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L’attività sportiva rappresenta uno degli elementi fondamentali nello sviluppo di ragazzi e ragazze. Lo sport infatti non solo ha effetti benefici riconosciuti da un punto di vista fisico e psicologico ma aiuta anche ad instaurare relazioni sociali e trasmette forti valori educativi come il rispetto verso avversari e compagni. Elementi che possono avere un impatto determinante sulla crescita dei giovani.

Per questi motivi ogni ragazzo e ragazza dovrebbe poter praticare sport a prescindere dal contesto socio-economico di origine. Purtroppo però non sempre è così. Come rilevato in precedenza, in base alle indagini dell’istituto di statistica, nel 2015 oltre il 20% dei giovani sedentari nella fascia 6-17 anni non praticava alcuno sport anche per motivi economici. Per molte famiglie quindi l’attività fisica dei propri figli rischia di essere un lusso.

Il report completo in formato pdf

Una situazione, come abbiamo già visto, ulteriormente aggravata dalla pandemia. Le limitazioni legate al Covid infatti hanno inciso di più sui giovani che sugli adulti perché per i minori l’attività fisica avviene più spesso in contesti strutturati e al chiuso. Dov’è più difficile garantire distanziamento sociale e adeguata aerazione.

Lo sport e il movimento fisico sono fondamentali per la ripartenza. Le limitazioni e l’inattività fanno preoccupare per le ripercussioni sul benessere fisico e psicologico dei minorenni italiani. (…) Anche le opportunità che forniva la scuola con le ore di educazione motoria si sono ridotte a causa della pandemia.

Secondo l’Oms, l’attività fisica aiuta a prevenire tumori, malattie cardiovascolari e depressione.

L’attività svolta in orario scolastico diventa quindi per molti giovani una delle poche occasioni per praticare uno sport. È anche per questo motivo che l’educazione fisica è considerata a pieno titolo una disciplina didattica. Essa infatti è prevista dall’offerta formativa di tutti i sistemi scolastici dell’Ue, come rilevato dalle analisi di Eurydice.

La presenza sul territorio di strutture scolastiche come palestre e piscine è quindi un elemento molto importante da monitorare. A maggior ragione con la ripresa delle attività in presenza anche nelle scuole di grado superiore. In base alle linee guida del ministero dell’istruzione per l’anno scolastico in corso l’attività, se svolta al chiuso, deve essere praticata individualmente rispettando un distanziamento di almeno 2 metri e garantendo adeguata areazione. Sono inoltre scoraggiati gli sport di squadra, così come sono previste restrizioni per l’uso di bagni e spogliatoi.

Poter fare affidamento su strutture adeguate che siano in grado di rispettare tutte le linee guida è quindi fondamentale per permettere a ragazze e ragazzi di poter fare sport in maniera sicura, anche ai tempi del Covid.

40,8% gli edifici scolastici con palestra o piscina in Italia.

In questo capitolo andremo perciò ad analizzare la situazione nel nostro paese, così come veniva fotografata dai dati messi a disposizione dal ministero dell’istruzione e risalenti al 2018.

Quante sono le scuole con impianti sportivi in Italia

La presenza di strutture sportive all’interno degli istituti scolastici assume quindi un ruolo centrale nella crescita dei giovani. Da un punto di vista normativo, in Italia questo elemento è riconosciuto sin dalla metà degli anni novanta.

Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali. La programmazione degli interventi (…) deve garantire (…) la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base.

Ma quante sono le scuole italiane dotate di palestra o piscina? Secondo i dati raccolti dal ministero dell’istruzione circa il 40% del totale. Infatti dei circa 40mila edifici scolastici statali presenti del nostro paese, poco più di 16mila possiedono strutture dedicate allo sport.

A livello regionale, solo in due casi gli istituti scolastici dotati di strutture sportive sono più del 50%. Si tratta del Friuli Venezia Giulia dove a fronte di circa 1.000 edifici presenti quasi 600 sono dotati di palestre (il 57,8%) e del Piemonte dove invece le scuole con palestra sono circa 1.600 su un totale di oltre 3.000 (il 51%). Al terzo posto c’è la Toscana con il 48%. Agli ultimi posti, con meno di 3 edifici scolastici dotati di impianti su 10, troviamo invece Calabria (20,5%) e Campania (26,1%).

Il dato indica quanti edifici scolastici hanno una palestra o una piscina annessa. Ciò non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non abbiano accesso alla palestra, in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. Non sono disponibili i dati per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Friuli e Piemonte sono le uniche regioni in cui il numero di scuole con strutture sportive supera il 50%.

