Cosa sappiamo di nuovo sul RepowerEu italiano #OpenPNRR

L’istruttoria per la definizione del capitolo aggiuntivo del Pnrr è ancora in corso. Tuttavia la relazione per il parlamento fornisce alcune indicazioni sugli obiettivi generali. Tra questi: diversificazione delle fonti, decarbonizzazione ed energie rinnovabili.

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Negli ultimi giorni si è sbloccata la trattativa che dovrebbe portare all’arrivo nel nostro paese delle risorse (anche se non tutte) legate alla terza rata del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Si tratta certamente di un passaggio molto importante anche se i dubbi e le incertezze sul Pnrr italiano rimangono ancora molte. A partire dalla proposta di revisione del piano che dovrà essere consegnata entro agosto. Questa riformulazione dovrà contenere anche il capitolo dedicato al RepowerEu. Nonostante nel dibattito pubblico se ne parli da diversi mesi, a oggi sappiamo ancora poco di questo progetto che prevede interventi nel settore energetico volti a superare la crisi innescata dal conflitto russo-ucraino.

Sono noti solamente gli obiettivi generali del piano. A breve termine, la riduzione della dipendenza dell’Europa dal gas russo. A medio-lungo termine, la riduzione del consumo di energia e l’aumento della produzione da fonti rinnovabili. Starà però ai singoli paesi membri individuare attraverso quali misure raggiungere tali obiettivi.

20 miliardi € le risorse aggiuntive messe in campo dall’Unione europea per il RepowerEu.

Per avere accesso alle risorse messe a disposizione i vari stati dovranno sottoporre all’approvazione delle istituzioni europee le azioni che intendono intraprendere. A oggi sono 13 i paesi che hanno già inviato la propria proposta. Di questi stati, 5 (Estonia, Francia, Irlanda, Malta e Slovacchia) si sono già visti approvare la revisione in via definitiva. L’Italia non rientra in questo elenco. Il governo ha già presentato una prima proposta di modifica e ha annunciato che invierà la revisione complessiva, con anche il capitolo sul Repower, entro la fine di agosto. Anche se alcune recenti dichiarazioni ambigue del ministro Raffaele Fitto hanno fatto sorgere qualche dubbio sull’effettivo rispetto di tale termine.

Sono convinto che nel giro di 2 o 3 mesi potremo avere un quadro organico di riferimento per poter cambiare la fase di attuazione in modo che si possa non solo risolvere i nodi organizzativi dei programmi ma anche mettere in campo una nuova strategia

Grazie a una relazione presentata recentemente al parlamento è possibile conoscere alcune indicazioni preliminari su quello che sarà il piano energetico italiano. Tra gli obiettivi principali ci saranno la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, l’incremento della produzione da fonti rinnovabili, la decarbonizzazione delle imprese.

Purtroppo dalla relazione emerge anche lo scarso coinvolgimento della società civile nel processo di selezione delle proposte da inserire nel capitolo aggiuntivo. Una dinamica che ha caratterizzato tutto il Pnrr italiano.

Gli obiettivi del RepowerEu

Il piano RepowerEu è entrato ufficialmente in vigore lo scorso marzo con la pubblicazione del regolamento 2023/435. Attraverso questo atto, è stato permesso ai paesi europei di modificare i rispettivi Pnrr con l’aggiunta di un nuovo capitolo dedicato alle azioni da adottare in materia energetica.

Tra gli obiettivi principali di questo nuovo piano vi è quello di ridurre, se non azzerare, la dipendenza dell’Unione europea dall’energia prodotta con i combustibili fossili di provenienza russa. Ciò dovrà avvenire attraverso azioni mirate e coordinate per diversificare le fonti di approvvigionamento, accelerare la diffusione di energie rinnovabili e promuovere comportamenti improntati al risparmio energetico anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative.

Il Repower punta a: diversificare le fonti, aumentare il ricorso all’energia pulita, ridurre i consumi.

