ha interrotto questa prassi. Al senato infatti è stato eletto Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, mentre alla camera Lorenzo Fontana, della Lega.

Ma anche allargando lo sguardo agli altri incarichi la compagine femminile negli uffici di presidenza appare quantomeno modesta.

1 su 4 le donne che ricoprono un incarico negli uffici di presidenza di camera e senato.

Questa proporzione si propone identica in entrambe le aule parlamentari. In senato infatti le donne con un incarico nel consiglio di presidenza sono 4 su 16, mentre alla camera 5 su 20.

Inoltre bisogna considerare che tra queste solo 3 su 8 ricoprono l’incarico di vicepresidente, una alla camera, Anna Ascani del Partito democratico (Pd), e 2 al senato, Anna Rossomando sempre del Pd e Maria Domenica Castellone del Movimento 5 stelle. Le altre 6 parlamentari ricoprono posizioni meno prestigiose come quella di questore o di segretario degli uffici di presidenza.

Considerando complessivamente camera e senato il Partito democratico è l’unico gruppo ad aver indicato più parlamentari donne che uomini per questo tipo di incarico (4 su 5).

FONTE: openpolis

Escludendo i gruppi più piccoli, con 1 o 2 parlamentari negli uffici di presidenza, la formazione con la più bassa rappresentanza femminile è invece quella di Fratelli d’Italia con solo una donna su 10 componenti degli uffici di presidenza.

I capigruppo

Situazione più equilibrata è quella tra i capigruppo. Le donne a ricoprire questo incarico infatti sono 7 su 18.

38,9% la quota di donne che ricopre il ruolo di presidente di un gruppo parlamentare di camera o senato.

Anche in questo caso è il Partito democratico ad avere i numeri più alti, avendo scelto Debora Serracchiani come capogruppo alla camera e Simona Malpezzi al senato.

Sia Verdi e sinistra che Per le autonomie invece hanno formato il gruppo solo in una delle due aule parlamentari scegliendo, in entrambi i casi, una donna a rappresentarli (rispettivamente Luana Zanella e Juliane Unterberger).

Una donna in un ramo e un uomo in un altro sono invece stati scelti dai gruppi del Movimento 5 stelle, di Forza Italia e di Azione-Italia viva.

Rappresentanza esclusivamente maschile infine per Fratelli d’Italia, Lega, Noi moderati e Gruppo misto.

Le commissioni parlamentari

Di nuovo molto sbilanciata a favore della rappresentanza maschile è la situazione nelle commissioni parlamentari. Delle 14 commissioni permanenti della camera infatti i gruppi di maggioranza non hanno eletto neanche una donna al ruolo di presidente. Al senato invece è stata scelta Stefania Craxi (FI) alla presidenza della commissione esteri e Giulia Buongiorno (FdI) alla giustizia.

2 su 24 le donne elette presidenti di commissioni permanenti alla camera e al senato.

La situazione migliora per quanto riguarda invece le vicepresidenze di commissione. È sempre il Pd ad avere il numero più alto di donne con questo incarico ovvero 4, tutte presso la camera dei deputati (commissioni esteri, attività produttive, lavoro e politiche europee). Non si tratta tuttavia della quota più alta (40%).

FONTE: openpolis

Tre forze politiche infatti esprimono solo donne per questo incarico. Noi moderati per esempio ha solo una vicepresidenza, attribuita a Ilaria Cavo in commissione attività produttive. L’Alleanza verdi e sinistra invece ha due vicepresidenze di commissione, anche in questo caso entrambe attribuite a delle parlamentari. Si tratta di Luana Zanella in commissione affari sociali alla camera e di Ilaria Cucchi in commissione giustizia al senato. Tecnicamente quest’ultima fa parte della componente Alleanza verdi e sinistra del gruppo misto.

Anche Azione-Italia viva ha solo donne che ricoprono questo ruolo. Due alla camera (Valentina Grippo in commissione cultura e Maria Chiara Gadda in commissione agricoltura) e 2 al senato (Daniela Sbrollini in commissione affari sociali e Giuseppina Versace in commissione cultura).

Più della metà delle vicepresidenze sono state attribuite a delle parlamentari anche nei gruppi del Movimento 5 stelle e della Lega (4 su 7). Segue poi Fratelli d’Italia con 3 vicepresidenze su 11 attribuite a delle donne.

Forza Italia e Per le autonomie invece esprimono solo uomini per questa posizione. Nel caso di Forza Italia però i vicepresidenti sono ben 5, mentre Per le autonomie ne esprime solo uno.

Per concludere dunque, rispetto alla scorsa legislatura bisogna segnalare un netto passo indietro del parlamento sul tema dell’equilibrio di genere. Un elemento che inoltre ricorre anche nel nuovo governo, nonostante la presenza della prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio.

Foto: camera

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