Partner

L’aps italiano nel 2017

Nell’ambito dell’Agenda 2030 l’Italia ha sottoscritto gli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci impegnano a raggiungere lo 0,7 nel rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (aps) e reddito nazionale lordo (rnl) entro il 2030. Era stato poi fissato anche un obiettivo quantitativo intermedio dello 0,30 aps/rnl entro il 2020, che nel 2017 abbiamo raggiunto con tre anni di anticipo.

Cooperazione Italia

Negli ultimi anni l’Italia ha effettivamente aumentato i fondi destinati alla cooperazione e il rapporto aps/rnl è cresciuto fino a raggiungere nel 2017 l’obiettivo intermedio dello 0,30%. Vai a "Che cos’è l’aiuto pubblico allo sviluppo"

Variazione del rapporto aps/rln dell’Italia dal 2012 al 2017. Alla crescita costante dell’aps in questi anni hanno contribuito le spese per l’accoglienza dei rifugiati, il cosiddetto “aiuto gonfiato”.

Il reddito nazionale lordo (rnl) di un paese viene calcolato sommando al prodotto interno lordo (pil), o sottraendo da esso, vari flussi di reddito tra paesi.

 

FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: venerdì 11 Gennaio 2019)

5,203 miliardi di euro sono destinati dall'Italia alla cooperazione allo sviluppo nel 2017, come da "Relazione annuale sull'attuazione delle politica di cooperazione allo sviluppo 2017".

Il raggiungimento dello 0,30%, confermato dai dati Ocse definitivi per il 2017, è sicuramente un traguardo importante anche se sono molti i paesi sviluppati che fanno meglio di noi. L'Italia infatti si posiziona al tredicesimo posto sotto Irlanda e Finlandia. Alcuni paesi come il Regno Unito e la Danimarca hanno già raggiunto l'obiettivo dello 0,7 aps/rnl mentre Svezia, Lussemburgo e Norvegia lo hanno ampiamente superato arrivando a toccare l'1%. Inoltre, come vedremo nel capitolo 2, una parte importante del nostro aps, nel 2017 è ancora costituita da quello che viene definito aiuto gonfiato. Si tratta insomma di fondi che in realtà non escono dal nostro paese e che non sono realmente destinati ai paesi in via di sviluppo.

FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Gennaio 2019)

Le prospettive dell'aps per i prossimi anni

A settembre la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDef) aveva creato notevoli aspettative rispetto alle risorse che questo governo intendeva destinare all'aps. Nel documento era infatti previsto che il rapporto aps/rnl si sarebbe assestato allo 0,33% nel 2019 per poi crescere allo 0,36% nel 2020 e addirittura allo 0,40% nel 2021. Questi dati mostravano la volontà di superare l'obiettivo intermedio dello 0,30, raggiunto nel 2017, ponendosi target più ambiziosi.

Per la prima volta da molti anni calano le risorse per la cooperazione.

Le aspettative sono state però presto frustrate visto che le cifre della nota di aggiornamento al Def risultano completamente smentite dalla legge di bilancio, approvata dopo una lunga trattativa con la commissione europea. Uno dei principali risultati della trattativa è stata la riduzione al 2% del deficit previsto per il 2019. A settembre la nota di aggiornamento al Def prevedeva invece un deficit al 2,4% e tassi di crescita all'1,5% del pil. Un tale cambio di scenario ha avuto un impatto inevitabile su tutti i settori del bilancio pubblico e la cooperazione non è stata certo risparmiata.

Scarica la tabella n. 28 della legge di bilancio

Le tabelle presentate dal ministero delle finanze parlano infatti molto chiaro, e stabiliscono una riduzione degli stanziamenti. Nel 2019 sono previsti fondi per la cooperazione per 5.077 milioni di euro, in calo a 4.654 milioni nel 2020 e a 4.702 milioni nel 2021 (previsioni di competenza). Con queste cifre, secondo una stima della rete di ong Link 2007, nel 2020 il rapporto aps/pil calerà allo 0,26, contro lo 0,30 (aps/rnl) che l'Italia si era impegnata a raggiungere in questa data, e che già era stato ottenuto nel 2017.

Link 2007 ha proposto delle stime sul rapporto aps/pil basate sugli stanziamenti presenti nella legge di bilancio 2019, considerando una crescita prudenziale del pil pari all’1%.

FONTE: Nota di aggiornamento al Def e stime Link 2007
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Gennaio 2019)

Come si può vedere non si tratta solo di mancare gli obiettivi, effettivamente ambiziosi, che il governo si era posto con la nota di aggiornamento al Def, ma di un drastico calo dell'aps. Link 2007 poggia le sue stime su una crescita del pil pari all'1%. Mantenendo questo approccio possiamo calcolare indicativamente a quanti milioni di euro ammonta la differenza tra le previsioni della nota di aggiornamento e le stime sugli stanziamenti della legge di bilancio, e si tratta di cifre considerevoli. Secondo le nostre proiezioni potrebbero essere quasi 730 milioni in meno nel 2019, 1,7 miliardi nel 2020 e 2,4 miliardi nel 2021.

2,4 miliardi verrebbero a mancare all'aps nel 2021, rispetto a quanto previsto dalla nota di aggiornamento al Def.

Oltre a questi dati generali l'Aoi, associazione delle ong italiane, ha segnalato altri aspetti della legge di bilancio che, se pur quantitativamente meno rilevanti, appaiono comunque politicamente significativi. Si tratta di un taglio ai fondi destinati alle agenzie delle Nazioni Unite - tra cui Unicef e Unhcr - di 35 milioni di euro e dell'accantonamento di 40 milioni di euro di fondi della cooperazione internazionale nella legge di bilancio.

La riduzione del contributo italiano al sistema delle Nazioni Unite difficilmente può essere derubricato a una rinegoziazione tecnica delle quote di contributo, rappresentando piuttosto un segnale di disimpegno dal sistema multilaterale in contraddizione con la vocazione della politica estera italiana. Un segnale che si accompagna alla mancata adozione del Global Compact sulle migrazioni da parte del nostro paese.

Per quanto riguarda invece l'accantonamento di 40 milioni dalla voce cooperazione allo sviluppo del bilancio dello stato, bisogna tener presente che queste risorse rimangono formalmente alla cooperazione, anche se non vengono programmate come spesa. Tuttavia, vista la complessa situazione del bilancio italiano, non si può avere alcuna sicurezza che queste risorse saranno effettivamente sbloccate e in ogni caso si tratta di un altro segnale che indica che per il governo il tema della cooperazione non è tra quelli prioritari.

Foto credit: Oxfam

 

 

PROSSIMA PARTE