Gli investimenti per l’efficientamento energetico e i problemi del superbonus #OpenPNRR

Circa 14 miliardi del Pnrr sono serviti per rifinanziare il cosiddetto “superbonus”. Una misura che se da un lato ha avuto effetti positivi sull’economia, dall’altro ha comportato una serie di problemi. Non ultimo il fatto che le risorse stanziate non basteranno per tutti.

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L’esplosione della guerra in Ucraina sta avendo delle gravi ripercussioni anche nel nostro paese. Su tutte l’aumento del costo delle materie prime e dei prodotti energetici. Su quest’ultimo aspetto in particolare, negli ultimi mesi tutti gli stati europei stanno cercando di intervenire. Anche il nostro paese si è mosso in questo senso siglando una serie di accordi con l’Algeria ed emanando alcuni decreti legge volti a limitare l’impatto dell’aumento dei costi per aziende e cittadini.

Nel medio-lungo periodo però sarà molto importante lavorare per incrementare l’efficienza energetica, in primis degli edifici sia pubblici che privati. Secondo le stime del governo infatti, gli immobili italiani costituirebbero circa la metà dei costi energetici del paese. Interventi in questo senso quindi sono fondamentali. Non solo perché contribuirebbero a ridurre gli sprechi ma anche perché permetterebbero una limitazione delle emissioni inquinanti. Per questi motivi nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono presenti alcune misure che vanno proprio in questa direzione.

In un recente comunicato pubblicato sul portale Italia domani sono elencate tutte le misure del piano che intervengono in questo settore. Gli investimenti individuati sono 4 per un valore complessivo che si avvicina ai 20 miliardi di euro, considerando anche alcune risorse provenienti dal fondo complementare.

€ 20,31 mld gli investimenti del Pnrr per l’efficientamento energetico degli edifici.

La gran parte di queste risorse (circa 18,5 miliardi) è stata utilizzata per rifinanziare il cosiddetto “superbonus“. Una misura introdotta per la prima volta nel 2020 con il decreto rilancio. Se da un lato questo intervento ha avuto effetti positivi per il rilancio del settore dell’edilizia nel nostro paese, dall’altro non è stato esente da critiche. In molti casi infatti l’agenzia delle entrate e la guardia di finanza hanno rilevato costi dei lavori gonfiati oltre che vere e proprie frodi.

Lo stesso Mario Draghi ha più volte espresso le sue perplessità sulla norma, tanto che a giugno il governo ha deciso di non rifinanziarla ulteriormente. Questo scenario ovviamente potrebbe cambiare con l’arrivo a palazzo Chigi del nuovo esecutivo. Il tempo per intervenire però non è molto. Stando ai dati forniti dall’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) infatti, le richieste starebbero già eccedendo le risorse disponibili. Non è chiaro ad oggi quindi quale sarà il destino di chi non ha ancora presentato la domanda ma ha già iniziato i lavori.

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Gli interventi del Pnrr per l’efficientamento energetico

Come già detto, il governo Draghi ha individuato 4 misure contenute nel Pnrr che vanno ad intervenire in maniera specifica sulla riqualificazione degli edifici in termini di efficienza energetica. A livello di investimenti, la voce di spesa più consistente è legata alla misura denominata Ecobonus e sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici il cui importo complessivo ammonta a circa 18,51 miliardi (di cui 13,95 provenienti dal Pnrr e 4,56 dal fondo complementare).

Il secondo investimento più significativo riguarda la costruzione di nuove scuole per cui sono stati stanziati in prima battuta 800 milioni di euro. A questa cifra poi il ministero ha aggiunto ulteriori fondi per un totale di 1,2 miliardi di euro circa. La terza voce di spesa è legata all’efficientamento dei tribunali e delle cittadelle giudiziarie. In questo caso l’investimento riguarda precisamente 48 strutture per una spesa complessiva pari a 411,74 milioni di euro. Infine 200 milioni saranno investiti per lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.

Il grafico mostra la quantità di risorse del Pnrr e del fondo complementare assegnate alle misure che intervengono sull’efficientamento energetico degli edifici. Le misure sono individuate dal governo tramite una comunicazione pubblicata sul portale Italia domani.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 12 Agosto 2022)

Scuole e tribunali saranno oggetto di interventi di efficientamento energetico nell'ambito del Pnrr.

Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, da segnalare che esiste un’altra misura che prevede anche interventi legati all’efficientamento energetico. Si tratta dell’investimento denominato piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica che prevede interventi sul patrimonio edilizio già esistente per un ammontare complessivo di circa 3,9 miliardi di euro. Gli interventi finanziati con questa misura sono però di varia natura e riguardano anche la digitalizzazione e la messa in sicurezza in chiave antisismica. Non è quindi possibile conoscere la quantità di risorse destinata specificamente all’efficientamento energetico.