In generale il capitolo dedicato al Repower, così come gli altri, dovrà prevedere sia riforme che investimenti. Ci sarà anche la possibilità di riformulare misure già esistenti (modificando anche le relative scadenze che devono ancora essere conseguite). Inoltre, anche in questo caso, con le risorse aggiuntive sarà data agli stati la possibilità di portare a compimento dei progetti in essere. Interventi cioè che erano già previsti ma che saranno finanziati con tali fonti invece di quelle inizialmente individuate. L’unica condizione posta dai regolamenti è che queste opere non siano state avviate prima del 1 febbraio 2022.

Affinché possano rientrare in quelle finanziate con il piano energetico europeo le misure proposte dovranno ricevere una valutazione di tipo A e dovranno contribuire al raggiungimento di almeno uno dei seguenti obiettivi: 

  • sicurezza energetica;
  • diversificazione delle fonti;
  • rafforzamento delle rinnovabili e dell’efficienza energetica;
  • incremento della capacità di immagazzinaggio;
  • riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. 
La commissione attribuisce alle misure Pnrr un rating da A (massimo) a C (minimo) in base al rispetto di 11 criteri Vai a “Come l’Europa valuta il Pnrr degli stati membri”

Da notare che le infrastrutture per il gas potranno essere realizzate anche in deroga al principio del non arrecare danno significativo all’ambiente (Do not significant harm) che è invece elemento caratterizzante tutti gli altri investimenti previsti dal Pnrr. In ogni caso l’ammissibilità di tali interventi sarà subordinata a un parere favorevole della commissione europea.

Un altro elemento da rilevare è che gli stati nel presentare il capitolo alla commissione devono specificare la dimensione e l’effetto transnazionale delle misure previste attraverso un criterio di valutazione qualitativo.

30% le misure finanziate con il RepowerEu che devono avere un impatto su più paesi.

Per quanto riguarda le scadenze, in base alle informazioni disponibili, sembra chiaro che l’orizzonte temporale rimanga invariato. L’inserimento di questo capitolo aggiuntivo quindi non prevede uno slittamento in avanti. Di conseguenza milestone e target del Repower, così come gli altri, dovranno essere portati a termine entro il 31 dicembre 2026.

Quali e quanti fondi per il RepowerEu

A livello complessivo, il piano energetico ha un valore pari a circa 20 miliardi di euro. Fondi che, così com’è avvenuto per il dispositivo per la ripresa e la resilienza, saranno distribuiti in parte tramite prestiti e in parte con sovvenzioni. L’Italia ha già richiesto la quota massima di prestiti assegnati. Di conseguenza, in linea generale, potrà usufruire esclusivamente dei fondi aggiuntivi stanziati a fondo perduto.

2,76 miliardi € le risorse aggiuntive già assegnate all’Italia per il capitolo RepowerEu.

Nella già citata relazione per il parlamento tuttavia il governo precisa che delle risorse aggiuntive da dedicare al settore energetico potrebbero essere ricavate anche in virtù delle stralcio di quei progetti finanziati dal Pnrr ma divenuti irrealizzabili per circostanze oggettive. A questo proposito occorre ricordare che anche tale processo di revisione è ancora in corso e dovrebbe concludersi – almeno sulla carta – ugualmente entro agosto.

Sempre nella relazione si legge inoltre che l’Italia ha comunicato di voler chiedere ulteriori prestiti. Opportunità che potrebbe essere concessa nel caso in cui alcuni dei paesi membri decidessero di rinunciare a una parte dei fondi loro assegnati. 

Non sappiamo quanti fondi riceverà l’Italia dal RepowerEu.

A ciò poi si deve aggiungere il fatto che il nostro paese ha ricevuto ulteriori 146 milioni di euro. Fondi aggiuntivi assegnati in virtù del ricalcolo dell’impatto della pandemia sul Pil degli anni 2021-2022. Nella relazione inviata al parlamento il governo ha già annunciato che tali fondi saranno utilizzati interamente per il capitolo dedicato al piano energetico italiano. E che c’è l’intenzione di utilizzare circa 3 miliardi provenienti dalle risorse delle politiche di coesione 2021-2027 già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del piano energetico.

