I cambi di gruppo alla vigilia delle elezioni europee Governo e parlamento

Dalle elezioni politiche a oggi i cambi di gruppo sono stati 45. Un numero alto anche se molto inferiore a quello registrato nella scorsa legislatura. Tuttavia è presto per una valutazione definitiva, d’altronde da questo punto di vista le cose possono mutare rapidamente.

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Con l’approssimarsi delle elezioni europee sono già 6 i cambi di gruppo avvenuti nel corso del 2024. Questi sommati ai precedenti, portano a 45 il dato complessivo della XIX legislatura.

45 i cambi di gruppo nella XIX legislatura.

Nel corso del primo anno i cambi di casacca hanno inciso in maniera modesta sulle dinamiche parlamentari. Tuttavia la rottura tra Azione e Italia viva a fine 2023 e alcuni cambiamenti dei mesi successivi suggeriscono di mantenere alta l’attenzione nei confronti di un fenomeno che, nelle scorse legislature, ha raggiunto dimensioni allarmanti.

Certo ciascun parlamentare è libero di agire senza vincolo di mandato (costituzione italiana, articolo 67) e può iscriversi al gruppo che preferisce e cambiarlo se lo ritiene opportuno. Al contempo però molti cambi di gruppo sono il sintomo di un alto tasso di trasformismo all’interno di un sistema politico. Una dinamica che risulta ancora meno comprensibile per i cittadini in un sistema in cui, la maggior parte dei parlamentari, sono eletti con metodo proporzionale e con liste bloccate.

I cambi di gruppo nei primi 20 mesi di legislatura

Come anticipato sono 45 i cambi di gruppo avvenuti dalle ultime elezioni parlamentari, 37 alla camera e 8 al senato. Questo dato può essere interpretato in vari modi. Quarantacinque parlamentari che hanno cambiato gruppo di appartenenza su un totale di 605 infatti non sono pochi (7,43%). Al contempo però alcuni di questi cambiamenti, avvenuti a inizio legislatura, rappresentano un’assestamento quasi fisiologico.

Quasi la metà dei cambi di casacca infatti sono avvenuti già nel primo mese (21). Questo perché i gruppi di Alleanza verdi e sinistra (Avs) e Noi moderati sono stati costituiti in deroga al regolamento e la procedura ha richiesto alcuni giorni per essere completata. Nel frattempo i parlamentari di queste formazioni hanno provvisoriamente fatto parte del gruppo misto. Una dinamica di questo tipo si è registrata anche nella legislatura precedente, per quanto in misura minore.

Poi nei mesi successivi non si sono registrati molti cambiamenti e quelli che ci sono stati non appaiono particolarmente significativi. Infatti a novembre 2022 (secondo mese) il senatore a vita Carlo Rubbia, fino a quel momento non iscritto ad alcun gruppo, è entrato nella formazione Per le Autonomie. Poi a gennaio 2023 Aboubakar Soumahoro è passato da Avs al gruppo misto e, nei mesi successivi, Michela Vittoria Brambilla ha lasciato il gruppo misto per Noi moderati, Enrico Borghi è uscito dal Partito democratico (Pd) per entrare in Italia viva (Iv) come Dafne Musolino che ha aderito a Iv lasciando Per le autonomie.

FONTE: elaborazione Openpolis su dati Openparlamento
(consultati: martedì 14 Maggio 2024)

Insomma nei primi 2 mesi si sono registrati 22 cambi di gruppo che possono essere considerati assestamenti di inizio legislatura, mentre nei successivi 11 mesi i riposizionamenti sono stati 4, classificabili perlopiù come scelte individuali.

La situazione è poi cambiata a dicembre 2023, quando si è registrata la rottura tra Azione e Italia Viva. Questo, come abbiamo visto più in dettaglio in un precedente approfondimento, ha portato alla nascita del gruppo di Italia Viva alla camera (a cui hanno aderito 9 parlamentari) mentre al senato sono stati i componenti di Azione a uscire dal gruppo (4) per approdare al misto, non avendo i numeri per costituire una nuova formazione. Questa frattura politica dunque ha portato i cambi di gruppo a 39 alla fine del 2023 (32 alla camera e 7 al senato).

È interessante osservare che dopo 20 mesi dalle elezioni, nel corso della scorsa legislatura, i cambi di gruppo erano stati quasi il doppio (84). Un dato che sembrerebbe confermare come questo parlamento sia meno esposto a comportamenti trasformistici.

Tuttavia è bene precisare che prima delle ultime elezioni i parlamentari, al netto dei senatori a vita, erano 945 mentre oggi sono 600. Inoltre per i primi 18 mesi i cambi di gruppo sono stati meno nella scorsa legislatura rispetto all’attuale. La situazione poi è cambiata con la scissione del Partito democratico e la nascita di Italia viva (settembre 2019). Una dinamica che presenta qualche parallelismo con la rottura tra Azione e Italia viva avvenuta lo scorso dicembre, anche se questa ha coinvolto un numero di parlamentari decisamente inferiore.