Alla luce di questa breve rassegna emerge come solo scuole e tribunali, nell'ambito degli edifici pubblici, saranno oggetto di intervento. Per lo meno per quanto riguarda le misure individuate dal governo come interventi finalizzati prevalentemente all’efficientamento energetico.

Le criticità legate al superbonus

Come già detto, la maggior parte delle risorse stanziate dal Pnrr nell'ambito dell'efficientamento energetico sono servite per interventi sull'edilizia civile privata. E in particolare al rifinanziamento del superbonus. Con questa misura si mira a incentivare interventi per l’isolamento termico, sostituzione di sistemi di riscaldamento e installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile.

Il sostegno per gli interventi si sostanzia in una detrazione fiscale pari al 110% delle spese sostenute. Ciò significa sostanzialmente che è lo stato a coprire interamente il costo degli interventi e che i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, potranno rientrare delle spese sostenute in un periodo massimo di 5 anni. Le tempistiche per avere accesso al sussidio però possono anche essere più brevi. Si può infatti richiedere direttamente lo sconto in fattura oppure ricorrere allo strumento della cessione del credito. Ciò significa sostanzialmente che banche e altri intermediari finanziari possono anticipare i fondi andando poi ad esigere il credito al posto del contribuente.

Il meccanismo della cessione del credito ha portato a delle frodi.

La misura, per come disegnata, però è stata fonte di ampie polemiche. Ciò perché ha comportato una serie di effetti negativi. In primo luogo, secondo i critici, la rapida ripresa del settore delle costruzioni ha contribuito a determinare anche un'impennata nel prezzo delle materie prime. In molti casi inoltre si sono registrate delle vere e proprie frodi che vanno dall'aumento indiscriminato del costo dei lavori fino anche al riciclaggio di denaro sporco da parte della criminalità organizzata. Per questo motivo lo stesso Mario Draghi aveva espresso delle perplessità sul provvedimento.

Il governo ritiene che il super bonus sia una misura che ha indubbiamente creato molto beneficio. Ma ha anche creato distorsioni. [...] La prima di queste è un aumento straordinario dei prezzi. [...] Secondo, ha incentivato moltissime fordi, è di stamattina la segnalazione che ho ricevuto dall’agenzia delle entrate che ha bloccato 4 miliardi di crediti.

La maggiore criticità da questo punto di vista riguardava proprio la cessione del credito. Inizialmente infatti le banche che acquisivano il credito dai cittadini potevano successivamente rivenderlo ad altri clienti od operatori. Questi a loro volta potevano rivendere il titolo senza limiti. Secondo l'agenzia delle entrate e la guardia di finanza però gli eccessivi passaggi da una società all'altra sono stati spesso utilizzati per frodare il fisco. Per questo nel tempo sono state apportate diverse correzioni. La più significativa è contenuta nell’articolo 28 del decreto sostegni ter che ha sostanzialmente introdotto il blocco della cessione del credito. Senza l'anticipo dei fondi da parte delle banche però molti cantieri si sono fermati. Come conseguenza le imprese sono state costrette a rivedere i bilanci e a ridiscutere gli accordi con i clienti. Per questo le associazioni di categoria hanno paventato conseguenze catastrofiche per il settore. Secondo la Cna infatti sarebbero oltre 33mila le imprese a rischio fallimento.

33.000 le imprese a rischio fallimento se non si sbloccherà la situazione del superbonuns, secondo la Cna.

Una nuova possibilità, seppur molto limitata, è stata reintrodotta dall’articolo 50 del Dl aiuti. In questo caso infatti torna possibile per le banche cedere il credito a terzi (fatta eccezione per le persone fisiche) ma è autorizzato in solo passaggio. In ogni caso però i molti problemi legati a questa misura non sono stati risolti. Anche perché, prima delle sue dimissioni il governo Draghi aveva annunciato la volontà di non rifinanziare ulteriormente la misura.

Secondo l'Fmi il superbonus è un sussidio eccessivo, regressivo e scarsamente mirato.

Il superbonus peraltro ha ricevuto critiche anche al di fuori dei confini nazionali. Tra gli altri infatti, anche i tecnici del fondo monetario internazionale hanno espresso delle perplessità. Pur riconoscendo gli effetti positivi della misura sull'economia, dall'Fmi si rileva come “il sussidio sia eccessivo e l’efficientamento scarsamente mirato”. Inoltre l’aliquota così alta non incentiverebbe le famiglie ad evitare l’eccessiva fatturazione, dato che la totalità del costo dell’intervento è coperta dalle finanze pubbliche. L’Fmi inoltre evidenzia come questa misura sia “regressiva” poiché avvantaggia chi ha maggiore capacità di spesa anziché avere un effetto redistributivo che dovrebbe essere uno degli obiettivi perseguiti con la tassazione.