Nell’ambito delle risorse loro assegnate, gli Stati membri possono richiedere […] di fornire sostegno agli obiettivi di cui all’articolo 21 quater, paragrafo 3, del presente regolamento, a titolo di programmi sostenuti dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dal Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo di coesione

Il Repower italiano, indicazioni preliminari

La relazione del governo precisa che è ancora in corso l’attività istruttoria puntuale che dovrà portare alla presentazione del capitolo aggiuntivo sul Repower. Tuttavia vengono fatte alcune anticipazioni, anche se molto generiche. Secondo il documento infatti il piano italiano si concentrerà sulla sicurezza energetica, il miglioramento della rete, l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, l’incentivo alla decarbonizzazione delle imprese e sostegni alle filiere produttive legate all’energia.

Le indicazioni sono molto generiche.

Saranno inoltre introdotte misure volte a incentivare la riduzione dei consumi e la riconversione verso le energie prodotte da fonti rinnovabili. Saranno stimolati l’autoconsumo, l’autoproduzione e la riduzione dell’impatto ambientale anche da parte delle piccole e medie imprese. Sarà promosso l’efficientamento energetico degli edifici così come un settore del trasporto maggiormente sostenibile.

Nel quadro finanziario descritto, il Governo sta studiando l’impiego di strumenti per favorire l’accesso al credito, quali garanzie sui prestiti o contributi in conto interessi […] a tal fine si intende dare la priorità a strumenti automatici (crediti di imposta).

Il coinvolgimento della società civile

L’importanza del coinvolgimento dei portatori di interesse (imprese, parti sociali, organizzazioni della società civile, Ong) nella formulazione del capitolo sul Repower è stata ribadita dalla commissione europea in una comunicazione pubblicata lo scorso febbraio.

Allo stato attuale però possiamo dire che, almeno nell’ambito italiano, la società civile è stata chiamata in causa in modo limitato. Una dinamica che ha caratterizzato tutta la fase di progettazione del Pnrr. La scelta infatti è stata di coinvolgere principalmente esponenti di grandi aziende partecipate, delle pubbliche amministrazioni centrali e degli enti locali.

Anche per il RepowerEu il coinvolgimento della società civile è stato molto limitato.

Da questo punto di vista la relazione ricorda che lo scorso 6 febbraio si è tenuta una prima seduta a cui hanno partecipato i rappresentanti delle amministrazioni centrali responsabili e di alcune delle principali società partecipate dallo stato in materia energetica: Eni, Enel, Snam e Terna. In quell’occasione è stato istituito un gruppo tecnico composto dai rappresentanti dei ministeri delle imprese, delle infrastrutture, dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’economia il cui scopo era quello di valutare le proposte pervenute.

Il 7 marzo il confronto si è aperto anche ai rappresentanti di regioni, province e comuni. L’unico incontro dedicato ai rappresentanti delle parti sociali e delle principali organizzazioni di categoria si è svolto invece il 20 aprile.

Le proposte pervenute sono state analizzate dal gruppo tecnico che ha utilizzato una serie di criteri tra cui: 

  • rispetto delle tempistiche;
  • ammissibilità rispetto ai requisiti previsti dal RepowerEu;
  • coerenza rispetto alle linee programmatiche;
  • cantierabilità dei progetti;
  • capacità attuativa dei soggetti coinvolti.

A seguito di queste analisi, il 18 maggio è iniziato il confronto con la commissione europea attraverso l’invio di schede descrittive di alcune misure che potranno comporre il capitolo Repower. Successivamente, tra il 18 e il 19 luglio, si sono tenuti altri incontri che hanno visto la partecipazione di diverse associazioni di categoria in cui si è discusso anche del Repower.

Come già anticipato, tutto questo processo dovrebbe concludersi entro la fine di agosto. Termine ultimo entro cui i vari paesi dovranno inviare alla commissione la propria proposta di revisione. Bruxelles poi si prenderà 2 mesi di tempo per valutarne l’ammissibilità. Difficilmente quindi avremo indicazioni più dettagliate prima della fine dell’anno.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: GovernoLicenza

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