È interessante notare che le due regioni che presentano la percentuale più bassa di palestre nelle scuole - Calabria e Campania - siano anche tra quelle con il minor numero di ragazzi e ragazze che praticano sport. Questo problema però non riguarda solo il sud. Infatti anche tre regioni nel nord Italia si trovano al di sotto della media nazionale. Si tratta della Valle d’Aosta (39,3%), dell’Emilia Romagna (34,8%) e della Liguria (40,2%). Allo stesso tempo, possiamo osservare che alcune regioni del meridione hanno dati superiori o in linea con la media nazionale. Tra queste, l'Abruzzo (40,9%), la Basilicata (41%), la Sardegna (42,4%) e la Puglia (46,3%).

Dobbiamo tuttavia interpretare questi dati con prudenza. Non necessariamente infatti le ragazze e i ragazzi iscritti in un istituto scolastico sprovvisto di strutture sportive vedranno una compromissione nello svolgimento dell'attività fisica. Tali scuole infatti potrebbero appoggiarsi a plessi vicini o ad altre strutture sportive presenti sul territorio.

Dentro alle regioni profonde differenze interne

Già con questi primi dati possiamo osservare come la situazione legata alla presenza di strutture sportive vari, anche di molto, da una regione all'altra. Ma, come possiamo osservare dalla mappa, anche all'interno di un singolo territorio possono coesistere situazioni di maggiore presenza di servizi sportivi oppure carenze. Per questo non è sufficiente limitare l'analisi al dato regionale.

Non sono disponibili i dati per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Scendendo a livello locale possiamo osservare come tra le prime 15 province italiane in base alla percentuale di scuole dotate di palestre o piscine, ci siano 3 province su 4 del Friuli Venezia Giulia. Ai primi due posti della classifica troviamo infatti Pordenone (65,1%) e Trieste (61%), mentre Udine (57,8%) si trova al quarto posto, superata dalla provincia toscana di Prato (58,9%). È interessante notare che, in questa classifica, è presente una sola provincia piemontese, seconda regione in Italia considerando i dati a livello regionale. Si tratta della città metropolitana di Torino (57,7%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Al contrario, sono presenti in questa classifica alcune province situate all'interno di regioni che presentano un basso dato medio. È il caso ad esempio di Caltanissetta (54,9% a fronte di una media siciliana del 36,7%) e Savona (54,9% rispetto al 40,2% della Liguria). Da segnalare infine i numeri elevati di due città metropolitane: Roma e Firenze si collocano infatti rispettivamente al dodicesimo e tredicesimo posto con una percentuale vicina al 55%.

Tra le 10 province con meno palestre, 9 si trovano nel mezzogiorno.

Passando ad analizzare le 15 realtà con i numeri più bassi, possiamo osservare che molte di queste si trovano al sud. Spicca il caso della Calabria, le cui province occupano le prime 5 posizioni della classifica. Un dato che ribadisce quanto emerso nel confronto regionale. Situazione analoga anche per la Campania, dove l'unica provincia a non rientrare nella classifica è Avellino (31,3%).

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Da sottolineare però anche la presenza di alcune province del centro-nord. Tra queste Rimini (23,6%), Modena (28,3%), Perugia (28,9%), Rieti (29%) e Rovigo (29,9%). Da notare infine che, nonostante un dato regionale piuttosto basso, l'unica provincia siciliana a rientrare in questa classifica è Messina con il 23,9%.

I casi di Pordenone e Vibo Valentia

Come abbiamo visto dunque la presenza di istituti scolastici dotati di palestre o piscine non è omogenea sul territorio nazionale ed all'interno di un stesso territorio possiamo rilevare anche dati contrastanti. Tuttavia anche il livello provinciale può non essere sufficiente nel rilevare le differenze territoriali. All'interno di una singola provincia può variare molto la dotazione del patrimonio edilizio scolastico, se esaminata comune per comune.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 30 Maggio 2019)

Per farci un'idea di questa dinamica possiamo osservare più da vicino le due province che si trovano ai poli opposti della classifica: Pordenone e Vibo Valentia. Due realtà emblema della loro regione di appartenenza: come abbiamo visto infatti il Friuli Venezia Giulia si trova al primo posto, mentre la Calabria all'ultimo.

Nella provincia friulana i plessi scolastici presenti sono complessivamente 232 e di questi 151 (il 65,1%) sono dotati di palestre o piscine. Sono circa 50 i comuni che compongono questa provincia. Di questi, 11 presentano il 100% di scuole dotate di palestre sul loro territorio. In questi casi però il numero di edifici presenti è abbastanza ridotto. Quello che ne ha di più infatti è Cordenons che ne conta 6.

151 su 232 gli edifici scolastici dotati di impianti sportivi in provincia di Pordenone.

