L'attuale esecutivo ha posto la fiducia 5 volte in 21 giorni. Un modo per velocizzare l'approvazione delle norme che tuttavia riduce di molto le prerogative del parlamento.
Il governo sostiene di aver raggiunto gli interventi richiesti dal Pnrr per la fine del 2022. Ma in diversi casi i criteri definiti per il loro completamento non risultano soddisfatti. Una situazione poco trasparente, che ora starà all'Ue valutare.
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento La cooperazione e la prima legge di bilancio del governo Meloni […]
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento La cooperazione e la prima legge di bilancio del governo Meloni
Sono passati 2 mesi dal giuramento dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Ripercorriamo attraverso i dati l’attività svolta da governo e parlamento.
Il lavoro dell’esecutivo uscente ha consentito un significativo smaltimento dell’arretrato. Tuttavia sono ancora molti i decreti attuativi che mancano all’appello.
Spesso lontane dai riflettori, è qui che si svolge la maggior parte del lavoro parlamentare. Per questo valutarne gli equilibri interni è molto importante.
La cooperazione allo sviluppo è parte integrante e qualificante della politica estera italiana. Per questo i ruoli chiave dei due ambiti combaciano, con l’eccezione di alcune figure con competenze specifiche in ambito di cooperazione.
Sono ancora 40 le scadenze da raggiungere entro dicembre, per chiedere all'Ue nuovi fondi. Ma le intenzioni del governo sul Pnrr continuano a non essere chiare.