L'incidenza del superbonus in Italia

Un ulteriore elemento da tenere in considerazione quando si parla di superbonus riguarda il fatto che attualmente l'importo dei lavori per cui è stata autorizzata la detrazione dalle imposte eccede la risorse stanziate. Secondo il report di Enea aggiornato al 31 luglio infatti gli interventi ammessi comporterebbero detrazioni fiscali pari a oltre 43 miliardi di euro. Le risorse complessive finora stanziate però ammontano in totale a circa 33,3 miliardi (come abbiamo già detto, parte di queste risorse derivano da Pnrr e fondo complementare mentre il resto era stato previsto dalla legge di bilancio 2020).

Senza un rifinanziamento della misura quindi non è chiaro quale sarà il destino di coloro che hanno già iniziato i lavori senza però completarli e che rischiano quindi di non poter beneficiare del sussidio. Mentre i progetti ancora in fase di approvazione rischiano di non partire proprio.

€ 43,72 mld l'ammontare delle detrazioni fiscali derivanti dagli interventi finanziati grazie al superbonus (fonte: Enea).

Ma al netto di questi dubbi, che dovranno necessariamente essere affrontati dal prossimo esecutivo, che effetto ha avuto il superbonus sul nostro paese? Secondo i dati di Enea le richieste pervenute sinora sono 223.951 in tutta Italia di cui 33.318 per condomini, 121.925 per edifici unifamiliari e 68.703 per unità immobiliari funzionalmente indipendenti. L’investimento medio ammesso a detrazione è di circa 582mila euro per i condomini, 113mila per gli edifici unifamiliari e 97mila per le unità immobiliari indipendenti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Enea
(ultimo aggiornamento: giovedì 11 Agosto 2022)

A livello regionale è la Lombardia il territorio maggiormente beneficiario della misura. In questa regione infatti si prevedono crediti d’imposta per un ammontare complessivo di 7,41 miliardi di euro. Seguono Veneto (4,21 miliardi), Lazio (4,16) ed Emilia Romagna (3,59).

A che punto sono le varie misure

Nei precedenti paragrafi abbiamo approfondito il tema del superbonus. Torniamo adesso a occuparci di tutte le misure legate all’efficientamento energetico finanziate con i fondi del Pnrr valutando a che punto sono. Come noto, questi investimenti dovranno essere portati a conclusione entro il 2026. In caso contrario, il nostro paese rischia di perdere i fondi.

Complessivamente le scadenze di rilevanza europea legate a queste misure sono 10, equamente distribuite tra milestone e target. La misura legata al superbonus e quella per la costruzione di nuove scuole sono quelle che hanno più scadenze. Una milestone e due target nel primo caso, due milestone e un target nel secondo.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 12 Agosto 2022)

Per quanto riguarda le scadenze legate al superbonus, entro la fine del 2021 doveva entrare in vigore la proroga della misura, cosa che è avvenuta a seguito dell’approvazione della legge di bilancio per il 2022. Il prossimo appuntamento invece è previsto per il 2023. Entro questa data dovranno essere completati lavori per almeno 12mila metri quadri.

Relativamente alla costruzione di nuove scuole, le risorse sono già state assegnate e sono adesso in corso i bandi per l'affidamento delle progettazioni. Peraltro, rispetto alla quota inizialmente prevista, il ministero ha annunciato l’aggiunta di ulteriori 389 milioni e le scuole di prossima costruzione sono passate da 195 a 213. Abbiamo già trattato questi aspetti in un precedente approfondimento. La prossima scadenza è invece fissata al terzo trimestre del 2023. Entro questa data dovranno essere aggiudicati tutti gli appalti.

Le altre due misure sono invece più indietro nell’iter. Per quanto riguarda l’efficientamento degli edifici giudiziari i lavori dovrebbero iniziare nel 2024 per concludersi entro il primo trimestre del 2026. In base a quanto riportato da una relazione del centro studi della camera, il ministero della giustizia ha già individuato gli edifici su cui intervenire. L'aggiudicazione degli appalti però è prevista solo per la fine del prossimo anno.

Per quanto riguarda la promozione dei sistemi di teleriscaldamento infine si registrano dei lievi ritardi. Entro giugno infatti avrebbe dovuto essere pubblicato il bando per la realizzazione di nuove reti o l’estensione di quelle esistenti. L’avviso è stato emanato lo scorso 28 luglio e si concluderà il 6 ottobre. Entro la fine dell’anno invece dovranno essere aggiudicati tutti gli appalti.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Flickr - Raffaele De Chiara

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