Il numero più elevato di scuole si trova nel comune capoluogo dove sono presenti 41 edifici, di cui 18 (il 43,9%) dotati di strutture sportive. Anche nel caso del comune di Pordenone dunque il dato è superiore alla media nazionale. Tra gli altri comuni che presentano un numero significativo di scuole ci sono poi Sacile e Maniago dove la percentuale di plessi dotati di strutture sportive è rispettivamente del 70% e del 64,7%.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

In questa provincia infine sono 3 i comuni con lo 0% di scuole con palestra. Si tratta di Morsano al Tagliamento, Cavasso Nuovo e Vito d'Asio. Mentre 11 comuni non hanno edifici scolastici sul proprio territorio.

Per quanto riguarda invece la provincia di Vibo Valentia, complessivamente gli edifici scolastici presenti sono 241 e di questi solamente 47 (il 19,5%) sono dotati di strutture sportive. Anche all'interno di questa provincia però ci sono alcuni comuni che presentano percentuali piuttosto elevate.

19,5% edifici scolastici dotati di impianti sportivi in provincia di Vibo Valentia.

In 8 centri infatti la percentuale di scuole con palestre è addirittura superiore al dato nazionale. Come nel caso di Pordenone però, anche qui si tratta di comuni dove il numero di istituti presenti è abbastanza ridotto. Tra questi quello con il numero più consistente di scuole è Pizzo con 8 edifici di cui 5 dotati di strutture sportive. Pizzoni e Vallelonga invece, i 2 comuni con il 100% di scuole con palestra, hanno un solo edificio presente sul proprio territorio.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Nel comune capoluogo le scuole dotate di palestra sono 8 su un totale di 39 (il 20,5%) mentre l'unico altro centro di questa provincia che ha sul proprio territorio almeno 10 plessi scolastici è Cessaniti ed in questo caso solo una scuola è dotata di strutture sportive. Interessante notare il fatto che ogni comune appartenente a questa provincia ha almeno una scuola sul proprio territorio ma ce ne sono ben 23 su 50, quindi quasi la metà, in cui nessuna scuola è dotata di palestra o piscina.

23 su 50 comuni nella provincia di Vibo Valentia dove tutte le scuole presenti sono sprovviste di palestra.

La presenza di palestre e piscine nelle aree periferiche

Un ultimo elemento che vale la pena analizzare riguarda la presenza delle strutture sportive all'interno delle scuole che si trovano nelle aree periferiche del paese. Se infatti nei grandi centri urbani un istituto scolastico può sopperire alla mancanza di strutture sportive appoggiandosi ad altre scuole o servizi presenti sul territorio, questa soluzione diventa sempre più impraticabile man mano che ci si allontana dai centri principali.

Nei piccoli comuni e nelle aree più interne del paese infatti spesso gli istituti scolastici presenti sono pochi e se questi non sono dotati di palestre o piscine difficilmente si riuscirà a trovare un'alternativa. I dati ci dicono infatti che la percentuale di palestre tende a diminuire man mano che ci si allontana dai comuni polo (baricentrici in termini di servizi) verso quelli più periferici del paese.

Le aree interne comprendono i comuni italiani più distanti, in termini di tempo, dall'accesso a servizi essenziali quali salute, istruzione e mobilità. Servizi generalmente garantiti dai comuni polo. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

Combinando i dati messi a disposizione dal ministero dell'istruzione e dall'Istat possiamo osservare che il maggior numero di strutture sportive scolastiche si concentra nei comuni polo e nei poli intercomunali. In questi centri circa il 45% delle scuole ha la palestra annessa. Seguono poi i comuni di cintura che fanno parte dell'hinterland dei poli (40,9%), i comuni intermedi (36,3%), quelli periferici (36%) e infine gli ultraperiferici (35,9%).

Il grafico rappresenta la percentuale degli edifici scolastici statali dotati di palestra o piscina rispetto al totale suddivisi in base alla classe del comune di appartenenza.
Non sono disponibili dati per il Trentino-Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur e Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Tenere sotto controllo anche questo dato è molto importante. Nelle aree interne del paese infatti, nel sud come nel nord del paese, vivono migliaia di ragazzi e ragazze.

620mila i minori di 18 anni che vivono in comuni periferici o ultraperiferici.

In questi contesti spesso le strutture scolastiche rappresentano una delle poche alternative (se non l'unica) che bambini e ragazzi hanno a disposizione per praticare sport. Per questo motivo sarebbe importante non sottovalutare un aspetto che contribuisce a creare ancora maggiori disparità tra chi vive nei capoluoghi e chi invece risiede nelle aree più interne del paese.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. Le fonti dei dati utilizzati sono il Miur e l'Istat.

Per conoscere la situazione nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Maggio 2020)

Foto credit: Unsplash Patrick Schneider - Licenza

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