I cambi di gruppo nel 2024

Fino a oggi dunque la maggior parte dei cambi di gruppo ha riguardato (al netto dell’assestamento iniziale) una scissione politica. Non a caso se analizziamo il numero di esponenti entrati e usciti da ciascun gruppo parlamentare sono proprio Azione e Italia viva ad essere maggiormente coinvolte (oltre al gruppo misto in cui sono confluiti gli esponenti di Azione al senato).

Sono indicati i cambi di gruppo avvenuti nel corso della XIX legislatura con alcune differenze rispetto a quanto indicato su Openparlamento nelle pagine dei gruppi di camera e senato. Questo per due diverse ragioni. Da un lato non sono stati inclusi i dati relativi a parlamentari che hanno cessato il proprio mandato e a cui è subentrato un nuovo parlamentare che ha aderito al medesimo gruppo. Dall’altro sono stati esclusi i cambi di gruppo avvenuti nel corso dei primi due mesi visto che rispondono a logiche specifiche. Infatti per la costituzione in deroga al regolamento dei gruppi di Alleanza verdi e sinistra e Noi moderati sono stati necessari alcuni giorni per cui gli esponenti di queste formazioni sono inizialmente transitati dal gruppo misto. Il senatore a vita Carlo Rubbia invece è rimasto non iscritto ad alcun gruppo per circa 20 giorni prima di entrare a far parte di Per le Autonomie.

FONTE: elaborazione Openpolis su dati Openparlamento

Dopo questo passaggio poi, nel 2024, ci sono stati altri cambi di gruppo che, a una prima impressione, potrebbero apparire del tutto slegati tra loro.

6 i cambi di gruppo tra gennaio e maggio 2024.

A ben vedere però questi cambiamenti, frutto della scelta individuale dei parlamentari, sembrano in qualche misura legati all’approssimarsi delle europee. Le elezioni infatti rappresentano sempre un momento propizio per eventuali rimescolamenti.

A febbraio si sono verificati i primi 2 cambi di gruppo dell’anno, quando un deputato e un senatore del Movimento 5 stelle sono usciti dal gruppo, entrambi in dissenso con la linea tenuta rispetto alla guerra in Ucraina. Questa decisione tuttavia li ha portati ad aderire a formazioni diverse. La deputata Federica Onori infatti si è unita al gruppo di Azione, mentre il senatore Raffaele De Rosa a quello di Forza Italia, partito con cui si è anche candidato alle europee.

Ad aprile invece i cambi di casacca sono stati 3. L’onorevole Eleonora Evi è passata da Alleanza verdi e sinistra al Partito democratico che l’ha anche candidata al parlamento europeo. Proprio a Bruxelles Evi era stata eletta per la prima volta eurodeputata nel 2014 nelle liste del movimento 5 stelle e poi una seconda volta nel 2019. Nel corso di quella legislatura però è maturata la rottura con il movimento che l’ha portata ad aderire a Europa verde per poi diventarne co-portavoce in tandem con Angelo Bonelli. Proprio i contrasti con Bonelli però l’hanno spinta a dimettersi dall’incarico e, in seguito, aderire al Pd.

Sempre ad aprile Antonino Minardo e Lorenzo Cesa hanno aderito al gruppo misto lasciando il primo la Lega e il secondo Noi moderati. A quanto si apprende però questi due cambiamenti sarebbero legati a un accordo politico siglato tra la Lega di Salvini e l’Unione di centro (Udc) di Cesa in vista delle europee. All’interno delle liste della Lega infatti dovrebbero trovare posto dei candidati dell’Udc. La scelta di Minardo quindi non sarebbe legata a dissensi, avendo piuttosto la funzione di favorire la nascita di una componente Udc all’interno del gruppo misto. Tuttavia per formare una componente sono necessari almeno 3 deputati e attualmente non è chiaro chi dovrebbe essere il terzo. Al momento infatti tale componente non è stata formata.

Da ultimo, a maggio, Giuseppe Castiglione è uscito da Azione per aderire a Forza Italia, a quanto risulta a causa di “‘insanabili divergenze politiche, in particolare relativamente ai rapporti con Cuffaro e il suo gruppo in Sicilia”. I rapporti con Cuffaro d’altronde erano già stati motivo di attrito tra Azione e altre forze politiche, come +Europa e Italia viva, proprio nel momento in cui era in discussione un eventuale accordo politico per le elezioni europee. Accordo che come è noto non è andato in porto.

Infine conviene ricordare che nella scorsa legislatura l’aumento dei cambi di gruppo è iniziato proprio pochi mesi dopo le elezioni europee del 2019. Questo ovviamente non vuol dire che lo stesso debba avvenire di nuovo anche quest’anno. Tuttavia è evidente come le elezioni rappresentino un momento di possibili cambiamenti, sia prima del voto, in chiave di posizionamento, sia dopo nel caso in cui i risultati portino a mutamenti significativi nei rapporti di forza.

Foto: camera dei deputati

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